BERNARD OUCHARD; BASSO 1962

Le ragioni che fanno di Bernard Ouchard uno degli archettai più stimati e rispettati di Francia sono molteplici; come sapete è stato Lui a dare l'incipit da cui è partita la rinascita della grande scuola dei Tourte e dei Persoit. Oltre a questi personalmente ne ho anche un altro: il bellissimo regalo che ha fatto al mio strumento.

Arco da contrabbasso Bernard Ouchard 1962

L'oggetto in questione, è uno dei pochissimi archi che non ha assolutamente bisogno di certificati autenticità, che attestino anno di costruzione e autore. Il motivo è semplice: il Maestro Franco Petracchi, che ne è il proprietario, e che ringrazio per avermi consentito di fotografarlo, misurarlo, e copiarlo, lo ha acquistato da Vidoudez nel 1962, stringendo personalmente la mano dell'autore!

Personaggio introverso e non molto incline al commercio, quando il padre Emile Auguste nel 1949 si trasferisce negli Stati Uniti, Lui preferisce andare a lavorare per Vidoudez a Ginevra, dove rimarrà fino al 1971. Nei 22 anni che vi rimane si dedica quasi completamente alla ricoperta della tradizione Francese antica, oramai dimenticata sotto tonnellate di archi più o meno mediocri costruiti a cavallo tra la seconda metà dell'Ottocento e gran parte del Novecento.

Se però per il violino, la viola, e il violoncello, si è trattato, di riscoprire le meccaniche e stilistiche antiche, attraverso lo studio dei lavori dei grandi vecchi, che aveva la possibilità di avere tra le mani grazie alla notorietà del laboratorio Vidoudez, dove passavano i musicisti più importanti dell'epoca, non si può dire altrettanto per il contrabbasso. 

La scuola antica ha costruito pochissimo per il mio strumento; conosco solo un arco da contrabbasso di F.X.Tourte, e un altro di Dominique Peccatte, e i motivi sono molteplici.

Per prima cosa lo strumento contrabbasso è arrivato (forse), alle misure e dimensioni definitive molto più tardi del violino e del violoncello. Basti pensare che lo strumento di Giovanni Bottesini (1821/1889) aveva ancora tre corde.

In oltre come ho scritto più volte, gli artigiani di grande valore si sentono quasi offesi quando gli si chiede di costruire un arco da contrabbasso. Non solo sono molto faticosi da lavorare, ma in confronto agli archi da violino sono anche molto più facili da far funzionare.

Gli archi da contrabbasso Francesi si iniziano a vedere in quantità dal momento che i laboratori si allargano, diventando piccole fabbriche dove convivono più livelli di capacità manuali. Un classico esempio sono i fratelli Morizot, dove al più capace André Auguste venivano affidati gli archi da violino, al "Pompiere"  Louis Gabriel, meno bravo, quelli da contrabbasso, e al "Vecchietto" Marcel Louis, probabilmente il più scarso, sgrossature tutta la vita.

La produzione di archi da contrabbasso inizia ad incrementare dopo la prima metà del'Ottocento, e di conseguenza assorbe totalmente la nuova scuola meccanica tenuta a battesimo da Francois Nicolas Voirin , quindi praticamente non esistevano esemplari rappresentativi del primo periodo da poter studiare, e Bernard ha dovuto fare tutto da solo.

L'ARCO

Costruito con un materiale denso e scuro, rivela molto delle capacità manuali e stilistiche dell'autore.

Avendo deciso di utilizzare una meccanica antica, ha dovuto obbligatoriamente modificare anche la geometria della testa, e naturalmente ha incontrato le identiche difficoltà dei suoi illustri predecessori. Dando meno curva nell'ultima parte della bacchetta, è di conseguenza costretto a intervenire su smusso cresta, e scarpetta per andare a correggere la proiezione della testina.

Il problema, come nel violino, è cercare di arginare l'eccessivo spessore provocato dalla rotazione all'indietro dello smusso, e dall'innalzamento della cresta. Solo che nel violoncello, come per il contrabbasso, nessuno ha ancora trovato una soluzione ottimale.

Neanche il buon Bernard ci riesce fino in fondo; almeno in questo caso. Il problema stilistico di questa testina è che è troppo lunga e non gli consente di mettere correttamente in relazione il giro basso della cresta e quello alto dello smusso. In realtà è quello che succede a chi passa da una meccanica all'altra; sei abituato a fare una forma e la riproponi, ma quando finisci ti rendi conto che lo smusso e la cresta non sono compatibili in una sola testa.

Il nasetto, costruito con dell'ebano eccellente, è un classico di Bernard Ouchard. Gola profonda e circolare, quella si a ricordare le sue origini parentali, occhio Parigino con madreperla piccola e argento grande, anche questa una sua caratteristica, e leggermente conico, ispirato alla scuola antica.

Come potete vedere dalla foto il M°Petracchi questo bellissimo arco lo ha usato un pochino. Sfortunatamente i contrabbassisti, a differenza di tutti gli altri, mettono il dito pollice dentro la gola del nasetto e i risultati come vedete, sono spesso disastrosi.

Anche il colletto è un classico, almeno fino al 1970. Doppio, largo, e spesso non molto profondo.

Stimolati da questo esempio così raro di meccanica antica, abbiamo deciso di prenderne le misure e farne alcune copie. Appena finiti, visto che ancora ricordo come si suona il contrabbasso, li ho provati, e ho avuto immediatamente chiaro che cosa provano molti violinisti che per la prima volta usano un arco del mio collega.

Il primo giorno è una lotta; vuoi fagli fare delle cose e si ribella, e tu non capisci perché pensi "Da un punto di vista logico dovrebbe essere più semplice e invece faccio più fatica che con l'altro".

Poi il secondo giorno inizi a intuire che se vuoi usarlo devi capirlo e non violentarlo, e da quel momento è un continuo crescendo che non ti consente più di tornare indietro.

Dopo i primi tre abbiamo deciso di cessare la produzione di archi da contrabbasso. Venderli è stato un incubo, perché nessuno sapeva usarli.

Mentre alcuni violinisti fortunati hanno avuto la possibilità di suonare o provare archi del primo periodo, e quindi quando li hanno in mano sanno per certo che nel 99% dei casi se non si trovano dipende da loro.

I contrabbassisti non hanno nessuno di veramente importante che abbia costruito, e quindi quando non si trovano, è l'arco che non funziona, non loro.

Come ho detto anche a me in un primo momento questi archi hanno dato qualche difficoltà, ma essendo, oltre che un ex contrabbassista, anche un esperto di meccanica degli archi, so che queste curve sono superiori. E non lo so per investimento divino, ma per rigida applicazione della logica.

I miei ex colleghi che invece sono solo contrabbassisti le snobbano.

Beata ignoranza.

Approfondimenti:

BERNAR OUCHARD; L'UMILE EDUCATORE

EMILE AUGUSTE OUCHARD; L'ARCHETTAIO DEI DUE MONDI

FRANCOIS XAVIER TOURTE 1820 - 25

DOMINIQUE PECCATTE 1840 - 45

FRANCOIS NICOLAS VOIRIN 1872 - 75

MORIZOT FRERE E I SUPEREROI

A presto

Paolo