JACQUES AUDINOT; L'INFATICABILE

Artigiano capace e, come recita il titolo infaticabile, Jaques Audinot, come Winston Churcill, era solito raccontare ad amici e conoscenti, che per un riposo totale e completo gli erano sufficienti quattro ore per notte, e a giudicare dalla quantità di archi e strumenti prodotti, sono seriamente tentato di crederci!

Arco da violino Jacques Audinot

Figlio di Pierre Audinot, liutaio, impiegato nel laboratorio di Roger & Max Millant, relativamente zio e padre di Bernard, e di Marie Grampeix, Jacques nasce a Houilles il 29 Novembre del 1922.

Come a molti nati sotto la luce di una famiglia artigiana, anche il buon Jacques si trovò davanti la fatidica scelta: archi o strumenti. Nella prima parte della sua vita sembra preferire gli strumenti, e all'età di 14 anni inizia l'apprendistato nel laboratorio Millant, sotto la guida del padre e di Max.

Durante la Seconda Guerra Mondiale lascia temporaneamente il lavoro per unirsi per circa due anni alla resistenza. Tornato a casa si sposa con Paulette Delacellery il 16 Dicembre del 1944. Dalla coppia nasceranno tre figli: Michèle, Dominique, e Pascal.

Lavora come liutaio all'incirca fino al 1955, anno in cui, anche grazie all'amicizia con Jean-Jacques Millant, si appassiona all'archetteria.

Nel 1969, alla chiusura del laboratorio Roger & Max Millant, si unisce al liutaio Gabriel Houfflack, dedicandosi in particolare agli archi in ebano e oro.

Nel 1984 cede l'attività al figlio Pascal, e va a godersi la pensione sulla riviera Francese, e li muore il 6 di Luglio del 1992.

Arco da violoncello Jacques Audinot

Stilistica e rilevanza storica:

Il signor Audinot, oltre ad aver prodotto un enorme numero di archi, in proporzione al suo periodo di attività, è da considerarsi uno di quei pochissimi artigiani a cui va il merito del rinascimento dell'archetteria Francese.

Arrivata ormai al suo punto più basso, Marc Laberte, di cui ci siamo occupati la settimana scorsa ne è un purissimo esempio. Nella prima metà del Novecento, di quel che erano stati i fuochi sacri dei Tourte e dei Persoit, non rimaneva che un pugno di cenere nera e maleodorante.

La spinta della rinascita arriva negli anni Sessanta del '900, per mano di Bernard Ouchard, e successivamente di pochi altri artigiani come Jacques Audinot, e Jean-Jacques Millant.

Il lavoro di Bernard ci mette alcuni anni ad arrivare a Parigi, ma quando vi giunge, l'impressione da subito è che non si possa tornare indietro, e dopo aver conquistato Jean-Jacques Millant, le nuove/vecchie stilistiche e soprattutto meccaniche irretiscono anche Audinot.

Come si vede dalle foto, anche se la riconquista totale della forma e della meccanica ha richiesto alcuni decenni, già negli anni '70 del Novecento i profili di Jacques si aprono.

La testa, grazie anche alla diversa distribuzione della curva, ruota in avanti, la cresta si alza, e lo smusso si ritrae dando respiro alla forma.

La stessa cosa succede al nasetto, che si accorcia notevolmente rispetto a quelli di fine Ottocento, e in quest'autore in particolar modo tende a somigliare molto ad un incrocio tra Dominique Peccatte e Joseph Henry.

Arco da violino ebano e oro Jacques Audinot

Grazie a questi tre artigiani, Jean-Jacques Millant, Jacques Audinot, e ultimo, ma assolutamente fondamentale Bernard Ouchard, la scuola di archi francese è tornata a produrre artigiani eccellenti. Sfortunatamente però c'è ancora chi, per motivi puramente speculativi continua a dare un eccessivo credito ad alcuni artigiani, che la stessa suola Francese preferirebbe non aver mai conosciuto. Anche se per la verità ai giorni nostri, alcuni rappresentanti illustri di questa tradizione stanno iniziando a fare autocritica.

Approfondimenti:

BERNARD GEORGES LOUIS MILLANT; IL CUSTODE DEL TEMPO

MARC LABERTE O PRESSAPPOCO

BERNARD OUCHARD; L'UMILE EDUCATORE

JEAN-JACQUES MILLANT; L'ARTISTA 

ARCO DA VIOLINO COLLABORATION PECCATTE - HENRY 1840 - 45

A presto

Paolo