PILLOT; LA NASCITA MIRACOLOSA
Una delle poche certezze che l'uomo possedeva era quella di non poter procreare con un proprio simile. A metà Novecento i Francesi infransero anche quest'ultimo baluardo di conoscenza; dall'unione tra due uomini (anzi no, almeno sei), nacque un piccolo archettaio di nome Pillot.
Arco da violino timbrato Pillot
Lasciando perdere per un momento i giochini con i quali mi diletto, questa settimana vi presenterò un oggetto carino e che funziona bene, che in più mi da la possibilità di rispondere ad un commento acido e stizzito di un mio lettore lasciato sul post "Gli investimenti oculati (?)".
Caro Pazzo Furioso, quello che sta per leggere non lo troverà su nessun libro di storia o dizionario della liuteria.
Fino a non molti anni fa non si conosceva la vera storia di questo misterioso signore chiamato Pillot; lo si proponeva come un minore Francese senza però che ne esistesse traccia su nessun documento. Anche recentemente sono stati presi alcuni abbagli; mi è capitato di sfogliare un dizionario della liuteria contemporaneo e ancora risulta un archettaio di nome Pillot.
La vera storia di quest'uomo è che non è mai esistito, se non nella testa e nelle mani di altri attori. Fu un operazione di marketing!
Se ben vi ricordate, qualche tempo fa vi feci una confessione; ovvero svelai i rapporti di parentela che intercorrevano tra due famiglie molto note dell'archetteria di Mirecourt.
Le famiglie sono quella degli Ouchard e quella dei Morizot. Paul Charles, il capo dei fratelli, si era unito in matrimonio con Marie-Thérèse, una delle tre sorelle di Emile Auguste Ouchard.
L'arco che vedete e tutti quelli timbrati Pillot o Pillot aine Paris, sono stati costruiti dai fratelli Morizot su espressa richiesta di Emile Auguste e commerciati come secondo livello.
Molti di questi oggetti venivano prodotti anche gli ultimi anni di permanenza di Emile Auguste negli States e probabilmente erano pensati appositamente per quel mercato.
L'arco
L'oggetto in questione seppur considerato come un secondo livello di Emile Auguste Ouchard è comunque ben lavorato e sensibilmente migliore della media qualità dei Fratelli.
Stilisticamente la testa, anche se meno raffinata, ricorda da vicino i lavori di Emile Auguste della metà degli anni '20; quando ancora lavorava con il padre.
La parte più interessante è comunque la bacchetta. Oltre ad avere una buona elasticità ed essere tagliata perfettamente radiale, mostra anche una cura particolare nella lavorazione della testina. L'autore di questo arco è riuscito a far uscire la specchiatura dei raggi midollari sul lato sinistro della testina come potete vedere.
Particolare degno di nota; la curva è distribuita in maniera uniforme e migliore rispetto agli Ouchard originali.
Il nasetto stilisticamente non è impeccabile, daltronde si tratta probabilmente di un prodotto costruito da aziende specializzate. Quello che fa veramente rabbia è vedere un pezzo di ebano così bello su un nasetto semilavorato.
La stilistica ancorché precaria è liberamente ispirata alla scuola di Dominique Peccatte; almeno lo sviluppo della gola, di profilo rettangolare con l'angolo in alto accentuato.
Altro indizio inconfutabile della provenienza del nasetto è il fissaggio della coulisse sull'ottagonale dell'ebano. Come potete vedere è fermata con le viti al posto dei chiodini; tipico delle produzioni seriali dell'epoca.
Il bottone è in tre parti e l'occhio "Mirecourt", ovvero singolo, rispettando i dettami stilistici francesi.
Approfondimenti :
GLI INVESTIMENTI OCULATI (?)
A presto
Paolo
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