IL LIMITE DELLA DECENZA

La grande scuola d'archetteria Francese ci ha indubitabilmente regalato alcuni capolavori assoluti; vere e proprie accademie della costruzione, che chi fa questo mestiere non può esimersi dal conoscere. Ma come più volte ricordato non tutti i Francesi lavoravano come Tourte o Persoit, ce ne erano anche di molto mediocri, e il commercio che se ne fa, soprattutto in Italia, sta oltrepassando i confini della decenza.

Arco da violoncello Morizot frère

Come sapete ho dedicato gran parte della mia carriera alla scuola Francese; ci sono alcuni archi costruiti in Francia agli inizi dell'Ottocento che potrei guardare e studiare per ore. Avendo però una buona preparazione su questa scuola, ne conosco anche i difetti, anzi, mi viene da dire che loro sanno perfettamente quali sono; lo si evince dalle valutazioni che danno per i differenti artigiani.

Sanno perfettamente quali fossero le filiere produttive dei laboratori di Mirecourt e danno valutazioni adeguate. Sanno che esistevano, anche all'interno della stessa firma, differenti livelli qualitativi e grazie al loro magnifico libro ora anche noi ne sappiamo di più.

Grazie alla loro pubblicazione abbiamo potuto leggere un listino prezzi originale del laboratorio Bazin ad esempio, che mostra chiaramente i diversi livelli qualitativi. Ci sono gli archi di prima fascia, probabilmente fatti da C.N. Bazin, ma ce ne sono anche da studio, e di livello così basso da essere prezzati alla dozzina!

Come detto, i Francesi danno valutazioni adeguate anche a questo tipo di oggetti, la cosa simpatica però, è che quando arrivano in Italia i prezzi iniziano a ballare in modo totalmente arbitrario.

Fatta eccezione per gli archi non certificati, di cui la nostra nazione sembra essere invasa; proprio in queste settimane me ne sono passati tra le mani alcuni, neanche lontanamente parenti dei nomi che millantavano e proposti a cifre indecenti. Anche su quelli certificati il rischio è notevole.

Sempre nelle ultime settimane mi sono capitati due oggetti non solo provenienti dallo stesso laboratorio, ma addirittura identici. Questi archi, ambedue certificati, che i Francesi stimano tra i 1000 e i 1500 euro, sono stati valutati in Italia, uno 3000 e l'altro 4500!!!

Se da un lato questa differenza è dovuta ad una genetica e viscerale tendenza del nostro popolo all'onestà, dall'altra c'è un problema di totale incompetenza di chi opera nel nostro settore.

La maggior parte dei ragazzi che studiano ad esempio, non sentendosi in grado di scegliere un arco si affidano solitamente all'insegnante. Anche ammettendo l'assolutissima buona fede da parte del maestro, rimane comunque il fatto che ogni braccio ha il proprio arco. Tralasciando anche questo dettaglio e prendendo per assunto che l'insegnante farà la scelta meccanicamente più giusta per l'allievo, rimane comunque il fatto che non conosco musicisti che padroneggino la storia e il mercato degli archi, a tal punto di poter dare valutazioni economiche affidabili.

Uno strumentista ad arco in Italia incontra molte difficoltà nel farsi valutare correttamente l'oggetto che è intenzionato a comperare e la causa di tale situazione è la volontà degli artigiani Italiani.

Arco da violino laboratorio C.N. Bazin

Mi spiego meglio. Se il mio collega ed io volessimo esercitare la nostra professione in Francia o in Germania, saremmo costretti a sostenere una sorta di esame di stato che attesti le nostre competenze. Ovviamente questo fa si che il livello qualitativo del lavoro offerto non sia mai inferiore ad un certo limite, ed in oltre crea una rete di controllo incrociato.

J.F. Raffin ha un bollo ministeriale per fare il lavoro che fa, e non solo deve rendere conto di quello che scrive, ma ci ha impiegato quasi quarant'anni ad averlo.

In Italia tutto questo non esiste. Uno va in camera di commercio, chiede un numero di partita IVA, e il giorno dopo scrive fuori dalla porta liutaio o archettaio; nessuno che ti domandi se quel lavoro lo sai fare o no.

Quando però, da genitori in cerca di archi o strumenti per i figli ci troviamo davanti ad una porta con su scritto liutaio o archettaio e tendiamo a credere che ci sia una certa competenza dietro. Non dico che non sia così, solo che non ne avrete mai la certezza.

Ovviamente con un po di esperienza si riesce a sfuggire a ciarlatani e delinquenti, anche se solitamente dopo aver preso delle solenni fregature. In più l'esperienza non mette comunque al riparo dai prezzi gonfiati; motivo per il quale gli archi Francesi antichi e non, in Italia sono proposti "sempre" più alti del loro reale valore. 

Arco da violino Morizot frère

Tornando alla camera di commercio, non si preoccupa di sapere se un Italiano sa o meno fare il lavoro, ne gli chiede titoli di studio. Se invece, come un amico e collega, sei Messicano, quindi extracomunitario, ti senti chiedere il diploma della scuola di archetteria.

D'altronde siamo un paese multietnico e antiraziale, o no?

A presto

Paolo