VISITA AL MONTE OLIMPO

Questa settimana, prima di parlarvi dei problemi che possono insorgere nell'arco quando ha poca o troppa curva, voglio svelarvi il motivo per cui l'articolo della scorsa settimana è stato pubblicato di mercoledì invece che martedì. La causa del ritardo è che sono andato a fare una visita sul monte Olimpo.

Mr. J.F. Raffin attuale caposcuola dell'archetteria Francese

In questo caso il monte Olimpo in questione erano i vertici dell'archetteria mondiale: B. Millant, vecchio caposcuola dell'archetteria Francese, J.F. Raffin, suo allievo e caposcuola attuale, e L. Le Canu, probabile successore. Queste tre persone sono il numero uno, due , e tre dell'archetteria, e pensate che solo i primi due di loro sono autorizzati a fare certificati sugli archi francesi. L'argomento certificati è molto importante, in special modo negli archi antichi Francesi, e mi riprometto di affrontarlo al più presto, in modo da fare chiarezza in un mondo un pochino troppo torbido.

E comunque tornando a noi, sono andato a presentare il nostro laboratorio ai tre grandi maestri, e ho sottoposto a loro un arco da violino del M° Daniel Navea Vera. Volevo confrontarmi con i numeri uno e ricevere preziosi consigli da parte loro su come e dove migliorare il nostro lavoro. Le aspettative erano grandi, ma il risultato è andato oltre ogni mia immaginazione. Tutti e tre dopo aver visto l'arco, non hanno avuto nessun appunto da fare, ne riguardo alla meccanica, congratulandosi per l'ottima funzionalità e per la scelta del legno, ne sulla stilistica. Il commento unanime è stato: "Complimenti per l'ottimo lavoro, congratulazioni!". La felicità mia e del Maestro Navea Vera come potete immaginare è enorme, siamo stati esaminati dalla commissione più dura esistente, e ne siamo usciti con il bacio accademico in fronte; davvero sperare di più sarebbe stato veramente impossibile.

Dopo questa piccola divagazione, che sono sicuro mi perdonerete, riprendiamo adesso l'argomento  della giusta quantità di curva parlando di "equilibrio".  

Il legno di pernambuco viene utilizzato nell'archetteria per la notevole elasticità e forza delle sue fibre, che consentono di trasportare il suono più lontano che con altri legni. Uno su tutti il legno serpente, molto usato nel periodo barocco, sia per la bellezza che per la denstità elevata che gli consente di produrre un suono molto morbido, ma a causa della scarza elasticità della fibra non riesce a spingerlo lontano. E' naturale che un legno come il pernambuco, dal carattere così irruento e bizzoso abbia bisogno di una meccanica molto fine e precisa per essere domato; una vecchia pubblicità recitava, "La potenza è nulla senza controllo". Il controllo di un arco è affidato alla curva sia per quello che potremo chiamare il "controllo di trazione", come già detto nei precedenti post (LA CURVA), che per la stabilità, ovvero l'equilibrio.

Immaginate per un momento di essere un equilibrista e di dover camminare su un filo. Se avete notato bene, i cavi dove passeggiano questi acrobati non sono mai ne troppo molli, ne troppo rigidi, ma flettono, come dire; il giusto. Il motivo per cui questa tensione è così importate, è che va ad influire notevolmete sui rapporti d'equilibro tra il filo e l'acrobata. Se il cavo flette nel modo giusto, in realtà l'atleta ha la possibilità, ondeggiando di lato, di aumentare leggermente la superficie su cui bilanciare il peso del suo corpo rispetto alla sua altezza. Ma se è rigidissimo o molto molle, qualsiasi equilibrista, anche il più bravo, cadrà miseramente, perchè verrà meno questo rapporto essenziale tra peso e altezza. Con il filo troppo molle, le oscillazioni che l'atelta provocherà per mantenersi in equilibrio, diverranno enormi, ed il rapporto errato lo farà cadere. Al contrario, un cavo talmente teso da annummare qualsiasi elasticità, non rende possibile nessuna oscillazione, e la caduta è inevitabile. Problemi opposti, stesso risultato.

Ho preso ad esempio gli equilibristi, perchè anche negli archi l'equilibrio architetturale viene dominato dalle medesime leggi. Un arco che ha troppa curva infatti, oltre a divenire troppo morbido e ballerino, a causa del baricentro posizionato troppo in basso rispetto alle altezze di testa e nasetto, tenderà a "sbandierare". E cioè quando scaricherete il peso del braccio, la bacchetta, nel punto di cuva massima tenderà a spanciare lateralmente. Se la curva è poca invece, la forza aumenterà e, come già detto, diminuirà la capacità di balzare. La scarsa quantità di curva aumenterà la notevolmente la rigidità della bacchetta, riducendo molto la capacità di farvi sentire la corda, e così, al contrario del caso precedente, dove il baricentro troppo basso tende a far sbandierare l'arco, qui avendolo troppo alto lo farà cadere  lateralmente.  

Per questa settimana abbiamo esaurito l'argomento della quantità di curva, ma l'argomento non è esaurito, e la settimana prossima vi aspetto per "LA CURVA E IL BILANCIAMENTO"

A presto

Paolo.