RESTAURO ARCO VICTOR FETIQUE

Questa settimana giochiamo all'oggetto misterioso.

Che cosa sono, e soprattutto a che cosa servono i due strani oggetti raffigurati nella foto qui sotto?

La soluzione all'interno del post!

Ebbene, questi due oggetti sono la testimonianza di un lavoro mal fatto, ma partiamo dunque dall'inizio. Alcune settimane fa è arrivato in laboratorio un cliente con un arco da violoncello Victor Fetique da restaurare.

L'arco in questione presentava tre fratture molto brutte nella zona del capezzolo. Questo tipo di rottura è solitamente provocata da un colpo secco sul fondo del bottone che fa letteralmente esplodere la parte finale della bacchetta.  

Di solito questo problema si presenta quando il secondo foro(dove appoggia la testa della vite), è troppo profondo, e la vite del bottone poggia non sul secondo foro, ma sul capezzolo. In questo modo il colpo invece di essere assorbito dall'intera bacchetta, si scarica interamente sul capezzolo. Ma nonostante il difetto di costruzione, la rottura era comunque troppo estesa per dipendere solo da questo. 

Il motivo di una rottura così grave è anche la soluzione del piccolo quiz iniziale.

L'arco aveva già subito una frattura simile, ma purtroppo il restauratore che ha eseguito il lavoro non aveva le idee molto chiare. Per prima cosa ha giustamente asportato parte della bacchetta originale, per poi inserire un nuovo pezzo di legno e ricostruire il capezzolo. E fin qui tutto bene. Il problema è che per rendere il restauro più solido deve essere usata una fresa conica e non cilindrica. Ma anche questo potrebbe essere tollerato. Il vero dramma è che ha sbagliato a rifare i fori, e gli strani oggetti in apertura del post ne sono la dimostrazione.

Come dicevo, dopo avere inserito il nuovo pezzo ha provato a fare i fori, ma avendoli sbagliati, è stato costretto ad aprire di nuovo con una fresa, inserire un altro cilindro di legno e forare nuovamente. Quando il M° Navea Vera ha inserito l'arco nell'acetone per scollarlo, è uscita fuori la magagna!

Dopo averlo lasciato a mollo fino a che la colla non si è completamente sciolta, il M° Navea Vera, per prima cosa lo ha fasciato con degli elastici, per rinforzarlo e poterlo fresare nuovamente, ma era talmente mal ridotto, che si è reso necessario un sostegno più robusto.

Per mettere in sicurezza la bacchetta è stato costruito un cilindretto forato dello stesso diametro e poi è stato aperto nuovamente il foro.

Ed ecco l'incollaggio finito. Le crepe chiuse ed il capezzolo rifatto.

Il nasetto non era messo molto meglio. Il foro del gambo della madrevite, con il tempo e le molte sostituzioni si era spanato, la coulisse non aveva i chiodini di fissaggio ed era stata incollata più volte senza mai essere pulita dalle colle precedenti, in oltre c'era una crepa anche sul lato destro del nasetto (guardando la foto qui sotto si può vedere nell'angolo di destra).

Dopo averlo tenuto a bagno nell'acetone, per ripulirlo dalle vecchie colle, si è proceduto all'incollaggio della crepa, dopo di che ci si è occupati di ricostruire l'alloggiamento per la madrevite

Il Maestro Navea Vera, dopo avere alesato il foro, ha costruito un piccolo cilindretto in ebano da inserirvi dentro.

Una volta che la colla ha fatto presa ha asportato l'eccedenza portandola al livello della base dell'ottagono.

La coulisse che era ormai completamente deformata è stata rimessa in forma e poi incollata nuovamente.

Dopo l'incollaggio sono stati rimessi i chiodini, riaperto il foro del gambo della madrevite e filettato nuovamente.

Che dire, se nessuno ci avesse messo le mani precedentemente, il restauro sarebbe stato più semplice, ma fortunatamente per il cliente, che se ne è andato via saltellando di felicità, abbiamo in laboratorio un piccolo mago!

A presto

Paolo