ARCO DA VIOLA FRANCOIS XAVIER TOURTE 1820 - 25 

Solo sei. Il padre della nostra disciplina, Francois Xavier Tourte, non ne ha costruiti molti, ma quelli che sono arrivati ai giorni nostri sono solamente sei. Eccovene uno; probabilmente il più bello.

Arco da viola Francois Xavier Tourte 1820 - 25

Prima di descrivervi questa meraviglia, tengo a ringraziare la persona che mi ha dato la possibilità di fotografarla. Un musicista di livello eccelso e un essere umano con una nobiltà d'animo e un onestà difficili da incontrare. Pensate che quando mi ha dato questo arco, più un magnifico Dominique Peccatte, da fotografare, li ho tenuti per un giorno intero. Visto la fiducia dimostrata nei miei confronti, e la grande importanza che ha per il mio lavoro avere in archivio pezzi di questo livello, ho creduto giusto ricambiare la cortesia facendogli fare dal M° Navea Vera un incrinatura; ovviamente avvertendolo prima. Il giorno dopo, quando gli ho riportato gli archi, prima di salutarci ha chiesto di poter parlare un attimo con me in privato. Siamo usciti dall'aula piena di allievi dove stava facendo lezione e fuori della porta mi ha detto, testuali parole: "Paolo, la ringrazio per l'incrinatura, ma non mi piace che il lavoro non venga pagato. Mi dica per favore quanto le devo."

Giudicate voi; la maggior parte di questi grandi nomi, quando gli fai una cortesia del genere neanche ti dice grazie!

Come già detto questo arco è una assoluta rarità, ma non solo; è anche la dimostrazione fisica dell'immenso livello di manualità e soprattutto di concezione del lavoro che aveva questo artigiano.

Partiamo ad esempio dalla scelta del materiale. Dopo il lavaggio del cervello che è stato fatto per centocinquanta anni ai musicisti, sul fatto che il legno scuro suona meglio, oggi si vede un piccolo risveglio, ma questa stupidaggine è ancora molto diffusa. Ma chi ha messo in giro questa favola e perché?

La favola è stata ovviamente avallata da tutta una generazione di archettai/fabbrichetta come i Bazin o i Morizot, che producevano archi in modo seriale, e il motivo per il quale utilizzavano questi legni è abbastanza semplice. Solitamente non sono molto duri da lavorare, anche da nuovi danno una sonorità che alcuni scambiano per morbida, e visto la bassa elasticità sono anche comodi da suonare. L'unico problema che hanno è che sono udibili fino alla distanza di tre metri, dopodiché il nulla.

So che molti di voi non sono d'accordo con me, ma osservando la produzione di Francois Xavier Tourte, sembra che almeno lui lo fosse.

Il materiale di questo arco ne è l'esempio lampante, ma non è un eccezione, tutta la sua produzione tende al legno chiaro e non molto denso e il perché è semplicissimo. Voleva che gli archi suonassero, e siccome la percentuale di legno che suona è molto più alta in quello chiaro, lui lo usava, e il risultato sonoro di quanto fosse giusta la sua idea lo si può sentire anche oggi a distanza di duecento anni.

L'arco, come l'ottanta percento della sua produzione è a sezione ottagonale, e la lavorazione della bacchetta mi ha rivelato quali fossero gli utensili utilizzati. Oggi la suola Francese utilizza dei pialletti molto piccoli, e con l'unghia della lama molto inclinata, questo per asportare grandi quantità di legno ad ogni passata.

Se questo utensile da un lato velocizza il lavoro, dall'altro rende la lavorazione della bacchetta molto irregolare. Infatti quando si guarda un arco lavorato con questo utensile si possono osservare delle specie di gobbette lungo tutta bacchetta. Questo succede perché la lama della pialla è molto inclinata e in generale l'utensile è troppo leggero e quando viene passato non riesce a stendere bene la fibra del legno. 

Questo ha una lavorazione perfetta della bacchetta. Le facce dell'ottagono sono tirate, nette, e pulite, e questo sta a significare che lui usava un utensile molto più simile alla nostra rasiera; pesante e con la lama messa a novanta gradi rispetto alla bacchetta.

Anche lui come Dominique Peccatte ha la sua "ESSE".

Come si può osservare il lavoro in generale è molto più raffinato e preciso, ma anche lui aveva dei punti dei quali si curava meno e la linea della cresta è uno di questi. Qui la esse anche se meno accentuata è doppia, ed è così fatta perché in questo modo riusciva quasi a nascondere un imperfezione grande con una più piccola e dando l'impressione di essere più dritta. 

La casetta e la fibra ci danno il polso di quale fosse il livello di raffinatezza stilistica di questo autore. Avendo messo la scarpetta in metallo si ritrovava con la lunghezza della casetta troppo corta e questo faceva si che non avesse abbastanza spazio per slanciare in alto il profilo della testina. In altri archi che ho visto, probabilmente precedenti, prova a risolvere il problema allungando il legno, ma il risultato non è soddisfacente; ottiene una testa troppo sbilanciata in avanti. In questo caso lo stratagemma è geniale. Rimpiazza lo spessore mancante allungando l'ebano, così facendo crea spazio per far sfogare correttamente le linee, e grazie al diverso colore dell'ebano, non sbilancia la testa, e in più crea una geometria molto accattivante quando si osserva come nella foto qui sotto. 

La scarpetta in metallo è fermata con due chiodini simili a quelli utilizzati per il nasetto, e visto che vicino a lui abitava un ex-orafo, ora archettaio, chissà che non l'abbia costruita...

Anche questo arco ha il nasetto in copia e in questo caso è più che giustificato. Tourte ha usato pochissimo la coulisse in metallo che protegge l'ottagono, e di conseguenza i nasetti sono molto fragili.

Specifiche e misure

Bacchetta: pernambuco di media densità e color marrone chiaro; curva antica e taglio radiale.

72,9 cm lunghezza totale di cui; 72,48 cm bacchetta, 1,65 mm capezzolo, 2,55 mm casetta

Diametro bacchetta al colletto 5,95 - 5,7 mm

Diametro bacchetta alla fasciatura 9 - 8,6 mm

Mortasa tallone 16 mm (da 14,8 a 30,8)

Testa: larghezza 11,3 mm, altezza 23,5 mm (24,75 con scarpetta e fibra), lunghezza 22,3 mm (24,7 con scarpetta e fibra)

Peso:  70 gr.

Anche questa settimana mi sono divertito con il fotoritocco, se volete cliccate, scaricate, e stampate!

Da questa settimana il blog va in vacanza, quindi non mi resta che augurarvi un Buon Natele e un felice anno nuovo.

A fra un anno!

Paolo