PIERRE SIMON: IL PECCATTE SIMPATICO
Ottima manualità; anche se non come Lui. Grande senso delle proporzioni e delle geometrie; ma meno intenso. Pierre Simon è senza ombra di dubbio l'unico, del dopo Peccatte naturalmente, ad avvicinarsi al grande maestro, anche se non ha mai raggiunto il suo livello. Potremmo considerarlo l'atro lato di Dominique Peccatte; quello simpatico!
Arco da violino argento e ebano Pierre Simon; 1855 c.ca
Pierre nasce, come quasi tutti gli archettai di Francia, a Mirecourt il primo Dicembre del 1808, da Charles Simon, di professione muratore e Marguerite Caye.
Inizia l'apprendistato, insieme il fratello Barthélémy, nei laboratori della sua città di origine, e già da giovane si distingue sia per l'ottima manualità, che per il carattere "turbolento", come scrive Raffin. Anche lui come Grand Adam viene infatti arrestato per ubriachezza e schiamazzi notturni, il 18 Febbraio 1834. Che volete farci; il vino è la vera musa ispiratrice degli archettai!
Dopo aver terminato la sua preparazione, grazie all'amicizia nata già in tenera età a Mirecourt con Dominique Peccatte, nel 1838 si trasferisce a Parigi, ed inizia a lavorare per Lui. Come ricorderete, lo stesso anno in cui Peccatte lascia J.B.Vuillaume e rileva il laboratorio di Lupot II.
Questo particolare è importante perché in laboratorio da Vuillaume era rimasto solamente Fonclause e anche lui nel '40 se ne andò, e probabilmente Peccatte fu incaricato di trovare un sostituto di livello. Rimarrà da Lui per due anni, e ne assorbirà completamente le estetiche, che non abbandonerà mai per il resto della carriera.
Nel 1840 il posto si libera, e Simon viene assunto da Vuillaume stabilmente. Lavorerà da lui fino al 1844, anno in cui apre il suo primo laboratorio al numero 13 di rue Croix des Petits.
Nel '46 si sposta al numero 39 di rue Coquillière e dopo altri due anni, nel '48, rileva da Dominique Peccatte Il laboratorio che fu di Lupot.
L'11 dicembre 1847, sposa Jeanne Génin, sorella di Michel, anche lui archettaio.
Dal 1848 fino al '51 si associa con Joseph Henry, già suo collega ai tempi del laboratorio Peccatte, ma l'unione non funziona troppo bene, ed ecco che dopo poco il nostro Pierre cambia di nuovo sede trasferendosi a rue Saint Honoré 179.
Nel 1852 il nome di Simon scompare dall'Almanacco Commerciale di Parigi e per più di vent'anni non vi ricomparirà. Dove sia stato dal '52 al '75 non è dato sapere, anche se si hanno tracce di un Pierre Simon residente a Mirecourt nello stesso periodo.
Morì, come il più classico dei casi, con la pialla in mano, il 12 Dicembre del 1881, dopo aver lavorato per Vuillaume e per Gand, e aver costruito migliaia di archi, molti dei quali sono in grado ancor oggi di rivaleggiare con quelli del suo maestro.
Il carattere
Come già anticipato, almeno per le stilistiche delle testine Pierre Simon si ispira prevalentemente, se non unicamente, a Dominique Peccatte. Mentre i nasetti, sono all'incrocio tra quest'ultimo e J.P.M.Persoit.
Le linee generali della testa sono Peccatte, ma il carattere è evidentemente un atro e il punto in cui lo si nota di più è il giro dello smusso. Mentre Peccatte gira più i alto per poi raddrizzarsi all'arrivo sulla scarpetta, Simon esegue quasi un semicerchio. Questa differenza, se pur piccola contribuisce a cambiare completamente le geometrie. Entrando così tanto ottiene una sensazione di maggior leggerezza di tutta la testa.
Per il nasetto si muove in due direzioni. Mantiene le dimensioni generali di Peccatte, ivi comprese la lunghezza della paletta e dell'anello, ma per la gola vira decisamente verso Persoit; quadrata e con la guancia molto più scavata specie arrivando sull'anello.
Considero Pierre Simon uno dei più raffinati di tutti i tempi, un gradino, ma solo uno, al di sotto dei fantastici quattro; Tourte, Persoit, Peccatte, e Pajeot. I suoi archi, oltre ad essere molto apprezzati dai musicisti per le eccellenti qualità timbriche e meccaniche, sono anche ammirati dai costruttori, che riconoscono in lui un unicità sconosciuta ai più; probabilmente merito di quello smusso così simpatico.
A presto
Paolo.
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