EUGENE SARTORY; BAFFI DA BELGA A NASCONDERE UN SORRISO FRANCESE

"A tutti i poeti manca un verso", recita un antico detto Toscano, ma ad una prima occhiata il "poeta" Sartory, i versi sembra averli tutti, anche se approfondendo la storia della sua vita si capisce che qualcosa manca anche a Lui, anche se di tale mancanza è totalmente incolpevole. 

Arco da violino tartaruga e oro Eugène Sartory

Grande talento manuale e rapidità di esecuzione, sicuramente non inferiore a quella di Dominique Peccatte; gusto stilistico e senso dell'armonia, come in pochissimi altri suoi colleghi, passati, contemporanei, e futuri; capacità di selezione e gestione del personale, e ottimizzazione del prodotto; ed in più un commerciante puro, paragonabile al un suo illustre collega J.B. Vuillaume; una volpe. Un personaggio così sembrerebbe avere tutte le carte in regola, non per diventare un grande artigiano, ma il numero uno, se non avesse avuto una così grave carenza.

Anche Lui non fa eccezione e nasce a Mirecourt il 22 Settembre del 1871 da Francine Catherine Buclier, e Joseph Eustache Sartory archettaio.

Dopo aver iniziato con il padre, nella seconda metà degli anni '80, ancora molto giovane si sposta a Parigi per imparare e perfezionare il mestiere; e il "verso" che manca a Sartory è proprio questo.

Arrivando a Parigi si stabilisce in laboratorio da Charles Peccatte che diverrà il suo insegnante per un primo breve periodo, successivamente si sposta nella bottega di Joseph Alfred Lamy "Père". Ora, con tutto il massimo rispetto per Lamy, e con quello minimo sindacale per Peccatte, uno era un buon artigiano, l'altro se non avesse avuto quel cognome avrebbe fatto il giardiniere tutta la vita probabilmente. Capite che il livello di competenza dei suoi insegnanti non era assolutamente adeguato al suo talento.

Parliamo di Dominique Peccatte come un grandissimo, sicuramente superiore a Sartory, ma il suo insegnate era stato J.P.M. Persoit, uno dei due più grandi di tutti i tempi, e non Alfred Lamy! Se il tuo insegnante non ha le idee chiare, ti insegnerà cose sbagliate, e tu se vorrai ottenere dei risultati dovrai trovare da solo la soluzione ad alcuni problemi, augurandoti che il talento basti.

Sartory non ci è riuscito. Nonostante il talento veramente sorprendente, non è riuscito ad avvicinarsi a calibri come Tourte, Persoit, o Pajeot, anche se potenzialmente non vi era così lontano. Senza alcun insegnante degno di tale nome, è solo diventato il numero uno del periodo moderno dell'archetteria Francese; anni luce distante dai suoi contemporanei.

A soli diciotto anni, nel 1889, apre a proprio nome in Boulevard Bonne Nouvelle al numero 12.

Nel 1899 da i primi segnali da fuori classe, il primo Aprile sposa Marie Joséphine Jaquet, figlia del noto liutaio Jaquet-Gand. Dalla coppia nasceranno due figlie Renée e Gabrielle; quest'ultima sposerà a sua volta il liutaio Georges Dupuy.

Nel 1902 sposta il laboratorio per la prima volta trasferendosi al numero 13 di Faubourg Poissonnière; sceglie questa locazione per la vicinanza che aveva con il Conservatorio.

Fino al 1910 è spesso costretto a costruire archi montati in alpacca, o per altri liutai. Nel 1912 raggiunta una certa notorietà e indipendenza, anche a causa dell'affollamento di artigiani che si erano stabiliti nella zona, decide di spostarsi di nuovo, e questa volta distante dal Conservatorio. Punta su se stesso ed ha ragione; i clienti attraversano anche l'intera città per andare da Lui.

La fama cresce e c'è bisogno di forza lavoro. Prima della guerra, che interromperà temporaneamente l'attività, impiega due tedeschi; Prell e Hoyer. Al suo ritorno riprende in grande stile. Dopo la Prima Guerra Mondiale lavorano per Lui: Louis Morizot, Jules Fetique, e Louis Gillet.

A causa della guerra l'economia Europea è ovviamente in rovina, e i produttori sono costretti loro malgrado a cercare fortuna oltre oceano. Ci prova anche Sartory, ma l'esperienza Americana non fu troppo piacevole per Lui.

Si recò a New York nel 1921, perché ebbe notizia di alcune casse di archi marchiati a suo nome, ma che non provenivano dal  suo laboratorio. Intentò una causa che perse; a causa delle leggi Americane, come scrivono i Francesi.

Nel 1933 muore la sua prima moglie, ma non si scoraggia, e nel Febbraio del '35 sposa la seconda; Emilie Joséphine Augustine Sartory.

Muore il 5 Marzo del 1946 e per sua volontà viene seppellito nel suo paese natale; Mirecourt. A testimonianza di quanto abbia fatto quest'uomo per l'archetteria Francese rimangono i riconoscimenti al suo lavoro.

Esposizione di Bruxelles 1887, Esposizione di Lione 1894, Esposizione Universale di Parigi 1900, Esposizione di Liegi 1905, Esposizione di Milano 1906, Esposizione di Londra 1908. 

Il più medagliato di tutti. Amato, invidiato, e odiato alla pari di Dominique Peccatte.

La prossima settimana ci occuperemo delle innovazioni stilistico/meccaniche di Eugène Sartory, per adesso ho recuperato in rete un piccolo filmato dove il M°Raffin parla in termini generali dell'evoluzione dell'arco moderno, e i particolare ne descrive uno da violino Sartory, montato in tartaruga e oro, e regalato dalla Regina Elisabetta del Belgio, a Eugène Ysaye

Clicca e guarda il filmato

Arco da violino Eugène Sartory in tartaruga, oro, e madreperla, regalato ad Eugène Ysaye, dalla Regina Elisabetta del Belgio.

A presto

Paolo