ARCHI ANTICHI E ARCHI MODERNI

Ho voluto dedicare questo ultimo post del 2008 ad un argomento che abbiamo iniziato ad affrontare la scorsa settimana parlando di certificati (I CERTIFICATI DI AUTENCITA'); gli archi antichi. E in special modo quali sono i punti forti e quelli deboli di questi strumenti.

Arco da violino Persoit

Come tutti sapete, mentre la scuola di maggior importanza per la costruzione degli strumenti è di origine Cremonese, quella degli archi è assolutamente Parigina. Come in Italia c'erano i padri dei violini; Guarnieri, Stradivari, Ruggeri, ecc., in Francia operavano i grandi dell'archetteria. Tourte, Persoit, Peccatte, Sartoty, solo per citarne alcuni. Questi sono gli artigiani che hanno reso possibile lo sviluppo di un architettura così complessa come quella dell'arco moderno. Non a caso nel '800 era comune pensiero dei musicisti che il massimo fosse avere un violino Italiano ed un arco Francese; da qui la famosa citazione "Violino Cremonese ed Arco Parigino". E vi garantisco che nel '800 era un modo di dire e di pensare sacrosanto. In quel periodo in Francia, ed in particolar modo a Parigi hanno lavorato artigiani di un livello altissimo, che hanno gettato delle basi fondamentali per l'archetteria. Pensate che senza Tourte probabilmente non conosceremmo il legno di Pernambuco, unico e praticamente insostituibile nella costruzione dell'arco moderno. Tourte, che ricordo a tutti, prima di iniziare a fare archi era un orologiaio, e questo dovrebbe farvi riflettere, lavorava vicino ad una tintoria e grazie a questo vicinato così particolare, e all'intuito di colui che io personalmente considero un genio, noi oggi conosciamo il pernambuco. La Cesalpina Echinata, nome scentifico del pernambuco, veniva importata in europa non per fare archi, ma per un altra sua caratteristica. Il legno di pernambuco, ha moltissime varianti di colore una delle quali e il rosso molto intenso quasi nero, e basta tenerlo i mano che la sola sudorazione è sufficiente macchiare le dita. In oltre i tannini del legno sono talmente forti e persistenti da farli resistere anche al sapone, tantè che se vi siete macchiati la pelle con il pernambuco, l'unica cosa che potete utilizzare per togliere il colore è il limone. Il pernambuco veniva usato per colorare i tessuti, e solo per questo caso Tourte lo ha potuto conoscere.

Ma torniamo alla nostra affermazione: "Violino Cremonese ed arco Parigino".

Come già detto nel '800 questa affermazione era assolutamente giusta, ma oggi non troppo. Nel '800 infatti i violini dei grandi Cremonesi erano già antichi, ma gli archi invece erano moderni! L'arco moderno è nato alla fine del '800, e tutti i più grandi maestri archettai francesi hanno costruito in questo secolo. E ovviamente gli archi che costruivano erano nuovi, quindi la frase così usata nel '800 può essere tradotta in "Violino antico ed arco moderno".

Arco da viola D.T. Navea Vera (Clik to elarge)

Come già detto più volte, gli strumenti sono profondamente diversi dagli archi. L'arco è un ammortizzatore. Le fibre del legno dopo aver ammortizzato per trent'anni il peso del braccio dell'esecutore si stancano, e non sono più in grado di eseguire correttamente il proprio lavoro. Certo gli archi antichi spesso possiedono delle qualità timbriche molto suggestive ed affascinanti, ma perdono in potenza, cristallinità e spinta. Ovviamente non si può mai fare di tutta l'erba un fascio; se avete la fortuna di incontrare l'arco di un grande maestro del passato che è stato suonato molto poco, potrete avere tutto, potenza e fascino. Per esperienza personale, dopo aver visto migliaia di archi, so che questa possibilità esiste, ma è molto molto rara.

Spero di non essere frainteso, anche io sono soggetto al fascino dei grandi archi Francesi. Ricordo ancora la mia espressione di bambino, quando a New York, in un piccolo atelier, un commerciante mi mise davanti uno dopo l'altro prima un bellissimo Satory da violino primo periodo, poi un Dominique Peccatte da violino, anche questo uno dei più belli visti, e subito dopo la storia stessa dell'arco; un arco di transizione di Maline, una rarità assoluta. Mi sembrava di essere nel paese dei balocchi. Ma mentre questa mia passione è giusta perchè io sono uno studioso ed un appassionato di archi, quella dei musicisti non lo è molto. Chi suona ha bisogno, secondo la mia opinione, di avere in mano un arco che gli garantisca potenza, nitidezza, ed affidabilità, e niente come un grande arco moderno è in grado di dargliela. E' ovvio che gli archi moderni non sono tutti uguali, molti sono mediocri o addirittura scadenti, ma ce ne sono anche di ottimi. Ed in oltre anche gli archi antichi Francesi non sono tutti uguali. Un conto è avere un Peccatte, un Sartory, un Voirin, altra storia invece sono ad esempio Bazin, e Morizot. Mentre i primi erano grandi artigiani e innovatori, i secondi erano gli operai dell'arco, e costruivano per le grandi masse. E non solo, anche gli archi costruiti dai grandi purtroppo si sfibrano e perdono molto del loro potenziale.

Ovviamente nessuno pretende che mi crediate sulla parola, ed è per questo motivo che al ritorno dalle vacanze vi darò giustificazione delle mie affermazioni iniziando a parlare della "VELOCITA' DEL SUONO".

Per adesso vi auguro buone feste, un felice Natale ed un meraviglioso 2009 pieno di tutti i vostri sogni.

Ci sentiamo Martedì 13.

A presto

Paolo.