SOSCRATE, ARISTOTELE, E LA LOGICA FUNZIONALE

Qualche settimana fa stavo prendendo il caffè con un collega liutaio, in vero molto bravo, quando ad un certo punto la discussione cadde naturalmente sugli strumenti, sugli archi, ma soprattutto sul suono. Chiedo al mio collega, credendo di porre una domanda quantomai retorica, che cosa fosse il suono; la sua risposta ha fatto scaturire una riflessione che dura ormai da 3500!

Socrate e Aristotele

La risposta del mio collega è stata: "Il suono è l'esplicitazione dell'animo umano". Devo dire che sono in accordo con questa visione, anche se la leggo come incompleta e controbatto: "Si, ma in primis è materia".

Il fatto che Lui non fosse in accordo con me è la dimostrazione lampante di uno degli errori più comuni commessi sia dall'estetica, che dall'epistemologia; credersi sufficienti a se stesse.

La differenza di visioni tra me e il mio collega sta nel metodo di ragionamento che utilizziamo per fare il nostro lavoro.

I metodi di ragionamento ammessi dalla filosofia occidentale sono tre: ragionamento deduttivo; induttivo; e abduttivo.

Tutti e tre i metodi danno risposte diverse e con livelli di affidabilità variabili a seconda della certezza delle premesse.

Il ragionamento deduttivo, o Metodo Aristotelico, prevede di partire da premesse note che abbiano implicita la risposta, che essendo la loro esplicitazione è l'unica ad essere certa.

Quello induttivo prevede ambedue le premesse non scientificamente note, ed è quindi quello che ha un margine di errore probabilistico più alto.

Ed infine l'abduttivo, che parte da una premessa nota e l'altra no, e di conseguenza diminuisce il margine di errore probabilistico.

La domanda in questo caso è: come posso fare ad ottenere un arco che abbia suono efficace e bello?

Le premesse che possono consentire di rispondere a questa domanda, sono principalmente due: il legno utilizzato e la sensibilità dell'artigiano.

Considerando il suono solamente come esplicitazione dell'animo umano, va de se che il mio collega è incline ad utilizzare il metodo induttivo, affidando alla sua sensibilità sia la costruzione pura, che la scelta del materiale da utilizzare.

E' ovvio che oltre alla sensibilità c'è un esperienza e una conoscenza empirica che aiuta. In più ci sono persone, come il mio collega appunto, che avendo un talento enorme, riescono comunque ad ottenere "mediamente" degli ottimi risultati.

Anche se non succede niente di realmente grave, il problema nasce quando l'artigiano non ha talento. Poco male, lo strumento suonerà male e non si sentirà; ma avete mai pensato a cosa potrebbe succedere se ragionasse così uno che costruisce ponti o palazzi.

Anche sapendo che il progettista ha un grande talento, voi vi fidereste ad attraversare un ponte costruito esclusivamente con la sensibilità?

Il mio punto di vista sul suono, non è diametralmente opposto. Come dice il mio amico ingegnere audio, Simone Bianchi che ha dedicato la vita alla costruzione di apparecchi sonori, "l'anima del suono, o meglio quella dell'esecutore, passa anche attraverso la cornetta del telefono. Questo però non ci impedisce di provare a costruire degli apparecchi che restituiscano un simulacro quanto più possibile vicino alla realtà".

Se consideriamo il suono per quello che è nella realtà fisica, cioè materia, possiamo provare ad indagarlo per esempio. Stabilirne l'intensità, la definizione, la decadenza.

Attraverso l'analisi scientifica si può stabilire con certezza tra diversi campioni, quale sia l'arco che ha più proiezione in sala. Successivamente misurare il legno con il quale sono costruiti, e mettendo in relazione i risultati con il metodo deduttivo, andare a selezionare quello che è "sicuramente" il più adatto.

In questo caso ho potuto far uso del metodo deduttivo perché tutte e due le premesse sono certe ed implicano la risposta.

Ed è a questo punto che anche a me tocca abbandonare le certezze per gettarmi in mano alla sensibilità e all'esperienza empirica, perché nonostante si riesca a pervenire con certezza a quello che è il materiale migliore, l'essere umano che costruirà l'arco sarà sempre la premessa incerta.

Sono le mani dell'artigiano che piegano il legno con il calore per dargli forma, e questo non è quantificabile, perché come il suono, "E' l'esplicitazione dell'animo umano".

Ovviamente anche il processo abduttivo fornisce risposte probabilistiche, ma ha un margine di errore minore, in quanto seppur legato al talento dell'artigiano, il materiale continuerà a mantenere le caratteristiche meccaniche che abbiamo definito scientificamente.

In parole più semplici, se il ponte di poco fa fosse stato costruito legando semplicemente dei tronchi d'albero, ma il progettista vi assicurasse che i materiali e i dimensionamenti sono stati calcolati per farci passare sopra quindici elefanti uno sopra l'altro, voi lo attraversereste senza apprensioni.

Non solo un parametro certo ci consente di avere dei risultati più regolari in termini prestazionali, anche se non qualitativi, ci fa anche intravedere altre possibili implicazioni.

Se abbiamo tre bacchette identiche dal punto di vista fisico ad esempio, e le facciamo costruire tutte dallo stesso artigiano, sicuramente otterremo risultati simili ma sensibilmente diversi, che stimoleranno nuove riflessioni accrescendo la conoscenza.

Il ragionamento abduttivo è l'unico interamente dedicato ad accrescere la conoscenza, perché permette di formulare nuove domande.

Ad esempio: perché queste tre bacchette hanno uguale potenza ma timbro diverso?

Non a caso abduzione significa "spostamento".

« Spostamento significa pensiero non lineare, modalità non logico-deduttiva di procedere con il logos della semiosi e quindi logicamente. Vale la pena di insistere sul fatto che "spostamento" è proprio la traduzione in italiano volgare e corrente di "abduzione", che è un calco latino, e che secondo etimologia vuol dire "condurre" (ducere) "lontano da" (ab), allontanamento e quindi anche spostamento. »

(Bonfantini Massimo, L'inventiva - Psòmega vent'anni dopo, Moretti&Vitali Editori, 2006)

Per comprendere meglio si può citare l'esempio di Wikipedia

Deduzione

    Regola : Tutti i fagioli di questo sacchetto sono bianchi
    Caso : Questi fagioli vengono da questo sacchetto
    Risultato : Questi fagioli sono bianchi

Induzione

    Caso : Questi fagioli vengono da questo sacchetto
    Risultato : Questi fagioli sono bianchi
    Regola : Tutti i fagioli di questo sacchetto sono bianchi

Abduzione

    Regola : Tutti i fagioli di questo sacchetto sono bianchi
    Risultato : Questi fagioli sono bianchi
    Caso : Questi fagioli vengono da questo sacchetto

Nel primo caso, quello della deduzione, so assolutamente tutto e tutto è noto e confermato, quindi il processo logico è volto a esplicitare le premesse, e non aumenta minimamente la mia conoscenza.

Nel caso dell'induzione, sapendo che i fagioli che ho in mano sono bianchi e provengono dal sacchetto, ipotizzo che "probabilmente" tutti i fagioli del sacchetto siano bianchi.

Anche nel caso dell'abduzione si giunge ad un risultato "probabile", perché sappiamo che sia i fagioli del sacchetto, che quelli che ho in mano, sono bianchi e ipotizziamo che provengano tutti dallo stesso posto.

E la differenza dove stà?

Il metodo abduttivo, anche se non stabilisce una connessione certa tra i fagioli del sacchetto e quelli che avete in mano, afferma con certezza che sia gliuni che gli altri sono bianchi. Di conseguenza, se per un qualsiasi motivo oscuro desiderate una minestra fatta con solo fagioli bianchi, vi basterà rovesciare sia il contenuto del sacchetto, che quello della mano in una pentola e far cuocere a fuoco lento.

Nel metodo induttivo invece, sapete che i fagioli che avete in mano sono bianchi e che provengono dal sacchetto, ma per essere sicuro al 100% che nella vostra minestra non ce ne sarà nessuno nero, sarete costretti a rovesciarli su un tavolo e sceglierli uno per uno.

A presto

Paolo