RIFLESSIONI SULL'ARTE

Leggendo l’ultimo post dell’ing. Simone Bianchi mi sono venuti alcuni dubbi:

avevo sempre pensato che si possono definire arte la musica, il teatro,la danza,la pittura, la scultura, la poesia, la letteratura, l’architettura, la fotografia (ho dimenticato qualcosa? ditemelo, non voglio offendere nessuno omettendolo...comunque il concetto è chiaro).

 

Ma che cosa fa diventare queste discipline arte e altre creazioni dell’uomo no?

Sicuramente è arte quando l’artista riesce a trasmettere all’ascoltatore un sentimento, un’emozione. E’ arte quando gli comunica qualcosa.

Allora l’arte è un linguaggio? No, perché ogni ascoltatore recepisce un messaggio diverso.

 

L’artista provoca una reazione dentro di noi, in qualcosa che abbiamo già dentro. Ognuno ha in sé un bagaglio di sentimenti e esperienze diverso dall’altro, e di conseguenza ognuno viene sollecitato in modo diverso.

 

Le grandi opere d’arte hanno per noi sempre qualcosa di familiare, perché ci troviamo qualcosa di profondamente nostro, ma allo stesso momento ci stupiscono come qualcosa di assolutamente nuovo. Solo allora sono commoventi e ci fanno riflettere.

 

Una "creazione" dell'artista può:

fare riflettere,

illuminare,

far cambiare il modo di pensare o di vedere il mondo,

tirare fuori ricordi perduti,

dare gioia,

farti sentire non più solo,

consolarti,

trasportarti in un mondo diverso (!),

farti aprire uno spiraglio di speranza,

o semplicemente stupire.

E' qualcosa che ti fa vivere il giorno dopo diversamente.

 

Credo che tutte le creazioni dell'uomo che provocano queste reazioni sono arte.

 

Credo che l’arte succede necessariamente tra persone, al momento che passa dall’artista all’altra persona (anche la pittura che è ferma da anni al museo, emoziona lo spettatore al momento della visione, perché è in quel momento che la creazione si confronta con la mente della persona che ha di fronte).

Di solito la direzione è da artista a spettatore, ma a volte anche l'artista può percepire molto dello spettatore, quando crea di fronte al pubblico, come per esempio il musicista (purtroppo non riguarda gli artisti figurativi e i compositori).

 

E’ come una comunicazione, ma molto più profondo.

 

Fin qui il mio modo “tradizionale “ di intendere l’arte.

 

Ma se adesso faccio il percorso inverso rispetto a prima, cioè comincio con i “sintomi” dell’arte, prendendo per esempio la frase “Credo che tutte le creazioni dell'uomo che provocano queste reazioni sono arte”, allora forse dobbiamo aggiungere alla lista delle discipline ancora qualcosa.

 

Prendiamo un grande strumento musicale come esempio, uno Stradivari. (Lasciamo a parte un attimo l’aspetto estetico che per molti lo fa diventare già senza suonare un’opera d’arte). Il musicista che suona lo Stradivari già mentre studia scopre delle sonorità e delle risposte di emissione che con un altro strumento gli sarebbero sconosciuti. E’ lo strumento che gli porge un mondo nuovo di risorse espressive.

Credo che per il fortunato musicista sarebbe già lunga la lista di aggettivi e affermazioni sulla natura dell’arte descritti sopra che calzano alla sua situazione.

Se adesso ci spostiamo nella situazione concerto non facciamo fatica a vedere come anche l’ascoltatore partecipa e percepisce le meraviglie che si creano tra strumento e musicista. Non è forse un’emozione ascoltare anche una sola nota di uno strumento di Stradivari (naturalmente suonato “come dio comanda”)? Allora non sentiamo solo la sonata di Brahms, ma dentro c’è anche il mondo sonoro creato dall’artista Antonio Stradivari (e con un Guarneri o Montagnana sarebbe ancora un altro mondo sonoro).

 

Allo stesso modo l’arco gioca un ruolo equivalente...Un buon arco da al musicista i mezzi funzionali per usare il suo strumento. Ma un grande arco è molto di più: rende realizzabile una qualità di suono e di emissione altrimenti non pensabile, dà la possibilità di pianissimi con colori mai immaginati, crea una qualità di suono nel balzato e staccato che arrichisce la varietà espressiva del musicista.

La visionaria sensibilità del archettaio piega la bacchetta in una curva che fa fondere le dinamiche muscolari del musicista con l’adesione sulla corda. Crea così l’illusione di poter controllare la risonanza dello strumento direttamente con i muscoli senza dover tenere conto di troppi fattori meccanici. Avvicina in questo modo l’esecutore alla musica.

Si potrebbe dire che l’archettaio abita dentro la dinamicità della creazione musica. Allo stesso momento dà la possibilità al musicista di “parlare più liberamente”.

Per l’ascoltatore quello dell’arco è un intervento più subdolo perché riguarda la dinamicità dell’espressione, la flessibilità dei cambiamenti di colore, la vivacità dell’esecuzione, ma sicuramente non influisce meno dello strumento.

 

La filosofia è arte?

L’uomo si può sentire piccolo rispetto all’universo, o grande perché ricco dentro, secondo la filosofia. E in fondo filtriamo tutte le impressioni che abbiamo del mondo che ci circonda attraverso la nostra personale filosofia...e ci cambia le emozioni che ci procura.

 

La fotografia è interessante. Tutti la consideriamo (se è fatta a un certo livello naturalmente) una disciplina d’arte. Ma il fotografo ritaglia soltanto un pezzo di realtà e lo mette in una cornice. L’importanza sta nella scelta del pezzo di realtà e la luce nella quale la fa vedere, che gli permette di comunicarci così tante cose.

 

La scienza può essere una forma d’arte?

Anche pensieri semplici come sapere che lo yogurt è pieno di batteri che abiteranno nel nostro intestino e modificano le nostre funzionalità corporee cambiano il modo di percepire la nostra natura umana...

Il fatto del gas sotto pressione che si può solo espandere ma non tornerà mai da solo indietro nella bombola fa capire che ci sono fenomeni “unidirezionali” (chiamato nella fisica entropia), mentre istintivamente si pensa sempre che tutti i processi si possono verificare in due direzioni opposte...sarà anche un pensiero astratto, ma il giorno dopo averci riflettuto il mondo ha un aspetto diverso.

In questo senso, la teoria della relatività è sicuramente arte, se il lettore l'ha capita (se ha capito, sicuramente gli crolla una grande fetta di concetti su come pensava funzionasse il mondo).

 

Il tema mi fa perdere in un vortice di riflessioni e sensazioni, voglio togliere il disturbo prima che il mio cervello dia troppi segni di cedimento...

 

...lascio lo spazio ad altri...

 

 

Jakob Ludwig,

 

violoncellista