PECCATTE, SARTORY, E LE GEOMETRIE
Molto spesso nei post precedenti, mi sono dilungato nell'esporre minuziosamente la stilistica di ogni singolo autore; smussi, gole, creste, difetti di vista, ecc., ecc., ecc.. E in altri ho spiegato quali sono le differenze tra una curva moderna e una antica, dimenticandomi completamente di parlarvi dell'anello che congiunge stilistica e meccanica; la geometria.
Testa da violino Dominique Peccatte
Testa da violino Eugéne Sartory
Effettivamente avrei dovuto scrivere questo post molti mesi fa, ma come spesso capita, sono le cose più ovvie che ci dimentichiamo. Sono passato dalla descrizione di teste Peccatte, a quelle Lamy, senza spiegarvi quali sono state le ragioni dell'evoluzione.
Come potete vedere dalla prima e dalla seconda foto le dimensioni delle teste antiche e moderne sono molto diverse. La prima è di profilo quasi quadrato, la seconda invece è più triangolare, ma per quale motivo sono così diverse.
Semplice; l'esigenza dell'evoluzione stilistica è nata nel momento in cui le curve sono cambiate.
Arco da violino Dominique Peccatte
Osservando le foto successive la situazione si fa più chiara. Che cosa succederebbe alla testa dell'arco Peccatte qui sopra, se spostaste la curva molto in avanti?
Tutta la testa sarebbe proiettata indietro, e sia lo smusso che la cresta risulterebbero molto aperti e sgraziati. Per cambiare meccanica, F.N. Voirin e i suoi successori, hanno dovuto ruotare lo smusso all'interno, e fatto scivolare la cresta indietro, ed alzarla di un buon millimetro e mezzo.
Arco da violino Eugéne Sartory
Il risultato che se ne ricava è una testa molto più slanciata ed elegante. La nuova curva aiuta molto gli archettai moderni sia dal punto di vista stilistico che meccanico. Le curve moderne essendo molto sbilanciate nell'ultimo terzo, sono veloci da eseguire, e grazie alle nuove proporzioni, anche fare delle teste carine è meno difficile.
Arco da violoncello Dominique Peccatte
Arco da violoncello Eugéne Sartory
La nuova meccanica, anche se peggiora la funzionalità dell'arco, risolve definitivamente i problemi geometrico/stilistici degli archettai, a scapitò però della creatività.
Con le vecchie curve, alleggerire la testa e renderla armonica non era affatto semplice e ogni artigiano ha cercato di trovare una sua via.
Arco da violino Etienne Pajeot
Pajeot per snellire la struttura, entra esageratamente nella parte superiore dello smusso (un classico del Pajeot puro), fa scivolare leggermente la cresta indietro, e per correggere lo sbilanciamento di quest'ultima, entra molto al centro nella parte bassa della guancia. Così facendo traccia anche una linea a esse che parte dallo smusso in alto e finisce sulla casetta attraversando tutta la testa. che aumenta la fluidità.
Arco da violoncello Etienne Pajeot
Arco da violino Pierre Simon
Simon sceglie un altra strada. Entra molto nella parte bassa frontale della testa, dopo di che la cresta sale molto ripida. Lo smusso, anche questo un marchio di fabbrica, è veramente rotondo ed esageratamente dentro. Anche lui alleggerisce la struttura, ma non la rende armonica come Pajeot, proprio per colpa di quella linea ad esse che attraversa la testa.
E poi il genio puro; Jean Pierre Marie Persoit
Quest'uomo è riuscito ad alleggerire le teste creando un illusione ottica!
Ci ho messo molto tempo a scoprire i segreti di quella che considero la testa di arco da violino più bella e perfetta che abbia mai visto. Le prime volte la guardi e non ci credi. Come fa ad apparire così leggera avendo quelle misure?
Semplice, basta infilare una testa Sartory dentro una geometria Peccatte!
Partiamo dallo smusso; viene giù dritto e molto ampio, in questo modo riduce la superficie della guancia e lo trasforma in una specie di ombra.
La cresta la tiene alta e importante, ma la cosa veramente strana è come entra sulle guance. Le scava esageratamente disegnando su entrambe una linea curva opposta allo smusso. Ma perché lo fa?
La spiegazione è in questa foto. Entrando così tanto va a stilizzare sulla guancia una testina più piccola che somiglia molto ad un profilo Sartory!
Un genio assoluto. Ne F.X. Tourte, ne tanto meno D. Peccatte hanno mai raggiunto questo livello di raffinatezza. Uno dei pochissimi archi che mi dispiace aver venduto.
A presto
Paolo
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