JEAN-FRANCOIS RAFFIN; L'ELETTO

Nella scuola Francese di archi, come spesso vi ho detto, il caposcuola in carica ha anche il delicatissimo compito di scegliere il proprio successore. E anche in questo caso dobbiamo ampiamente ringraziare il M° Bernard Millant, per aver selezionato uno dei talenti più fulgidi dell'archetteria contemporanea; il Maestro Jean Francois Raffin

Jean Francois Raffin

Parlando di talento, che nella nostra professione ha molteplici aspetti, non mi riferisco a quello puramente costruttivo, anzi. Fatta eccezione per gli esempi fotografati nel "loro" libro L'Archet, non ho mai avuto la fortuna di vedere dal vivo un arco del Maestro.

Dalle foto che ho visto, sembrano essere eseguiti tecnicamente in modo perfetto, ma non mi consentono di esprimere una mia opinione sull'artigiano, che vada al di la di questa. Conoscendolo personalmente ho potuto però rendermi conto di quale e quanto grande sia il talento di quest'uomo.

Il M° Raffin, parlando di archetteria naturalmente, ha una capacità visuale e mnemonica che non ho mai visto in nessun altro collega. Ricordare, smussi, gole, difetti di vista, ecc., ecc., ecc., di ogni singolo archettaio di Francia, e saperli riconoscere in meno di cinque secondi, vi assicuro non è assolutamente affar di poco conto.

Lo provo molto spesso direttamente sulla mia pelle. Quando qualcuno mi mostra un arco, ho sempre un piccolo brivido sulla schiena, che spesso si trasforma in soddisfazione, perché la luce si accende e capisco chi lo ha costruito, altre in sgomento quando la memoria fa i capricci.

Mi è recentemente successo durante un convegno. Lo guardavo, ma la luce si accendeva solamente a metà; sapevo di averlo visto, ma dove? Quando me lo hanno detto sono arrossito dalla vergogna; ecco dove lo avevo visto! Un raro esempio di primissimo periodo Sartory; il periodo Hoyer per capirci.

In quella tre giorni di confronti avevo riconosciuto qualsiasi cosa mi avevano messo davanti e sono caduto in un vuoto di memoria con Sartory.

Quello che è capitato a me, vuoi per l'esperienza o per il talento, al M° Raffin non succede mai; davanti ad ogni certificato puoi capire esattamente quello che ha pensato e perché lo ha scritto così.

Ultimo allievo della vecchia scuola di Mirecourt, Jean Francois Raffin nasce a Parigi da Maurice e Henriette Bourdier il 20 di Maggio del 1947 e appena terminati gli studi e assolto agli obblighi di leva, inizia a frequentare il modo degli strumenti nel laboratorio Hilaire-Apparut sotto la direzione di Jean Eulry.

Quando nel 1968 arriva a Mirecourt, la depressione economica che in quegli anni interessò la Francia, aveva decimato il laboratori artigiani; lui riesce comunque a trovare impiego in uno degli ultimi rimasti. Come già detto riceve una formazione alla vecchia maniera; dieci ore al giorno "senza proferire parola", come scrive nel suo libro.

Nel 1971 è uno dei primi diplomati, insieme all'amico Philippe Bodart, alla nuova Scuola Nazionale di Liuteria.

Il 1971 è anche l'anno in cui si sposa con Bernadette Antoine, che gli darà due figli: Sandrine, che prosegue la professione paterna, e Nicolas.

Dal '71 al '72 è assistente del M° Etienne Vatelot, ma solo pochi mesi dopo fa l'incontro più importante della sua vita.

Nel 1972 diventa assistente del M° Bernard Millant, con il quale rimarrà per diciassette anni; fino al 1989. Lavorando con per il M° Millant, di cui presto diviene il braccio destro, ha l'opportunità di vedere, conoscere, e apprendere, tutti i trucchi della scuola Francese.

Nel 1977 riceve il "Prix de la Couronne", e nel '79 vince la medaglia d'argento come "Miglior operaio di Francia".

Nel 1989 lascia il M° Millant e apre la sua attività a pochi passi da quella del suo Maestro, in rue de Rome n° 68, e dal 1996 è "Esperto per la Corte d'Appello" di Parigi.

Nei dieci anni che precedono il 2000, oltre a specializzarsi nel restauro, si dedica, con il M°Millant e il M° Le Canu, alla stesura del testo più completo mai redatto dedicato agli archi "L'Archet".

Dopo la pubblicazione del libro la sua carriera ha avuto, giustamente, un impennata verso l'alto. Nel 2004 è membro della commissione del concorso "Etienne Vatelot" di Parigi, ed è invitato a tenere conferenze in ogni parte del mondo.

Dotato come già detto di un talento veramente fuori dal comune, oggi i suoi certificati sono accettati ovunque, anche se, arrivato in prossimità della pensione, in questo momento è lui che deve scegliere il successore della scuola Francese.

Alcuni nomi sono già nell'aria anche se non confermati, tra i quali sfortunatamente non c'è il mio. Quando gli ho chiesto di diventare suo allievo mi ha risposto, dispiaciuto ma fermo che: - "Sa, io ho sulle spalle il futuro della scuola Francese, e anche se vedo che lei ha capacità non comuni ed è molto preparato, purtroppo non è Francese"-.

Buon Natale, buon anno, e a presto

Paolo