AMARCORD
Scrivere di qualcuno che non hai mai conosciuto non è particolarmente difficile; quando non hai nessun coinvolgimento personale ti limiti a descriverne il lavoro. Con il M° Lucchi però non è così semplice. Tanta vita vissuta insieme, troppi sentimenti che si muovono e non ancora completamente codificati, ma glielo devo e quindi:
A te Giovanni: Con Amicizia Paolo.
Non è affatto semplice descrivere una personalità come quella del M° Giovanni Lucchi, che d'ora in avanti chiamerò semplicemente Giovanni, quindi mi limiterò a raccontarvi come ci siamo incontrati, e chi è stato per me.
Il primo contatto che ebbi con Giovanni fu da cliente alla fine degli anni novanta. A quel tempo, avevo appena terminato i miei studi di contrabbasso, e per festeggiare decisi di regalarmi l'arco, che all'epoca credevo mi dovesse accompagnare per l'intera carriera.
Mi ricordo che mi innamorai subito di quest'oggetto, anche se naturalmente, tutti gli amici, gli insegnanti, ed i colleghi, mi presero per pazzo: "Bello si, ma costa troppo; ti ha fregato".
Mi aveva talmente fregato che tutti, e sottolineo tutti, i colleghi con cui ho lavorato in quindici anni da contrabbassista me lo hanno invidiato. Non solo, ma quell'oggetto, che sciaguratamente ho venduto, aveva scritto dentro di se la storia della mia vita futura.
In ogni caso, non lo considero il primo avvicinamento a Giovanni come maestro; quello avvenne qualche anno più tardi.
Era veramente un periodo non troppo sereno per la mia vita. Come contrabbassista non avevo molto lavoro, ed in più stavo iniziando a domandarmi se grattare le corde dello strumento fosse proprio quello che volevo per la mia vita.
Era la fine del 2001 e mi recai da Giovanni per cambiare i crini, anche se stavo già meditando di fare altro.
Abituato a guardare le persone che aveva di fronte, cosa non molto comune, che ha insegnato anche a me e per cui gli sono molto grato, si accorse del mio momento particolare, e iniziò a parlarmi e fare domande sul perché di questo malumore.
Capito velocemente quale fosse il problema mi fece una domanda che mi ha letteralmente cambiato la vita: "Paolo, se avessi tanti di quei soldi da non doverti preoccupare di finirli, che cosa faresti?".
La mia risposta fu: "Comprerei tanti strumenti".
Non so per quale motivo mi uscì quella risposta; sono sempre stato affascinato da questi oggetti in grado di produrre dei suoni, ma mai avrei potuto immaginare che diventassero la mia vita.
Da quel pomeriggio nacque una bella amicizia. Io avevo bisogno di sostegno, e Lui arrivava e mi dava forza, fino a che le cose subirono una rapida accelerazione.
Alla fine dell'estate del 2003, ebbi un terribile incidente stradale; di quelli da cui si esce solo con un miracolo. Incredibilmente il mio corpo aveva subito danni molto lievi, considerando la violenza dell'impatto, l'unico arto veramente compromesso era braccio destro.
Non ho ancora capito se in quel momento fossi più disperato per il braccio rotto, che naturalmente mi avrebbe impedito di continuare la professione, o sollevato per il fatto che l'incidente avesse deciso per me. Dovevo pensare, e non so perché il giorno dopo l'incidente, appena possibile ho chiamato Giovanni: "Ho bisogno di un rifugio per pensare, me lo dai un lavoro per qualche tempo?".
All'epoca non sapevo per quale motivo lo avesse fatto, ma la risposta di Giovanni fu "Si". Pensai che volesse aiutare un amico in difficoltà, ma in realtà non era così .
Se da un lato c'era sicuramente un sentimento di carità cristiana, dall'altro, come tutti i grandi Maestri aveva visto nell'allievo quello che neanche lui stesso poteva vedere; dimostrazione di quanto ci avesse visto bene è il lavoro che faccio.
Non ho detto niente del mio bellissimo arco, perché credo sia superfluo, tengo solo a ringraziare la sig.ra Antonella Soffiantini per le incisioni di questo nasetto.
Una mano meravigliosa; le chiesi di nascondere le mie iniziali nel disegno dell'anello; la foto qui sotto è il risultato.
Grazie Antonella
Anche se successivamente tra noi ci furono dei dissapori, devo molto Giovanni Lucchi, il mio Maestro, che non solo mi insegnò alcuni dei segreti del mio lavoro, che mi consentono spesso di essere un passo avanti a molti, ma soprattutto fu il primo a credere veramente in me e di ciò gli sarò per sempre debitore.
Grazie Giovanni, ti ho voluto, e ti voglio bene.
Paolo
Arco da contrabbasso "G. Lucchi - Cremona" in pernambuco, ebano e argento.
A presto
Paolo
|