NIKOLAI FERDINANDOVICH KITTEL; LO ZAR DI TUTTI GLI ARCHETTI

Una massima Russa recita : "La cosa più preziosa che esista è l'informazione", e credo che rispecchi perfettamente l'immagine di un popolo geniale e completamente folle, che sembra però voler tenere nascosto molto di se. D'altronde nel corso della loro storia all'enigmatico Rasputin hanno tolto il "Ras", ma il mistero è rimasto!

Arco da violino Nikolai Kittel

Ho aspettato più di due anni dall'uscita del libro a Lui dedicato, prima di rivolgere le attenzioni verso un personaggio come Nikolai Ferdinandovich Kittel. L'occasione di esporvi tutti i miei dubbi e le mie perplessità sul lavoro di questo signore, mi viene dallo studio compiuto sull'arco anonimo illustratovi la scorsa settimana. L'arco in questione non è ovviamente un Kittel, ma ha con questo artigiano una linea di congiunzione che cercherò di far emergere nei prossimi post.

Come ricordavo in apertura, il popolo Russo ha un quarto di mistero nel sangue, lo stesso che sembra avvolgere colui che si guadagnò il soprannome di "Tourte Russo".  Nonostante il magnifico libro uscito appunto ormai più di due anni fa sia ricchissimo di contenuti storici, foto di archi e misure veramente ben fatte, lascia però molte domande senza una risposta soddisfacente. Una su tutte: chi gli insegnò a costruire gli archi. Ma andiamo con ordine.

Le prime notizie certe sulla vita ci arrivano dal certificato di matrimonio del 27 Luglio 1841, dove dichiara di avere 35 anni, consentendo di datare la Sua nascita tra il 1805 e il 1806. Anche se nato a San Pietroburgo le origini sono probabilmente Austriache.

Dal certificato di apprendistato, datato 3 Luglio 1825, si conosce il nome del suo maestro; il liutaio Nevall di San Pietroburgo.

Del 1827 è il primo violoncello con etichetta Kittel, del 1828 l'impiego come Liutaio dell'Orchestra Imperiale, e nel 1835 riceve l'incarico di Fornitore della famiglia dello Zar.

Nel 1841 come già detto si sposa con Carolina Luisa Tornau e dal matrimonio nacquero due figli. Nikolai Jr. (1843), anche Lui liutaio, e Katarina (1844).

Nel 1858 effettua il suo primo ed ultimo viaggio fuori dai patrii confini. Si reca a Parigi e a Mirecourt attraversando la Germania. Uno dei motivi di questo viaggio è probabilmente il prendere accordi con colleghi Europei affinché accettassero il figlio come apprendista. Infatti nel 1859 Nikolai Jr. si sposterà a Mirecourt, dove rimarrà per due anni nel laboratorio di Honoré Derazey.

Nikolai Ferdinandovich Kittel muore il 14 di Aprile del 1868 a San Pietroburgo. Sempre nello stesso anno a Giugno, Nikolai Jr. riceve l'incarico che già fu del padre, di Fornitore della famiglia dello Zar.

Nel 1873 Nikolai Jr. vende la sede del negozio che fu del padre, all'incrocio tra la Prospettiva Nevski e via Michael, e al suo posto venne costruito lo Evropeyskaya Hotel. Albergo ancora oggi esistente che ospitò, tra gli altri, anche Glenn Gould in occasione della Sua storica tournée nella primavera del 1957.

Sempre nel 1873, viene sostituito da Johann Arkhusen, come Liutaio del Teatro Imperiale.

La storia dei Kittel nella liuteria si chiuderà con la morte di Nikolai Jr. nel 1893.

Arco da violino Nikolai Kittel in oro e tartaruga dedicato a J.K. Pickel concertmaster all'Opera Russa di San Pietroburgo ( immagine dal libro The Bows of Nikolai Kittel - Grunke, Gabriel,Chin - 2011)

Di Nikolai e della Sua vita si sa ben poco altro di certo. Ebbe sicuramente modo di incontrare alcuni dei migliori strumentisti dell'epoca e di confrontarsi con loro. La corte di San Pietroburgo era culturalmente molto vivace e attirava a se strumentisti di primissimo piano come Pierre Rode, che vi rimase come primo violino dello Zar dal 1804 al 1808, o come Ludwig Maurer che nel 1834 eseguì la prima del Concerto per violino di Beethoven.

Da uno di questi famosi musicisti, Henri Vieuxtemps, che frequentò la corte Pietroburghese per quasi quindici anni, e da un Suo arco arriverebbe l'ispirazione che secondo la teoria oggi accettata avrebbe permesso al liutaio Nikolai Kittel di trasformarsi nel "Tourte Russo".

Come avrete capito la spiegazione fornita dagli autori del libro non mi ha soddisfatto pienamente, e anche se approfondiremo nel prossimo articolo, per quanto possibile, il lavoro di Kittel come archettaio, vi lascio in compagnia di un commento fatto da una persona sicuramente informata sui fatti.

"Mio padre, anche se non gli furono mai accreditati, costruì gli archi che resero famoso Kittel. I Kittel non ne costruirono mai alcuno".

A presto

Paolo