IL BARATTOLO E' PIENO O VUOTO?
Essendo per me, sia la scrittura, che la filosofia, quello che Primo Levi chiamava L'altrui mestire, la scorsa settimana dopo aver scritto l'ultimo post, l'ho stampato e fatto leggere a Franca, amica lettrice instancabile e libraia d'altri tempi, per essere sicuro che i concetti espressi fossero chiari e comprensibili.
"Si, si, è tutto molto chiaro e piacevole da leggere, ma che mi dici della componente del suono che materia non è?"
Definire la parte non materiale del suono, equivale a domandarsi che cosa sia la "coscienza", come si formi, e se esista prima di esperirla; ovvero, quando nasciamo siamo un barattolo pieno o vuoto?
La mia personale opinione, e tale rimane visto che sono un filosofo dilettante, è che la parte non materiale del suono, come la coscienza, siano il risultato dell'interazione tra la memoria storica che ci viene trasferita dall'educazione, e una piccola parte che in accordo con Aristotele tendo a rappresentare con il concetto di Immanenza, ossia ciò che risiede nell'essere, che facendo parte dell'essenza di un soggetto, non può avere un'esistenza da questo separata.
Alcuni la chiamano anima, io preferisco definire la manifestazione del suono, come esplicitazione dell'animo umano. So che sembrano sofismi, ma in realtà non lo sono. Se l'anima è immortale vuol dire che esiste sia prima che dopo di noi, ma dal momento che la nostra coscienza è composta anche da una parte educativa riconducibile al modello sociale e antropologico, questa interferisce con l'anima modificandone le manifestazioni.
Ad ogni buon conto, anche se stabilire con esattezza cosa sia è impossibile, la certezza è che esiste, e quindi interagisce con il metodo logico che usiamo per costruire.
Riprendiamo un attimo da dove ci siamo fermati. Abbiamo selezionato con il metodo deduttivo quali siano il materiali con le migliori prestazioni in sala, e ci abbiamo fatto costruire gli archi.
Naturalmente dal momento che l'artigiano lavora bene e il materiale è eccellente, gli archi dovrebbero piacere a tutti, o almeno a tutti quelli che possiedono una buona tecnica strumentale.
In realtà, da un punto di vista puramente meccanico nessuno ha da eccepire alcunché, mentre è quello espressivo che produce pareri diversi.
Noi normalmente, anche se utilizziamo sempre materiale eccellente, produciamo archi di livelli prestazionali diversi, e in nove casi su dieci gli strumentisti concordano con le nostre scelte; più la qualità del materiale sale e più piacciono.
Capita alcune volte che gli esecutori preferiscano un oggetto di livello inferiore, e se in alcuni casi il comprendere perché è relativamente semplice, ad esempio una carenza tecnica, alle volte non è così immediato.
Succedeva regolarmente che tutte le volte che facevo provare nostri archi ad un nostro cliente, violinista molto noto, Lui preferisse sempre il livello inferiore. Non riuscivo a capacitarmi, ovviamente la sua preparazione tecnica è assolutamente di primissimo livello, quindi dovevo cercare di capire perché la sua scelta fosse in contrasto con la mia.
E' stata sufficiente una piccola indagine per svelare l'arcano. Da un lato ha uno strumento tra le mani che non ha moto bisogno dell'aiuto di un arco estremo per produrre qualità e quantità sonora, dall'atro la lampadina mi si è accesa quando ho deciso di esaminare le proprietà meccaniche del legno con cui è costruito l'arco che usa regolarmente.
Il legno dell'arco che usa è identico, per quanto lo possano esserlo due pezzi di materiale naturale, a quello che noi utilizziamo per il nostro livello base. Stessa velocità del suono, stesso colore, densità molto simile.
Alla fine di questa indagine sono riuscito, per mezzo di un test scientifico, a ricavare un dato certo che mi consente di formulare un ipotesi probabilistica.
Caso : Al violinista piace il suo arco
Risultato : Al violinista piace l'arco del mio collega che è costruito con un legno e una meccanica simili al suo
Regola : Al violinista piaceranno tutti gli archi del mio collega costruiti con un legno e una meccanica simili al suo
"Come!", potreste dirmi voi, "la scorsa settimana ti sei lanciato contro il metodo induttivo e ora lo utilizzi anche tu?"
In realtà la scorsa settimana non ho criticato il metodo induttivo, ma il modo di utilizzarlo. Nel mio caso il metodo induttivo è usato all'interno di una solida e invalicabile recinzione costruita utilizzando il metodo abduttivo: il materiale che decido di utilizzare deve sempre avere delle caratteristiche meccaniche minime al di sotto delle quali non costruiamo.
Di conseguenza, anche se non posso affermare con certezza che tutti gli archi costruiti dal mio collega con legno e meccanica simili al suo gli piaceranno, saprò sicuramente che quello che non dovesse gradire lui sarà apprezzato da qualcun altro, perché il materiale di cui è fatto soddisfa le necessità della fisica acustica.
E' come per i fagioli. Non puoi affermare con certezza che tutti quelli del sacchetto siano bianchi, ma dal momento che i sai che anche i fagioli neri sono commestibili, se ne trovassi uno basterebbe accantonarlo, ma la fame te la saresti tolta comunque.
A presto
Paolo
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