ANDRE' GEORGES RICHAUME; IL NIPOTE
E' la sorte che tocca a quegli artigiani talentuosi, spesso più di altri molto più famosi, a cui piace solamente fare archi. Più interessati alla costruzione che al commercio, lavorano tutta la vita per qualcun altro, magari un parente famoso, aumentando così la fama di quest'ultimo e auto relegandosi ad un ruolo da comprimario.
Vi ricordate chi erano i parenti famosi di Andrè?
Arco da violino André Georges Richaume in argento e avorio
Il cognome del padre di André Georges, Louis Justin Richaume, non richiama effettivamente l'eco di archettai famosi. Ma se si da un occhiata al cognome della madre tutto diventa più chiaro.
Andrè nasce a Mirecourt l'otto Febbraio del 1905, figlio di Marie-Augustine Fétique. Ebbene si; la sorella di due dei più noti archettai di Francia della seconda metà dell'Ottocento: Jules e Victor Francois Fétique appunto.
Il giovane Richaume compie il suo apprendistato a Mirecourt, e anche se non accertato, guardando alcuni suoi archi di quel periodo è ragionevole pensare che anche Lui, come il fratello più vecchio, Raymond Jules Louis, si sia formato nel laboratorio di Emile Francois Ouchard.
Raggiunto un buon livello tecnico, dopo aver assolto il servizio di leva, nel 1927 si trasferisce a Parigi per perfezionarsi con lo zio Victor, con il quale rimarrà fino alla morte, nel 1933.
In questi anni ha la possibilità di frequentare molti eccellenti artigiani che operavano in città. Subisce come tutti il fascino del "Raptor" Sartory, del quale conosce il lavoro, e con cui viene a contatto attraverso l'altro zio, Jules, che come sapete lavorò per Lui fino al 1929.
Nel 1932 si sposa con Marie Marcelle Zoé Grelot, e nello stesso anno apre il suo laboratorio al numero 60 di Boulevard de Clichy.
Figlio della scuola Sartory/Fetique (Jules), non solo nella stilistica, ma anche nei criteri di selezione del materiale. Il pernambuco che usa André è di ottima qualità, ma anche in lui, come nei suoi maestri si osservano colorazioni del legno che vanno dal giallo oro, al rosso scuro.
Pignolo e scrupoloso nel lavoro, i suoi archi oltre a funzionare meccanicamente, sono anche molto curati esteticamente, rifiuta l'invito della maison Chardon a partecipare alla Grande Esposizione di Parigi del 1937, non avendo il tempo necessario per preparare qualcosa alla sua altezza.
Nel 1955 gli viene assegnato il premio come "Un des Meilleurs Ouvrier de France".
Nel 1958, come testimonia un articolo di Michel Winthrop (L'Archet - Millant/Raffin), riceve la visita di un violinista al quale ogni liutaio o archettaio sarebbe orgoglioso di mostrare i propri lavori; niente meno che David Oistrakh.
Il figlio Igor aveva acquistato un Richaume a Buenos Aires l'anno precedente e visto che a David piaceva molto, glielo regalo. Nel '58 appunto Oistrakh, a Parigi per concerti, volle passare a conoscere l'autore dell'arco che lo avrebbe accompagnato fino a fine carriera.
Colpito da malattia si spegne il 31 Marzo 1966, all'età di 61 anni. Lascia dietro di se molti buoni archi, apprezzati sia da musicisti che collezionisti, conquistandosi di diritto un posto tra i migliori costruttori del Ventesimo secolo.
Gli archi
Arco violino André Georges Richaume
Come per tutti i buoni artigiani, anche Richaume riesce a trasmettere il suo carattere ai lavori che fa. Gli archi sono eseguiti a regola d'arte e funzionano perfettamente, ma alle volte un po troppo rigidi ("Come chi li ha costruiti", sostiene una sua conoscenza diretta).
I periodi stilistici di Andrè sono principalmente due; il primo in cui si rifà a quelle del suo insegnante di Mirecourt, Emile Francois Ouchard.
Dopo il trasferimento a Parigi, il suo gusto si orienterà gradualmente verso i dominatori del momento, Jules Fetique e Sartory. Le testine diventano più morbide e arrotondate.
Dalle sue annotazioni personali risulta aver costruito:
1000 archi in ebano e argento, 15 in ebano e oro, 13 in oro e avorio, 60 in oro e tartaruga, 50 in avorio e argento, 20 in corno e argento.
Andrè Georges Richaume ha lavorato per:
Albert Caressa, Emile Francais, Victor Fetique, Emile Francois Ouchard
Timbro:
A. RICHAUME à PARIS
A presto
Paolo
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