ARCHETTO PAUL JOMBAR, CHI LO FECE CHI SARA'?

Pur essendo un oggetto carino e ben funzionante a distanza di quasi un secolo, la particolarità dell'archetto che vedete qui fotografato è quella di essere un piccolo rebus. Un rimarchiato; pericoloso ma anche estremamente affascinante per un appassionato di storie come me.

Arco da violoncello timbrato Paul Jombar

Come già scritto più volte, gli oggetti di questo tipo, anche quando sono di ottimo livello come in questo caso, hanno sempre il problema di esser correttamente giudicati.

L'arco è timbrato da uno dei molti liutai che operavano a Parigi a cavallo tra '800 e '900; Paul Jombar. Essendo noto nella liuteria Francese per aver avuto un largo commercio di archi, le sue collaborazioni con i colleghi archettai dell'epoca sono ben note agli addetti ai lavori.

La prima volta che l'ho avuto tra le mani, mi era parso di aver intravisto dei dettagli che mi rimandavano ad una sua notissima collaborazione.

Jombar, prima di aprire laboratorio a proprio nome, lavorò fino al 1901 per Gand & Bernardel, negli stessi anni in cui vi operava come archettaio Claude Auguste Thomassin. Effettivamente l'arco presentava alcune similitudini con quest'ultimo autore ma il lavoro sembrava essere eseguito da una mano meno raffinata.

Dopo aver esposto le mie congetture sull'arco, il proprietario mi dice che non è certificato, ma esiste comunque un documento a firma J.F. Raffin, che lo riconosce come "collaborazione Victor Fetique".

Le mie perplessità a questo punto invece di diminuire aumentano.

 

E' pur vero che quando Victor Fetique si trasferì a Parigi entrò a lavorare per Caressa & Francais, che nel 1901 rilevarono l'attività Gand & Bernardel, e vi conobbe Jombar, ma lo è altrettanto che questa testina non ricorda assolutamente il lavoro di quest'artigiano.

La spiegazione sulla reale origine di quest'arco ce la suggerisce il nasetto.

L'ebano è bello, compatto e con il poro piccolo, e il lavoro manuale è eccellente, tanto che se fosse stato in argento avrebbe potuto essere scambiato facilmente per uno di Claude Auguste Thomassin; ma è in alpacca.

Mettendo insieme tutte le informazioni ricevute sono arrivato ad  una conclusione non lontana dalla prima. In effetti Victor Fetique dopo gli anni 20 del '900, ricevendo un gran numero di ordini ed essendo come sapete di salute cagionevole iniziò a farsi aiutare da alcuni artigiani fidati.

Gli archi di primo livello erano costruiti in collaborazione o con il fratello Jules o con il nipote André Richaume, ma anche con il loro aiuto soddisfare le richieste del mercato non era semplice.

Questo il motivo per il quale tra il 1921 e il 26 iniziò a comperare Lui stesso gli archi di secondo livello, montati in alpacca, commissionandoli ad alcuni artigiani meno noti di Mirecourt.

E qui si spiega l'arcano. Tra i tanti che lavorarono per Lui c'era un cognome conosciuto anche se con un altro nome. Albert Thomassin, fratello minore del più noto Claude Auguste.

La stilistica della testina fa nettamente affiorare il gusto di famiglia che da Louis Joseph in poi ricorda molto l'ultimo periodo di F.N. Voirin, il nasetto invece il lavoro di Claude Auguste.

Stabilito il nome dell'autore l'unica domanda che rimane è chi ordinò l'arco; se Fetique o Claude Auguste Thomassin.

Dal punto di vista meccanico funzionale poco cambia; è un arco ben fatto e che funziona in modo eccellente.

Timbro a fuoco Paul Jombar

A presto

Paolo