PECCATTE vs SARTORY

Dopo alcune settimane di acustica generale, ho deciso di tornare ad affrontare uno degli aspetti fondamentali dell'arco; "La curva". Nei vari post dedicati a questo argomento abbiamo cercato di stabilire quando la curva di un arco è eseguita correttamente. Adesso proveremo ad addentrarci più approfonditamente nei segreti della meccanica dell'arco, e per farlo ci faremo aiutare da due monumenti dell'archetteria moderna: Peccatte, e Sartory.

L'evoluzione della curva dell'arco ha richiesto anni di studio ed esperienza, ed è andata di pari passo con l'evoluzione degli strumenti. Gli archi primitivi ad esempio avevano la curva opposta a quelli moderni. Non possedevano alcuna meccanica del nasetto, e quindi per tendere i crini si utilizzavano le dita della mano destra. Naturalmente un mezzo di questo tipo non permetteva evoluzioni virtuosistiche, e gli artigiani per venire incontro alle esigenze dei musicisti iniziarono a cercare il modo di perfezionare questo strumento.

La curva si è abbassata fino a diventare dritta, ed in seguito opposta, ed è comparso il meccanismo del nasetto, prima a cremagliera, e poi a vite.

Durante tutto il periodo barocco e neo-classico, gli archi avevano curve molto differenti tra di loro. Gli artigiani avevano capito che la curva convessa era sicuramente migliore della bacchetta dritta, ma a causa della diversità dei materiali usati non avevano la possibilità di stabilirne i canoni.

Dopo la nascita del più grande genio dell'archetteria moderna, Francois Xavier Tourte, fu possibile iniziare a studiare quale fosse la meccanica più efficace da applicare al nuovo legno da lui scoperto.

La prima volta che se lo trovò davanti, oltre ad intuirne le enormi potenzialità sonore e meccaniche, Tourte capì che il pernambuco era un legno capriccioso e difficile da addomesticare. Dovevano assere studiate nuove dimensioni (testa e nasetto), nuove lunghezze e soprattutto nuove curve.

Il contributo dato da questo enorme maestro, ritenuto a ragione il "Padre dell'Arco Moderno", è stato assolutamente fondamentale ed incomparabile. Ho avuto l'opportunità di vedere molti lavori di questo grande, e parlando strettamente di curva, altrimenti rischio di dilungarmi troppo, è possibile intuire che seppur allo stato embrionale egli aveva già fatto tutto!

Non è stato comunque l'unico a cercare di perfezionare la curva dell'arco moderno. Contributi importani furo dati da altri eccellenti maestri, Vuillaume, Pajeot, Persoit(meno conosciuto di Tourt, ma non meno geniale). Ogni uno di questi artigiani ha interpretato la curva a suo modo, ma con l'andar del tempo le strade da percorrere sembravano essenzialmente due; una che oggi chiamiamo "Antica", e l'altra "Moderna". I personaggi di riferimento, che cristallizzarono e definirono le curve degli archi che conosciamo oggi sono, Dominique Peccatte per l'antica, e Eugene Sartory per la moderna.

Ovviamente il titolo del post è puramente scherzoso, non esiste una curva migliore tra le due. Ogni una ha dei punti deboli ed altri forti, e gli artigiani e i musicisti scelgono una o l'altra a seconda del risultato che vogliono ottenere.

Al giorno d'oggi la curva più diffusa è sicuramente la "Sartory", più semplice sia da suonare che da costruire e da degli ottimi risultati sia meccanici che sonori, la "Peccatte" richiede invece, sia un grande artigiano che un ottimo musicista. Ma quando queste due componenti si incontrano i risultati sono inimmaginabili. E così avete anche scoperto qual'è che preferisco.

La prossima settimana il dettaglio delle differenze

A presto

Paolo.