DUCHEINE O DUCHENE; COMUNQUE PRE TOURTE

Parlando da un punto di vista strettamente anagrafico, Nicolas Duchene I, non è antecedente ai Tourte, anzi è nato esattamente lo stesso anno di Nicolas Léonard; il 1746. Dal punto di vista lavorativo ho però il sospetto che al "Cramer" ci sia arrivato prima dei Parigini!

Arco da violino modello Cramer, Nicolas Duchene I

Per prima cosa ringrazio la "Cité de la musique" per il bellissimo archivio fotografico del "Musée de la musique", da cui proviene la foto che vedete, e che potete visitare all'indirizzo:

http://mediatheque.cite-musique.fr/masc/

In secondo luogo devo fare una rettifica a quanto scritto nel post della scorsa settimana. Dopo aver svolto ricerche più approfondite, con l'aiuto della dott.sa Fulvia Morabito, del Centro Studi Opera Omnia Luigi Boccherini. Gruppo di ricercatori di alto livello, di cui vi invito a voler scoprire il lavoro:

http://www.luigiboccherini.org/index.html

Siamo riusciti a risalire ad un testo che riporta che Wihelm Cramer si recò effettivamente a Parigi nel 1769, per prendere parte in veste di solista al Concert Spirituel di quell'anno. Anche se dovuto, questo però non cambia molto la questione arco transizionale e il suo sviluppo.

Anche per i Duchene I, e II, i più importanti, ma in totale sono quattro i figli di Nicolas I che costruiranno archi. Non c'è effettivamente molto da dire, eccezion fatta per il padre, che si è trovato esattamente all'incrocio tra l'arco barocco e quello moderno.

Nato a Mirecourt , che come già detto non era Francese all'epoca, il 3 Aprile del 1746, il nostro Nicolas inizia l'apprendistato come liutaio; dal momento che i mestieri non erano ancora divisi. Decide di dedicarsi interamente all'archetteria solamente nel 1760, quando, come già scritto, nella cittadina, già molto nota per le sue botteghe artigiane, arriva una grande richiesta di archi dalla Germania. Francois Lupot I, che nel 1758 si era trasferito a Stoccarda, faceva naturalmente da tramite tra i clienti Tedeschi e gli artigiani di Mirecourt.

Anche se ci ostiniamo a parlare di Francia e Germania, non dobbiamo dimenticare che in realtà, sia Mirecourt, che Stoccarda, o Mannheim, per esempio, facevano parte dell' Alsazia-Lorena; quindi Lupot I in realtà non importava gli archi in Germania.

Nel 1766 come sapete torna in Francia, quindi tre anni prima che il modello Cramer arrivasse  a Parigi.

Ma rimaniamo un attimo nelle vicinanze di Stoccarda. Sarà un caso, ma molto vicino a questa città, ce n'è un altra che ha avuto un importanza fondamentale nell'evoluzione musicale e strumentale. E' infatti all'interno della Scuola di Mannheim, che grazie al suo fondatore, il violinista/compositore ceco Johann Stamitz, nasce nel 1747 l'orchestra moderna, asservita naturalmente alla nuova scuola sinfonica.

Il particolare in cui eccelleva e che la distingueva dalle orchestre precedenti, era la definizione, la nitidezza, e le capacità dinamiche degli archi, come testimonia anche Mozart dopo il soggiorno che lo vide in città nel 1777.

Come detto Stoccarda dista pochi chilometri da Mannheim, e probabilmente i primi archi in grado di fornire un buon livello di gestione delle dinamiche; cioè quelli moderni, sono stati costruiti a Mirecourt e non a Parigi. Se è vero che il modello Cramer arriva nel 1769 dalla Germania. è altrettanto probabile che questo particolare arco, sia stato portato a Mannheim da Lupot I, e costruito in quella che all'epoca era uno dei punti di maggior produzione di strumenti; Mirecourt.

Ad avallare questa teoria c'è anche un particolare curioso. Nella seconda parte del primo volume de "L'Archet" di Millant/Raffin, c'è un capitolo molto ben scritto e documentato, dedicato all'evoluzione dell'archetteria nella città di Mirecourt. La storica Evelyne Bonetat, descrive molto bene l'inizio della professione di archettaio scissa da quella del liutaio, datandola alla fine del '600, e prosegue fino ad arrivare ai tempi moderni. A questa ricostruzione manca però più di un ventennio; si ferma al 1763, per riprendere il resoconto dopo la Rivoluzione Francese. Stranamente coincide con la nascita del modello Cramer.

Ci sono novità anche sul fronte legno. Consultando in catalogo del KHM, Kunsthistorisches Museum (Museo di storia dell'arte) di Vienna dedicato alla collezione di archi, ce ne sono almeno tre che testimonierebbero l'utilizzo del Pernambuco come legno da costruzione prima dei fratelli Tourte.

Il primo, numero di catalogo SAM 74, è un arco Italiano risalente al sedicesimo secolo, con nasetto fisso e testa a "Luccio". Questo è l'unico dei tre di cui non si è certi se il legno sia veramente Pernambuco.

Il secondo, catalogo I.N. 55 b, è un arco datato prima metà del diciottesimo secolo, con la testa a lancia e il nasetto in avorio intarsiato, con appoggio piatto, e bottone sempre in avorio. L'origine è sconosciuta, anche se somiglia molto all'arco Corelliano, e la bacchetta è in Pernambuco marezzato.

Il terzo, catalogo SAM 1012, è un primissimo modello Cramer, in Pernambuco scuro, della metà del diciottesimo secolo, probabilmente Francese. Il libro riporta che sembra molto simile ad un arco visto nel laboratorio di Jaques Francais a New York, stampato Meauchand; uno dei due di Mirecourt, anche se a mio parere è più probabile che sia di Duchene.

Conclusioni: il pernambuco non è stato usato solo in Francia per costruire archi, ma in gran parte dell'Europa centrale e meridionale, e "probabilmente" non solo il modello Cramer, con curva interna, è Tedesco, ma addirittura il primo Francese non è Parigino, ma di Mirecourt.

Sospendiamo per il momento l'argomento, lo riprenderò quando potrò togliere il "probabilmente".

A presto

Paolo