I CARATTERI DI VUILLAUME
Prima di iniziare questa ultima parte dedicata Vuillaume, colgo l'occasione per annunciavi che l'Atelier d'Archeterie, ha finalmente trovato la sua pece, nata dalla collaborazione tra noi e Melos. Ma i dettagli li troverete a piè d'articolo; prima Jean Baptiste!
Descrivere il carattere di uno come Vuillaume, come già detto non è cosa semplice. Non essendo un artigiano non è facile osservarne il lavoro fisico e farsi un idea, cercherò di descriverlo raccontandovi sue azioni.
L'avvenimento, o dovrei dire l'affare più eclatante e famoso inerente a Vuillaume, è senza dubbio “L'Affare Tarisio”.
Per chi non ne avesse mai sentito parlare, Tarisio è il più Grande commerciante di strumenti di tutti i tempi. Era nato da origini umili e possedeva un intuito raptomantico per gli strumenti ad arco; dalle sue mani sono passati la maggior parte degli strumenti più belli mai visti.
Mi direte voi: ma Vuillaume cosa c'entra?
C'entra si, perché nel 1854, il già cinquantaseienne Vuillaume, saputo della scomparsa di Tarisio, ed essendo in pena per la famiglia dello scomparso, salta su una carrozza e raggiunge l'Italia. Lo fa naturalmente per portare conforto morale a quella povera gente che si era ritrovata sola, senza soldi, e con un sacco di pezzi di legno di cui non sapevano che farsene.
Il compassionevole Vuillaume fece un offerta che sicuramente per delle persone non iniziate alla Liuteria deve essere stata allettante, anche se non poté fare molto. Si sa le tasse, gli operai, il materiale, ecc..
Con questa offerta caritatevole il Maestro si portò a casa:
- Due dozzine di Stradivari, tra cui il “Messia”
- Sei Guarnieri del Gesù
- Quattro Amati
- Un centinaio di strumenti Italiani dell'epoca
- Più tutti i progetti, i ricci abbozzati, le forme, e gli utensili di Antonio Stradivari
Un altro esempio della generosità e benevolenza del nostro uomo è il servizio di leva di Dominique Peccatte.
Nei primi anni '30 dell'ottocento, Peccatte, che come ricorderete era arrivato da Vuillaume nel '26 e con l'aiuto di Persoit stava iniziando a lavorare bene, viene richiamato per il servizio di leva.
Dominique si sta' per sposare e non ha certo molta voglia di mettersi al sevizio del paese, e Vuillaume rimarrebbe senza un archettaio per troppo a lungo.
A quel tempo però in Francia c'era una legge che consentiva di essere esentati dal sevizio militare versando una cifra nelle casse dello stato, quindi il comprensivo Jean Baptiste, che voleva bene a Dominique come fosse figlio suo, pagò ed gli evitò la leva.
Ovviamente Peccatte avrebbe dovuto sdebitarsi facendogli un “paio” di archi; anche se conoscendo Vuillaume credo che abbia dovuto lavorare gratis per un paio si, ma di anni.
Oppure le lotte dei suoi operai, che minacciarono di mettergli sottosopra il laboratorio se non gli avesse aumentato gli stipendi.
E a proposito di stipendi c'è il caso di Voirin, suo nipote, che d'accordo con lui trascorse due settimane studiando un metodo veloce per la sgrossatura delle bacchette. Alla fine della prima, i risultati erano ancora incerti, e Voirin ricevette il suo salario, ma alla fine della seconda, appurato che il metodo era impraticabile, non avendo ricavato niente da quel lavoro, ovviamente non lo pagò; e era suo nipote!
Nonostante questa inclinazione al soldo, Vuillaume rimane comunque “La” scuola Francese. Dopo la sua morte, avvenute nel 1875, l'archetteria ha avuto un notevole declino, e dopo di Lui nessun grandissimo si è più presentato alla ribalta. I vari Sartory e Lamy, pur essendo ottimi artigiani, non sono minimamente affiancabili a gente come Persoit, Peccatte, Fonclause, Simon, Maline, e chi più ne ha più ne metta.
Credo personalmente, che questo fenomeno dipenda da come gestiva e intendeva il lavoro. Osservando gli Archi dei suoi lavoranti, per fortuna questa volta ho qualche foto in più, si può osservare che le estetiche adottate da ogni artigiano sono simili, ma non proprio uguali.
A Lui infatti, non credo che interessasse moltissimo se le linee non erano uguali; gli bastava solo che fossero belle e che gli archi funzionassero. Ed in oltre aveva capito, sempre a mio avviso, che non puoi forzare più di tanto una persona a fare quello che non sente, perché non gli verrà mai bene, ma puoi chiedergli di fare al meglio quello che gli piace; i risultati diventano strabilianti!
Gli Archi
Descrivere dettagliatamente il carattere di tutti gli archettai che hanno lavorato per lui, sarebbe troppo lungo, ed in oltre alcuni di loro sono stati affrontati ed altri lo saranno, quindi mi limiterò a fare solo un piccolo commento.
Jean Pierre Marie Persoit – Il Simpatico
In tutti i Persoit che ho avuto la fortuna di vedere c'è leggerezza, serenità e armonia; doveva essere simpatico.
Dominique Peccatte – Lo Sfrontato
Lo vedi in tutti i suoi archi. Sembrano dire la famosa battuta del Marchese del Grillo: “Io so Io, e voi nun siete un ...”. Comunque un artigiano eccelso.
Claude Joseph Fonclause – Il Vivace
Trovo sempre un energia particolare in Fonclause, come quella che hanno i bambini molto vivaci; magari non il massimo della ricerca estetica, ma pieno di energia positiva.
Jean Grand Adam – Il Rustico
Eccellente manualità, anche se parlando di estetica non è mai riuscito a togliersi di dosso l'odore provinciale del laboratorio dozzinale di Mirecourt del padre.
Caratterialmente simile a quel Dominique Peccatte che ha sempre copiato, ma ai quali livelli non è mai riuscito ad arrivare; La classe non è acqua!
Pierre Simon – Il Serafico
Anche lui come Persoit, rimanda echi di serenità, gioia, e armonia, ma anche se questo esempio è un pò anomalo, più tranquillo e pacioccone del precedente; un altro dei miei preferiti.
Nicolas Maire – Il Dimesso
Grande talento, anche se inferiore a Simon, ma una personalità dimessa, al limite dalla depressione, ma profondamente buono.
Anche se con caratteri diversi, i sei artigiani che hanno costruito questi archi magnifici, sono i più grandi dell'archetteria di tutti i tempi; ne mancano solo tre, Maline, e Tourte e Pajeot, che non hanno mai lavorato per Lui. E a questo punto viene da chiedersi: ma se Lui, che non ha mai costruito un arco non fosse mai esistito, l'archetteria Francese sarebbe divenuta così grande?
La risposta a voi, e ora: Atelier d'Archeterie - Melos Rosin
Come già vi avevo anticipato lo scorso anno, spinto dall'ottima qualità del prodotto, mi ero ripromesso di contattare il sig. Christos Sykiotis, patron di Melos, per sapere se era possibile iniziare una colaborazione.
Alla fine l'ho fatto, e Christos ha messo a disposizione la sua esperienza e capacità e ci ha regalato la nostra pece.
E' disponibile da Violino in due differenti impasti: Ligth e Dark. La prima cosigliata per l'estate l'altra più morbida per l'inverno. Viola Dark, Violoncello Dark, e Contrabbasso Dark.
La pece si presenta morbida e setosa sulla corda ed praticamente non produce polvere.
La pece Atelier d'Archeterie è in vendita al costo di Euro 14.50 e potete ordinarla mandandomi una richiesta via email.
A presto
Paolo.
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