LA GENIALE UMILTA'

Qualsiasi cosa tu faccia nella vita, il tuo essere sarà osservabile nel tuo operato. Ed è per questo motivo che Jean Pierre Marie Persoit è uno dei miei due archettai preferiti.

Bacchetta arco da violino J.P.M.Persoit 1820/25

Sfortunatamente per voi, e anche per me, possiedo in archivio solo le foto di un Persoit. E altrettanto sfortunatamente, questo bellissimo arco da violino purtroppo non è originale in tutte le sue parti, ma almeno ha una storia da raccontare, e ci rivela molto sul carattere di questo artigiano.

Smusso sinistro

Questo arco da violino, o meglio la sola bacchetta, è stata ritrovata da un caro amico e cliente, definito davanti a me dallo stesso Raffin, "molto fortunato", su una bancarella in una fiera paesana, e acquistato per l'enorme cifra di cinquantamila delle vecchie lire. Lo scorso anno, quando l'ho portato a Parigi è stato stimato trentacinquemila euro!

Cresta

Ma la cosa più importante almeno per me, è che mi permette di dedurre alcuni aspetti caratteriali di questo artigiano.

Smusso destro

L'arco risale al periodo in cui lavorava per J.B.Vuillaume, all'incirca il 1825, ma osservando la scelta del materiale, molto chiaro e leggero (adesso lo vedete scuro, ma duecento anni di sole abbronzerebbero chiunque), si intuisce che probabilmente non è stato costruito per lui, ma magari a casa, la sera dopo cena.

Vedete, si deve a Vuillaume la grande tradizione e scuola d'archetteria Francese, come vedremo più avanti il suo laboratorio è stato fondamentale per far si che raggiungesse il livello che aveva. Ma non si può certo dire che con i suoi operai fosse di manica larga. E come ricorderete Persoit, aveva quattro figlie da mantenere, per cui la notte non dormiva e lavorava. "Per mettere un pezzo di pane e un panetto di burro sul tavolo", come dice Francois Malo nel libro di Childs. Probabilmente questo arco sarà veramente servito a saldare il conto col fornaio, che magari ha ostiato dovendo accettare come pagamento uno stuzzicadenti di cui non sapeva che farsene. Le condizioni della bacchetta infatti sono eccezionali, e probabilmente, grazie alle "strade traverse" che ha seguito, è stata suonata pochissimo, ed ancora oggi funziona in maniera perfetta.

Nasetto e bottone, copia Atelier J.F.Raffin a Paris

Un altro aspetto del carattere di Persoit, oltre a quello di lavorare molto e farsi pagare poco dal sig. Vuillaume, è che non riusciva a lavorare male. Nonostante questo arco non fosse destinato a un grande musicista, è eseguito in modo perfetto, e questo vuole dire che non lo ha fatto così bello perché lo pagavano bene, ma perché si è divertito nel costruirlo. "Gli piaceva fare archi!".

Un altro indizio di che cosa cercasse dal suo lavoro è l'origine del suo timbro; raccontata sempre da Malo nel Chils.

Pensate che per anni si è pensato che il suo cognome fosse Persois, e non Persoit, ovviamente ingannati dall'acronimo del timbro, P  R S. Ma come avrete notato, sia nel titolo del post scorso, sia ora, ho usato una spaziatura anomala, anche se non proprio uguale a quella del timbro. Questo perché il timbro P  R S, altro non è che un vecchio timbro PARIS,  a cui Persoit aveva limato via la "A" e la "I". La spaziatura anomala dipende dalla diversa grafia delle due lettere.

In oltre si crede che il timbro addirittura non fosse un idea sua ma di Vuillaume, per distinguere gli archi fatti per lui da quelli costruiti per altri. Pensate quanto era piccola la mania di protagonismo di questo Grande.

Parlando di estetica, le linee della testa sono di un armonia rarissima da trovare. Le forme ricordano naturalmente F.X.Tourte, ma sono più serene e leggere di quelle del grande maestro. Il taglio degli smussi è netto, deciso, e molto importante, ma nonostante questo, grazie ad una differente curvatura della gola in relazione alla linea della guancia, il risultato che ottiene è molto più leggero. L'effetto che fa messo in relazione con; la discesa del profilo, che ha una linea nettamente rientrante, anche se sempre molto morbida; l'inclinazione della casetta; e la curva della scarpetta, è quasi quella di un sorriso; e se lo la guarderete con attenzione vedrete comparire lo spirito di quel gioioso e burlone di Persoit.

So di aver fatto un discorso un tantino complicato, se aveste l'arco in mano sarebbe più semplice, ed in oltre vi prometto al più presto un esploso con tutti i nomi delle varie parti, ma per adesso. Guardatelo e basta; basterà!

La meccanica è perfetta! Ho avuto occasione di farlo provare al M° Boris Belkin, e mi ha immediatamente offerto l'esatto ammontare del valore stimato da Raffin. Sfortunatamente il mio amico non vendeva, e sinceramente lo posso capire; è veramente stupendo.

L'arco è a sezione rotonda e la bacchetta è tirata perfettamente. La curva, anch'essa altrettanto perfetta, è simile a quella utilizzata da Tourte, ma dipendendo questa dalla sensibilità dell'artigiano oltre che dalla validità di un progetto, fa suonare l'arco in modo diverso. Mentre i Tourte hanno solitamente una potenza aggressiva, i Persoit sviluppano volume sonoro in maniera più morbida e avvolgente; anche se non meno sonora.

Un Artigiano dello stesso livello assoluto di Fracois Xavier Tourte, forse l'unico altro come lui, praticamente sconosciuto alla maggior parte voi!

Come vi ho detto all'inizio, Persoit non è l'unico archattaio da me amato, e è incredibile alle volte, come sia possibile scrivere una storia e raccontarne due.

A presto

Paolo.

A Daniel