CAPIRE IL SUONO

Prima di iniziare a parlare di archi è assolutamente indispensabile che precisi una cosa. Il suono di ogni strumentista, cioè quello che lo caratterizza, non arriva ne dallo strumento, ne dall'arco, ma bensì dalla sua Anima. Se uno strumentista ha un bel suono, questo rimarrà anche utilizzando strumenti e archi scadenti, ovviamente però se ne utilizza di ottimi, il risultato non potrà certo essere peggiore!

M° Oleksandr Semchuk

Per cercare di capire quali siano le potenzialità sonore di un arco, non incorrendo in abbagli, è necessario rimanere saldamente aggrappati al metodo scientifico e alla razionalità logica. Come già anticipato la scorsa settimana parlando di impianti hi-fi, anche il suono degli strumenti sottostà alle stesse regole, anzi i due problemi elencati, in questo caso si fondono.

Per cominciare direi che sarebbe necessario utilizzare una giusta terminologia, parlare di suono in generale è spesso molto riduttivo. Il suono è composto da quelle che vengono chiamati le "formanti caratteristiche", e cioè: Potenza, Definizione, Colore. Il problema di stabilire correttamente queste caratteristiche è facilmente spiegabile con questa frase che prendo a prestito da Brian Eno, compositore e genio della discografia dello scorso secolo, che ha prodotto alcuni tra i dischi più belli degli U2: "Fare musica e ascoltarla sono due cose molto diverse, e nessuno può farle bene contemporaneamente".

Naturalmente i musicisti quando suonano ascoltano quello che esce, il problema è da quale punto? Come vedete nella foto di apertura, l'esecutore quando suona ha per così dire, una posizione di ascolto non privilegiata, in quanto poggia l'orecchio direttamente sullo strumento, quindi sente qualcosa di vagamente simile a quello dell'ascoltatore in sala. E non solo, è vero che i musicisti conoscono il suono degli strumenti naturali, direi di più, ne conoscono due; il loro e quello degli atri. Quando ascoltate suonare qualcuno, le formanti caratteristiche del suono interagiscono ovviamente con l'ambiente in cui vengono suonate e ne vengono da esso modificate, e quello che voi sentite da ascoltatori sarà sicuramente diverso da quello che sente l'esecutore.  Come ci ha spiegato Simone (VELOCITA' DEL SUONO, RISONANZA E ARCHETTERIA), le risposte in frequenza degli strumenti non sono lineari, ma tendono a essere calanti alle alte frequenze. La spiegazione di tale fenomeno è che il suono, sia esso prodotto o riprodotto, subisce una depressione di sei Decibel (dBSPL: unità di misura dell'ampiezza, o volume), ogni dieci metri alle alte frequenze. Non a caso alla maggior parte dei musicisti piace il suono morbido e setoso, simile a quello che hanno magari sentito ascoltando i grandi solisti; ma i solisti non sentivano quel suono ma un altro, e quindi se vi affannate a riprodurre un effetto percepito in sala, sicuramente incorrerete in errore. Quando provate un arco, potete stabilire come funziona meccanicamente, ma non riuscirete a capire che suono abbia finchè non lo sentirete dalla distanza di 20-30 metri.

La Potenza: Il volume sonoro è strettamente legato alla qualità del materiale e al peso dell'arco. Prendiamo come riferimento l'arco da violino. Se avete due archi, montati con materiali uguali, uno 59 gr., l'altro 62 gr., e sotto l'orecchio hanno più o meno lo stesso volume, quando li ascolterete in sala, quello più pesante si affievolirà molto più rapidamente dell'altro all'allontanarsi del punto d'ascolto. Questo perchè quello pesante produce quantità sonora con la massa statica, l'altro invece con la tensione delle fibre. E come già detto ampiamente, all'aumentare della velocità del suono, si alza anche la frequenza di risonanza del materiale, consentendogli di produrre una quantità maggiore di armonici alti rispetto all'altro. Quindi per stabilire il volume di un arco, procuratevi una bilancia e soprattutto ascoltatelo a distanza.

La Definizione: O nitidezza, è l'unico parametro che è possibile intuire suonando lo strumento, anche se è necessario prestare bene attenzione a quello che si sente realmente. Alcuni anni fa mi è capitato di avere una discussione con un amico, violinista di grande talento. Aveva trovato un arco non so dove, e ingannato da un suono piacevole, si era convinto che fosse meccanicamente ottimo. In realtà lui è uno strumentista eccezionale, e riesce a far suonare veramente di tutto, ma io osservando l'arco avevo capito che era di bassissima qualità. Per dimostrarmi che aveva ragione, inizia a suonare dei passaggi molto tecnici di un capriccio di Paganini. Ovviamente le note si sentivano, ma io che lo conoscevo sapevo che poteva fare di meglio con un buon arco. A questo punto ne ho preso uno dei nostri e gli ho chiesto di fare ancora una volta lo stesso passaggio. Non c'è stato bisogno di dirgli niente, alla seconda quartina gli angoli della bocca gli si sono sollevati in un lieve sorriso che lo ha tradito, dandomi inesorabilmente ragione. Cercate, se potete, di fermare la vostra psiche e apritele orecchie quando provate un nuovo arco, e soprattutto dedicatevi ad un parametro alla volta. Prima la nitidezza e dopo...

Il Colore: E' Il parametro più ingannevole e difficile da capire del suono. Per stabilire di che colore sia la voce di un arco è assolutamente indispensabile sentirlo suonare a distanza, e il motivo è molto semplice. Prendiamo sempre due archi, uno nuovo e l'altro antico. Quando li suonate sarà molto probabile che l'arco antico abbia un suono molto morbido, l'altro invece, proprio perchè le fibre sono molto tese e stimolano armonici più alti del primo, risulterà un pochino più rigido. Se però vi staccate dal violino e lo fate suonare ad un altro, come per la potenza, mano a mano che vi allontanate dal punto di emissione sonora il colore dell'arco moderno tenderà ad ammorbidirsi, quello dell'arco antico invece a sparire. Il motivo è da ricercarsi nel fatto che solitamente gli archi antichi hanno suonato molto, e come sapete l'arco è un ammortizzatore e si scarica. Quindi anche se la curva è in ordine, l'arco non riuscirà a stimolare gli armonici alti, e come spiegavo più in alto, all'allontanarsi dal punto dell'esecuzione si ha una depressione notevole alle alte frequenze. L'assorbimento spazio temporale farà si che il timbro che voi mentre suonate sentite morbido tenda a sparire e diventare sempre più confuso,l'altro invece arriverà morbido, potente e definito.

Spero di non essermi dilungato troppo, e visto la complessità e la vastità dell'argomento mi piacerebbe che chiunque abbia domande da fare o voglia aprire una discussione sul tema mi scriva. Pubblicherò sul Blog, sia la domanda che la risposta., in modo da fare più chiarezza possibile.

A presto

Paolo.