JOSEPH RENE LAFLEUR; L'INQUIETO

Anche se ogni archettaio ha il suo carattere e la sua storia, c'è comunque un particolare che li riunisce tutti; chi diviene archettaio, arriva con la pialla in mano alla fine dei suoi giorni. Tutti eccetto uno; l'inquieto Lafleur.

Arco da violino Joseph René Lafleur 1840

Un affinità elettiva mi avvicina a questo signore, che accidentalmente è anche uno degli archettai più importanti della scuola Francese; il sentimento dell'inquietudine.

Nato a Parigi l'8 Giugno 1812 da Jaques Lafleur, liutaio e archettaio, e Francoise Jaqueline Chéron, Joseph René, al contrario di tutti gli artigiani dell'epoca arriva alla professione dell'archetteria molto avanti negli anni.

Nel primo periodo della sua vita sembra che abbia esercitato due professioni distinte; il liutaio e il violinista. Fino agli inizi degli anni '30 dell'Ottocento, quando decide di dedicarsi interamente all'archetteria.

Nel 1833 muore il padre, e René inizia a frequentare il laboratorio di Francois Lupot II, per cui lavorerà fino alla morte di quest'ultimo, nel 1838.

Si sposa una prima volta con Chaterine Rouget, ed in seguito alla prematura morte, il seconde nozze con Thérèse Wagner, che gli darà un figlio; Louis Alphonse. Liutaio che timbrerà anche alcuni archi.

Successivamente alla morte di Lupot, apre la sua attività al numero 9 di rue du Petit Carreau, e da questo momento iniziano i primi segni di inquetudine.

Invece di mettersi a costruire in modo forsennato, come molti suoi colleghi contemporanei, inizia a fare ricerca e alcuni dei risultati, anche se non proprio tutti, si sono dimostrati utili e funzionali.

E' abbastanza accertato ad esempio, che l'introduzione della coulisse in argento che protegge l'ebano del nasetto sia sua. E' altrettanto sicuro che l'individuo appartenesse più alla categoria degli inventori, che a quella dei ricercatori.

Si perché quest'uomo, nella prima metà dell'Ottocento, ha avuto l'ardire di costruire un arco molto difficile da realizzare anche ai nostri tempi;oltre che totalmente inutile. L'arco "multistrato".

L'oggetto era costruito incollando insieme cinque pezzi di legno in senso longitutinale, pensando di dare più forza. Inutile dire che il risultato non fu dei migliori. Immaginate come suonerebbe un arco costruito in multistrato marino!

Dopo il 1865 abbandona l'archetteria e si dedica alla professione di editore musicale fino alla fine della sua vita; il 19 Febbraraio 1874.

Gli Archi

Oltre ad esser stato uno sperimentatore alle volte un po eccessivo, era anche e soprattutto un archettaio di ottimo talento.

Meno creativo nella stilistica che nella meccanica, Lafleur cerca ispirazione nei suoi maestri e colleghi. In un primo periodo segue naturalmente le idee stilistiche di Francois Lupot II, e successivamente alla morte del Maestro, come avete visto dalla foto di apertura, si muove in direzione di Nicolas Léonerd Tourte, dal quale prende anche il particolare degli smussi che si congiungono nel centro della gola posteriore.

Agli inizi degli anni '50, modifica nuovamente lo stile, avvicinandosi molto a Maire, che probabilmente conobbe personalmente dal momento che in quegl'anni quest'ultimo si trasferì a Parigi per lavorare per Jean Baptiste Vuillaume.

Le creste si alzano proiettandosi in avanti e ricordando veramente molto il collega, lo smusso però si mantiene più piccolino, dando una presenza eccessiva alla testa.

Anche i nasetti subiscono l'identico percorso. Allungati e con gole profonde e rotondeggianti nel primo periodo, per poi trasformarsi gradualmente e divenire più corti e con gole decisamente di sezione rettangolare; a ricordare più Maline (quello puro), che Maire in questo caso.

Oltre ad avere una mano eccellente e un innata leggerezza di espressione, Lafleur ha avuto un enorme fortuna, di cui ha beneficiato anche Dominique Peccatte tra l'altro; essere vicino a Francois Lupot II. Originario di Orleans, città dove era facile procurarsi del pernambuco, per via delle numerose industrie tessili. Ricorderete che veniva usato per ottenere la colorazione rosso porpora delle stoffe. 

Artigiano particolare, i suoi archi sono molto spesso paragonabili a quelli dei colleghi più blasonati. Legno di primissima qualità, taglio delle forme e meccanica eccellenti, non è facilissimo vederne uno, e questo anche il motivo di così poca notorietà.

Purtroppo è il destino degli inquieti, alcune volte investono il tempo nel pensare e realizzare innovazioni come la coulisse, che ancora usiamo. Altre volte invece sono talmente irrequieti da non accorgersi che stanno teorizzando un idiozia come l'arco "componibile"!

Approfondimenti:

FRANCOIS LUPOT II 1820 c.ca

NICOLAS LEONARD TOURTE dit "L'Ainè"; IL FRATELLO

NICOLAS REMY MAIRE; IL DIMESSO

I CARATTERI DI VUILLAUME

NICOLAS MALINE; L'ARCHETTAIO IMPRESARIO

MAIRE 1855 - 60

IL DIO PECCATTE

FRANCOIS LUPOT II; IL CAMALEONTE

A presto

Paolo