ARCO DA VIOLINO ORO E EBANO DOMINIQUE PECCATTE 1840 - 45

Il periodo migliore di Dominique Peccatte; quello d'oro! Gli anni compresi tra il 1838 e il 1848, rappresentano sicuramente il periodo di maggior fulgore nell'opera di questo artigiano, anche se, alle volte quando osservi un arco di questo decennio trovi sempre alcune domande a cui difficilmente riesci a rispondere.

Arco da violino ebano e oro Dominique Peccatte 1840 - 45

Magnifico, veramente magnifico. Anche se più recente del Nicolas Leonard Tourte della scorsa settimana, l'oggetto che vedete è una dimostrazione fisica del perché Dominique Peccatte, sia diventato, già in vita, uno degli artigiani più stimati e apprezzati dai musicisti, come dai colleghi. Anche se oltre al talento ebbe una buona dose di fortuna.

La più grande occasione che gli capita, e che non si fa sfuggire è poter andare a lavorare a Parigi chez Jean Baptiste Vuillaume, grazie all'amicizia che intercorreva tra la Sua famiglia e il fratello del noto commerciante di strumenti.

Arriva a Parigi nel '26, a soli 16 anni, e il grande talento ancora acerbo che si porta sulle spalle, viene consegnato a colui che considero "LA" pietra filosofale dell'archetteria; Jean Pierre Marie Persoit.

L'incontro della sua vita. Persoit fa parte di quella ristrettissima cerchia di artigiani che considera secondario al lavoro, anche la propria sussistenza, ragione per cui è nato povero, e morto anche.

Oltre ad essere innamorato del proprio lavoro, Persoit era anche un artigiano dalle idee stilistiche e meccaniche ben chiare, e lo si vede non solo negli archi suoi ma anche e in quelli degli allievi. Ho avuto tra le mani archi di tutti gli archettai di Francia, antichi e meno, e vi posso garantire che le curve Persoit, sono le più integre che abbia mai visto. Piegare il legno, oltre ad essere uno dei passaggi fondamentali per costruire un arco, è anche una delle cose che si imparano per prime e che condizionano tutta la carriera. Infatti le curve migliormente conservate, oltre a quelle di Persoit, sono quelle di Dominique, e di seguito Quelle di Pierre Simon e Henry. Guarda caso provenienti, anche questi ultimi, dalla stessa scuola.

Un altro segnale, sia della buona scuola che del talento, è la selezione del materiale con cui questo arco è stato costruito. Come potete vedere è molto chiaro, e per una volta non è colpa del mio scarso talento di fotografo, ma è una precisa scelta dettata dalla necessità.

Come avete visto l'arco è montato in oro, e sapete bene che il peso specifico di questo metallo è maggiore di quello dell'argento. Le differenze di peso tra le due montature sono stimabili in circa quattro/cinque grammi, di conseguenza tra due archi di stesso peso, uno in oro e l'atro in argento, il primo avrà meno legno del secondo.

Ovviamente non si può fare un arco da violino di 67/68, quindi si compensa l'aumento di peso dovuto al metallo più pesante, togliendo l'equivalente dalla bacchetta. Il problema è che dovendo reggere gli stessi sforzi, il legno selezionato deve avere delle caratteristiche ben precise.

La velocità del suono elevata, e credetemi questo ce l'ha anche dopo quasi 200 anni; densità molto bassa in modo da avere una sezione più ampia su cui scaricare gli sforzi, a parità di peso della bacchetta; e colore chiaro, perché non ci crederete, ma i tannini che danno il colore pesano!

Oltre alla meccanica, Persoit, uno dei più grandi in questo, insegna al giovane Dominique Peccatte, non le sue stilistiche, ma come poter gestire le linee portanti che contribuiscono a costruire la geometria delle forme, e come modificarle a suo piacimento.

Questo, ad onor del vero, lo si deve in parte a Persoit, capace di trasmettere all'allievo una visione totale del lavoro, ma anche e soprattutto a Jean Baptiste Vuillaume, che lo consentì.

Fatta eccezione per Vuillaume e Etienne Pajeot, i capi dei laboratori che davano lavoro ai giovani archettai di Parigi e Mirecourt, richiedevano esclusivamente le loro stilistiche, questo fa si, che come nel caso di Dominique Peccatte, l'attribuzione degli archi faccia sempre sorgere alcuni dubbi.

Pajeot dava molta libertà interpretativa ai suoi collaboratori, e le mani di Fonclause o Maire, sono perfettamente riconoscibili anche al di la de timbro. Far lavorare in questo modo gli operai portava spesso nuove visioni del lavoro e allo stesso tempo semplifica quello degli esperti.

Peccatte invece pretende le sue forme, e quindi rende le cose molto complicate. Ad esempio l'arco preso in esame questa settimana è da considerarsi praticamente "puro", anche se non avendo visto il nasetto (quello che c'è è una copia in stile), sono costretto a mantenere aperte alcune riserve.

Gli artigiani che collaboravano con Lui, erano Pierre Simon e Joseph Henry, non esattamente due gregari, ma fuori classe a loro volta, e anche se ci mettevano tutto l'impegno possibile, ogni tanto la potenza del loro carattere usciva fuori anche in archi che avrebbero riportato altri timbri sulla bacchetta. Complicando non poco la vita degli esperti.

Ho passato alcune nottate analizzando questo e gli altri due archi che vi presenterò nelle prossimi post, e ancora tutti i dubbi non si sono dissolti.

Quello di questa settimana sembra interamente Peccatte, ma alcuni particolari dello smusso della gola ricordano Simon. E i prossimi, tutti e due certificati Simon, hanno dei particolari che si somigliano, ma non sembrano fatti dalla stessa mano. Su uno pare esserci un ombra di Henry, mentre l'altro ha similitudini con quello di questo post.

Credo che la verità, tutta la verità, e nient'altro che la verità, se la siano portata via con loro!

Approfondimenti:

DOMINIQUE PECCATTE 1840 - 45

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A presto

Paolo