LA FORMULA UNO E LA CINQUECENTO

Queste sono due macchine. Ambedue hanno quattro ruote, uno sterzo, un pedale del freno e uno dell'acceleratore, e un motore. Ma la differenza è evidente: una è un 6000 (anzi, visto i risultati ottenuti quest'anno, un 5700 abbondante), l'altra è un 5100!

      

Queste due vetture sono bellissime entrambe. Una è il massimo della tecnologia asservita alle quattro ruote, l'altra è un piccolo capolavoro di design industriale, che ha fatto storia quanto e più della prima; ma credo che a nessuno verrebbe in mente di correre un gran premio con una cinquecento.

Queste due macchine hanno scopi ed utilizzatori molto diversi tra di loro. La prima è studiata e costruita per girare su una pista a 300 chilometri orari, e ogni dettaglio, pilota compreso, fa parte di un meccanismo delicatissimo e perfetto, che anche il più piccolo problema di assetto può compromettere.

La buona vecchia cara Cinquecento invece non si fermava mai! L'impianto elettrico era costituito da quattro fili; potevi tranquillamente andartene in giro con una ruota sgonfia, o con gli ammortizzatori scarichi, perché comunque, anche se il motore non si fermava mai, al posto dei cavalli vapore aveva gli asinelli carbone, e non ti spingevano molto più in la dei 60 Km/h; e soprattutto non c'era assolutamente bisogno di un pilota esperto, tutti saremmo in grado di guidarne una.

Ho fatto tutto questo preambolo automobilistico, perché per gli archi è esattamente la stessa cosa. Un grande arco, come una macchina da pista deve essere perfetto, altrimenti si rischia di sbandare.

Spesso vedo strumentisti suonare archi con problemi enormi, uno dei più comuni è il piatto di curva (La Curva), e sembrano non accorgersene. Il motivo è semplice e facilmente spiegabile. Se ben vi ricordate, il piatto di curva e soprattutto l'angolo secco che lo precede provocano un repentino cambio di greep nell'aderenza sulla corda; se l'arco è una Ferrari da pista un difetto come questo può essere quasi completamente invalidante, ma se è una Cinquecento, diventa poco più di un fastidio; proprio come un ammortizzatore un' po scarico.

Non meno importante è l'esecutore, o pilota. Sono sicuro che se provassi a fare un giro di pista con una F1, non riuscirei neanche a partire dai box, tanto è complesso il meccanismo di questa vettura. Allo stesso modo i buoni archi, costruiti correttamente, hanno bisogno di un altrettanto capace strumentista per essere sfruttati al meglio altrimenti si rischia di "finire a muro".

Anche dal lato tecnico/costruttivo ci sono delle differenze sostanziali. Nel costruire una macchina da pista, i progettisti devono tenere in conto ogni particolare, anche il più piccolo, cercando di armonizzare potenza e guidabilità, e sfruttando al massimo tutte le risorse per essere più competitivi degli avversari. Con il Cinquino le cose sono più semplici, non è così estremo, e non sono sicuramente servite le conoscenze dei tecnici Ferrari per costruirlo; bastava meno. Provate però a pensare ad uno scambio di ruoli. Immaginatevi la Cinquecento con il motore della Ferrari, magari legato sopra al tetto, e viceversa. La F1 diventerebbe la più bella mascotte del mondiale, ma ovviamente finirebbe le gare largamente oltre il termine delle due ore normalmente concesse; la Cinquecento invece decollerebbe alla ricerca di nuove galassie. Allo stesso modo è il legno. Una grande bacchetta ha bisogno di un artigiano esperto, che non si limita a piallare e appiccicare nasetti. Come vi ho già detto la scorsa settimana il nostro "Mr. 6067" ha fatto impazzire il M° Navea Vera, e sicuramente in mano ad un archettaio meno esperto non sarebbe diventato così.

Naturalmente tra la Ferrari e la Cinquecento ci sono molte vie di mezzo: la Rolls ad esempio. Come nel caso del Cinquino, potete solamente andarci a fare la spesa e poco più, ma lo fate più comodi e con il massimo dell'eleganza e raffinatezza. In questo caso le Rolls sono gli archi antichi; costruiti da grandi maestri e meravigliosi da vedere (la settimana scorsa sono impazzito per il bottone di un Persoit da violino), ma anche se ben conservati riusciranno difficilmente a superarne uno moderno altrettanto ben ben fatto, perché come già detto sono delle molle e con il passare del tempo si scaricano (La Molla Perfetta), perdendo molta della capacita di trasmettere il suono che avevano appena costruiti.

A presto

Paolo