LA CURVA
Come già annunciato, questa settimana inizieremo ad occuparci di uno dei due aspetti fondamentali dell'arco: "La curva". Esistono solo due tipi di curve nell'archetteria; quelle fatte bene e quelle fatte male.
Quello che intendo dire è che esistono naturalmente molti modelli di curva; Tourte, Peccatte, Vuillaume, Sartory, solo per citare le principali. Tutti questi modelli di curva funzionano meccanicamente ed anche acusticamente in modo diverso tra di loro. Se si è un costruttore ne si può scegliere una piuttosto che un altra, basandosi sulle proprie sensazioni e convinzioni maturate con l'esperienza. Ma ciò non toglie che qualsiasi curva deve essere eseguita a regola d'arte per consentire all'arco di funzionare correttamente.
Parlando di archi l'argomento curva è uno dei fondamentali e più vasti, per questo motivo lo affronteremo in più tappe. Questa settimana parleremo di uno dei difetti più grandi, spesso irrisolvibile; "Il piatto di curva".
La parola piatto se ci pensate bene è l'esatta antitesi di un arco. L'unica linea retta sono i crini, nessun altra. Questa linea piatta in oltre è la risultanza della curva della bacchetta messa in tensione, questo vuole dire che ogni variazione di tensione modifica leggermente la meccanica di funzionamento dell'arco. Se tendete molto i crini la bacchetta diventerà più nervosa e ballerina, se li allentate più morbida e duttile. Quando la curva è eseguita correttamente e la bacchetta si distende sotto l'esercizio dei crini in maniera omogenea come nel immagine N°1, l'arco avrà aderenza dal nasetto alla testa senza cedimenti. Ma se al contrario per motivi di incompetenza costruttiva o per usura, presenta dei punti piatti, immagine N°2, queste imperfezioni si ripercuoteranno direttamente sulla tenuta dell'arco sulla corda, e di conseguenza sul suono.
Quando suonando si arriverà nel punto dell'arco incriminato, il cambio repentino di tensione provocherà un immediata perdita di aderenza sulla corda che naturalmente si ripercuoterà sull'emissione sonora. E' molto importante riuscire a vedere questa imperfezione, perchè al contrario dei difetti di direzione o di torsione, è molto difficile riuscire a toglierla, e spesso impossibile. Il motivo è semplice. Lateralmente l'arco non ha enormi tensioni, ma verticalmente si. La curva è tutto un gioco di forze ed è in stretta relazione con gli spessori. Va da se che se l'artigiano in un punto della bacchetta ha tolto troppo legno, gli spessori non saranno più adeguati alle forze che devono reggere, e la struttura dell'arco sarà compromessa in modo permanente. E' probabile trovare difetti di curva anche negli archi antichi d'autore, qui la colpa è naturalmente da imputare all'usura dovuta all'utilizzo prolungato. In questo caso si dice che gli archi sono sfibrati e come nell'altro, sono impossibili da recuperare.
Per riuscire a vedere se una curva è eseguita bene dovrete tirare i crini tramite la vite, oltre la normale tensione d'esercizio, in questo modo gli eventuali difetti risulteranno molto più accentuati. Successivamente ponetevi davanti a uno sfondo bianco per creare contrasto e portate l'arco all'altezza dell'occhio con il nasetto orizzontale rispetto al pavimento, come vedete nella foto di apertura del post (Attenzione: io nella foto tendo i crini con la mano sinistra per riuscire a vedere meglio, ma questa operazione è molto pericolosa e deve essere compiuta esclusivamente da un esperto). Guardando in questo modo se la curva è ben eseguita dovrete vedere la bacchetta stendersi dal nasetto alla punta in maniera omogenea e senza angoli secchi.
Per il momento ci fermiamo qui, ma l'argomento è tutt'altro che esaurito. La prossima settimana parleremo della relazione che esiste tra la curva e la forza di un arco.
A presto
Paolo.
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