ARCO DA VIOLA W.E. HILL & SONS DI LASLIE BAILEY

Dal punto di vista strettamente professionale, il Maestro Navea Vera ed io potremmo ritenerci soddisfatti. Gli archi che produciamo sono apprezzati ed utilizzati da eccellenti strumentisti, ma come ho detto proprio alcuni giorni fa ad un nostro cliente felice, non riusciremo mai a realizzare l'ambizione più grande!

Arco da viola W.E. Hill & Sons di Laslie Bailey 1930 c.ca

Naturalmente l'ambizione più grande quale può essere se non quella di creare qualcosa che ci sopravviva. Spesso mi incanto a guardare il mio collega che lavora; il modo che ha di far penetrare la lama del legno, i piccoli segreti che lascia ogni tanto scivolare fuori dalla bocca, e non posso far a meno di pensare che un giorno, quando smetterà di costruire, tutto questo svanirà, "come lacrime nella piaggia", per citare un vecchio film.

Quando ti capita di tenere tra le mani un oggetto come quello qui illustrato, riesci a sentire il polso di una grande scuola. Conosco molti artigiani moderni e contemporanei che costruiscono buone cose, ma veramente pochissimi che siano riusciti a far costruire archi paragonabili al livello dei propri.

Gli unici grandi laboratori che ci siano mai riusciti a dire la verità sono quello di J.B. Vuillaume e quello che ha prodotto questo oggetto; il laboratorio W.E. Hill & Sons.

L'arco in questione, prodotto probabilmente negli anni '30 del Novecento è la dimostrazione di come sia possibile avere un idea di laboratorio allargato diversa da quella Francese e da quella Tedesca.

Mentre nelle altre la qualità dei prodotti era spesso altalenante, il laboratorio Hill riusciva a mantenere un livello qualitativo medio impressionante. L'oggetto che vedete è curato fino nei minimi dettagli.

La lavorazione dell'ottagono è eccellente e la curva, realizzata seguendo il modello antico, è perfettamente tirata ed omogenea.

Pur essendo un arco da viola il materiale selezionato è stranamente di media densità, ma ancora oggi a distanza di quasi un secolo ha una velocità del suono di 5500 m/s, a dimostrazione del fatto che non solo i criteri di selezione erano corretti, ma anche le riserve a cui attingere erano notevoli.

La stilistica della testina è chiaramente un modello Hill liberamente ispirato alla scuola Francese della prima metà dell'Ottocento. La realizzazione è ottima e le linee si sviluppano in modo coerente, trovando addirittura una via diversa dai Francesi per l'inclinazione della puntina, che pur rimanendo molto aperta non sbilancia la forma.

Come ebbi a scrivere nell'articolo dedicato al laboratorio Hill, uno dei punti forti sta nell'identificazione degli archi che produsse. Certamente non arrivò mai a toccare i vertici di Vuillaume, anche perché solo per dirne una, lui aveva in laboratorio Persoit, ma probabilmente il fatto di dare visibilità al nome del costruttore, spingeva gli operai di Hill a dare il meglio. 

Tutti gli archi hanno un numero, una sigla, o un segno che naturalmente sta ad indicare chi li ha realmente costruiti. In questo caso l'arco è stato fatto da un artigiano di nome Laslie Bailey attivo in bottega da Hill tra il 1919 e il 39. Il suo numero di riconoscimento era il 4, come potete vedere dalla foto della scarpetta in argento.

Il nasetto si ispira molto liberamente a Dominique Peccatte anche se le differenze sono sostanziali. La gola accenna a Peccatte anche se rimane più chiusa, ma soprattutto la placca in argento non è attaccata alla slitta, ma parte integrante del ginocchio.

Gli occhi, classici Hill, anticipano di alcuni decenni quelli che andranno di moda nella Francia della seconda metà del Novecento; l'anello grande e l'ebano molto spesso.

Mea culpa, non vi ho scattato una foto del bottone sfilato. La vite del bottone Inglese differisce da quella Francese, e questa non fa eccezione, nel fissaggio nell'ebano. Mentre quelle francesi sono incuneate dentro l'ebano interno al bottone, in Inghilterra sono avvitate.

Il colletto è doppio e di uguale spessore, arrotondato, ed è stato ricavato incidendo il tubo d'argento.

Arco da viola W.E. Hill & Sons di Laslie Bailey 1930 c.ca

Il segno di una grande scuola; perfino la qualità della gommalacca usata per verniciare è di primissimo livello. Alcune trasparenze e sfumature della verniciatura la scuola Francese le ha perse dopo la prima metà dell'Ottocento; questo invece è Novecento inoltrato!

Approfondimenti :

W. E. HILL E LE SCUOLE 

A presto

Paolo