MOLLER; IL SATELLITE OLANDESE
E' vero; Max non era un archettaio, ma non si può trascurare uno dei maggiori laboratori d'Europa che lo scorso anno ha festeggiato i 20 lustri; anche se non più in mano alla famiglia Moller, ma ad un collega ed amico.
Arco da violino timbrato M. MOLLER AMSTERDAM precedente al 1945
La storia dei Moller parte naturalmente, come per molti artigiani Tedeschi da Markneukirchen, dove Paul Max frequenta la scuola per tecnica per la costruzione di strumenti tra il 1889 e il 1893. Completata la preparazione scolastica rimane nella città natale a perfezionare le tecniche lavorando prima per R. Nurenberger e successivamente per H. Th. Heberlein.
Tra il 1900 e il 1903 lavorerà prima per Lowenthal, poi per Max Mockel a San Pietroburgo e successivamente raggiungerà Amsterdam; città in cui rimarrà e che lo renderà famoso.
Arrivato ad Amsterdam lavorerà per quasi dieci anni, dal 1904 al 1913 per Karel v. d. Meer, prima di aprire il proprio laboratorio.
Oltre ad occuparsi della costruzione di strumenti, si calcola che ne abbia prodotti circa 250 in carriera, Max si dedica anche alla commercializzazione di archetti, che ameno per la prima parte di vita del laboratorio gli verranno forniti da vari artigiani di Markneukirchen. L'unico archettaio che si sa aver lavorato per Lui prima del 1945 è infatti Paul Weidhaas.
Gli archi commercializzati in questo periodo, sono timbrati M. MOLLER AMSTERDAM e le stilistiche sono completamente aderenti ai modelli Tedeschi dell'epoca.
Arco da violoncello Paul Weidhaas
Nel 1915 nascerà Guillaume detto "Max" e già in giovane età verrà iniziato dal padre al lavoro del liutaio. Dopo una prima preparazione casalinga Guillaume si sposta a Markneukirchen per frequentare la stessa scuola che preparò il padre.
Terminati gli studi il padre inizia a costruirgli la carriera. Lo impiega da Amédée Dominique Dieudonné prima e da Charles Enel dopo, anche se rimarrà in ambedue i laboratori non molto tempo.
Nel 1935, all'età di soli vent'anni, anche grazie ai buoni contatti del padre, si trasferisce a New York per lavorare in uno dei laboratori più rappresentativi della liuteria internazionale; quello di Emil Herrmann sotto la guida di Simone Sacconi.
Nel 1948 il padre muore e lui è costretto a tornare in Olanda per prendere le redini dell'attività. In questo periodo oltre a costruire e solidificare il buon nome della famiglia, inizia ad impiegare giovani archettai in cerca di notorietà e la qualità degli archetti migliora.
Dal 1948 fino al 1980, anno in cui andrà in pensione saranno molti i buoni e ottimi artigiani che lavoreranno per Lui. Tra questi si ricordano G. Waenneldt, J. C. Ouchard, R. Penzel, D. t. Berg, e Stephane Thomachot.
Nel 1944 nasce il figlio "Berend" Max Moller che dal 1973 in poi, terminato l'apprendistato si unirà all'attività di famiglia.
Quest'ultimo assume la direzione dell'attività nel 1980 al momento del pensionamento del padre e la manterrà fino al 1989, anno in cui verrà ucciso con un colpo d'arma da fuoco in casa sua, durante un tentativo di furto.
Con la morte di Berend l'ultimo Moller scompare dalla liuteria e l'attività rimasta vacante verrà gestita dalla vedova Cornélie fino al 2006.
Nel 2008, come l'Araba Fenice, dalle proprie ceneri il laboratorio prende nuovamente vita, anche se con un altro titolare; il nostro collega e buon cliente Andreas Post.
Andreas eccellente liutaio ed esperto, dopo aver studiato in Germania era stato a lavorare per i Moller per molti anni, e nel 2008 riapre appunto il laboratorio che fu del suo maestro in Willemsparkweg, in un delizioso stabile a due passi dal Concergebuow.
Gli archi
Come già detto la famiglia Moller era composta interamente da liutai anche se furono importanti commercianti di archi e archettai.
Nel primo periodo che va dall'apertura nel 1913, fino al 1945, gli archi aderiscono stilisticamente e meccanicamente ai canoni della scuola tedesca e sono di buon livello funzionale.
Dal '45 in avanti la produzione, o almeno una parte di essa, diviene più raffinata e forse grazie alle differenti provenienze degli artigiani che costruiscono, le stilistiche ora Francesi, ora Tedesche, confluiscono in una terza via; quella Olandese.
Il blog va in vacanza e nel farlo augura a tutti i lettori un Buon Natale e Felice Anno Nuovo
Al prossimo anno
Paolo
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