JEAN JOSEPH MARTIN - 1880/85
Quello che vedete qui sotto, oltre ad essere un bellissimo arco da violino, rappresenta per me un piccolo punto di soddisfazione, e adesso vi racconto la storia dall'inizio.
Arco da violino Jean Joseph Martin 1880/85
Alcuni mesi fa...
...ero nel laboratorio di un collega liutaio, il quale tra una parola e l'altra, mi dice che ha due archi che vorrebbe vendere; uno certificato dal M° J.F. Raffin, Morizot, e l'altro Francois Nicolas Voirin, non certificato.
Guardo il primo, ed era effettivamente Morizot, mi da il secondo in mano, e mentre sta' per dirmi a chi fosse stato attribuito l'arco esclamo: "Ciao Joseph", "Chi?", "Jean Joseph Martin" affermo. Mi guarda un po di traverso e mi dice: "No, non è Martin, è stato attribuito a Voirin". Gli dico che "è assolutamente impossibile, Martin, e così puro, non può essere scambiato per Voirin". Vuoi perché non mi conosceva così bene; vuoi perché l'altra opinione era molto più autorevole; non mi ha creduto.
Due settimane fa...
ero di nuovo dal mio collega e gli dicevo che da li a breve sarei andato a fare una visita ai miei colleghi Parigini della rue de Rome. "Perché non porti con te il Voirin per farlo certificare". Risposta: "Sarò felice di portare il Martin con me."
La settimana scorsa...
ho portato dunque l'arco al M° B. Millant, che lo ha certificato come fatto da J.J. Martin tra il 1880 e il 1885, e mi ha fatto i complimenti, perché esemplari di questo periodo così ben conservati e puri non sono semplici da trovare!
E adesso l'arco appunto.
Come spiegato nel post dedicato a lui (J.J. MARTIN: L'ULTIMO GRANDE), le linee delle sue teste ricordano in qualche modo un suo illustre predecessore; Jean Pierre Marie Persoit.
Lo smusso è molto generoso e largo, e al contrario di D. Peccatte non si chiude all'arrivo sulla scarpetta ma rimane ampio; come in Persoit appunto. La cresta della testa è morbida e rotondeggiante, anche se, essendo dopo l'influenza di Voirin, che aveva frequentato in laboratorio da Vuillaume alla metà degli anni cinquanta dell'ottocento, è molto scivolata all'indietro.
La geometria totale della testa è più aperta rispetto a Persoit, ma conserva comunque una naturale leggerezza; anche se rifinita più grossolanamente di quanto non facesse il più famoso collega.
Non so per quale motivo, ma tutti gli artigiani che prediligo sono mancini; un amico diceva che i mancini hanno una marcia in più perché lavorano con la mano del cuore.
Naturalmente, come potete vedere dalla linea della cresta e da come sono scavate le guance della testina anche, Jean Joseph Martin lo era.
E adesso il vero marchio di fabbrica di Martin: il nasetto
Questo nasetto è meraviglioso! Un purissimo esempio della stilistica di questo grande. Come già scritto, per il nasetto aveva trovato una sua quadratura stilistica incrociandone altre due.
E' di profilo quadrato, come quelli del suo maestro Nicolas Maline, ma attingendo a Peccatte, entra molto nella parte alta della gola. Ma sviluppando la circonferenza in direzione della fasciatura ottine un alleggerimento della gola. Mentre D. Peccatte che sviluppa verso il bottone la rende aggressiva.
L'ebano è superlativo. Rarissimo da trovare ai giorni nostri, è praticamente senza poro; un ottimo pezzo di ebano del Madagascar.
Anche l'appoggio è un classico di Martin. Il famoso appoggio rotondo e non ottagonale detto "Alla Vuillaume".
Questo tipo di appoggio, venne studiato in modo da alleggerire la struttura del nasetto. In quanto avendo l'appoggio rotondo si possono scavare molto di più le guance, senza dare un effetto sgraziato.
Appoggio "Alla Vuillaume"
Il bottone è un classico Martin. In tre parti, con doppio collare piatto, di cui il secondo molto fine, gli anelli fissati con due chiodini, non sulla stessa faccia dell'ottagono, e il fondo in argento pieno, senza perla.
Come già anticipato all'inizio del post, il proprietario dell'arco ha deciso di metterlo in vendita.
Per provarlo o avere informazioni contattatemi: info@atelierdarcheterie.com
A presto
Paolo.
A Julia
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