SOSTITUIRE I CRINI
Un paio di settimane fa, una nostra cliente che abita a Vienna, mi ha chiamato per dirmi che era stata da un Grande Maestro francese che lavora nella sua città, e che quest'ultimo, dopo avergli sostituito i crini le aveva detto che l'arco era storto, e che tale problema non poteva essere risolto in quanto il materiale usato non era abbastanza stagionato. Un brivido freddo mi ha attraversato la schiena. Il legno che usiamo naturalmente non è fresco, ma stagionato e di altissima qualità, ma capirete anche voi che quando un artigiano, soprattutto francese, ti manda a dire una cosa del genere vuol dire che l'arco si è mosso in modo abominevole. Poi quando l'arco è tornato ci siamo tranquillizzati. L'arco si era effettivamente mosso, ma la colpa non era nostra, ma della sua abominevole incrinatura.
Nel caso specifico, i crini non erano stati stirati correttamente, e la tensione dei due lati dell'arco non era uguale. Vedete, una bacchetta di arco da violino, è lunga più di 70 cm, e il diametro supera di poco gli 8 mm, nel punto più largo, e naturalmente se crini sono più tesi da un lato, tenderà a storgersi in quella direzione. E' come per il calesse; finchè la tensione sulle briglie è uguale, i cavalli vanno dritti, quando ne tirate di più una, girano nella direzione dell'aumento di tensione.
Foto 1
Quindi se quando ritirate l'arco dopo l'incrinatura è storto e prima non lo era, provate a sentire con i pollici la tensione dei crini dai due lati(Foto 1), e se non è omogenea, fategliela rifare, oppure meglio ancora, cambiate artigiano.
Foto 2
Foto 3 Foto 4
Un altro aspetto importante dell'incrinatura è la pettinatura. Se i crini sono mischiati e attorcigliati non avranno un aderenza uniforme, e provocheranno inevitabilmente rumori sgradevoli. Per capire se l'incrinatura è ben pettinata sufficiente separare una piccola parte di crini con il dito indice (Foto 2), e farlo scorrere lungo la becchetta fino alla testa. Se l'incrinatura è ben eseguita (Foto 3), l'aderenza sarà perfetta, altrimenti i problemi di suono saranno evidenti (Foto4).
Foto 5
Quando i crini sono appena montati, anche se l'artigiano sa fare il suo lavoro, non hanno una tensione omogenea; alcuni sono più tesi, altri meno. E' per questo motivo che è necessario prima bagnarli e lasciarli in tensione e dopo ritoccarli con il fuoco. Per controllare se il ritocco è stato eseguito correttamente, girate la vite del bottone finchè i crini non cominciano ad essere tesi, e tenendolo per il nasetto con la mano destra, sbattete la testina sulla sinistra(Foto 5).
Foto 6 Foto 7
Se è ben ritoccata l'incrinatura apparirà come nella Foto 6, altrimenti sarà come nella Foto 7.
Foto 8
Un altra cosa da tenere in considerazione quando si fa un incrinatura è la direzione dei crini. Il crine di cavallo è uguale ai nostri capelli, solo un pochino più robusto, e la sua superficie è squamata(Foto 8). Quando si esegue un incrinatura è fondamentale, al fine di ottenere il massimo risultato, montare i crini con le squame rivolte verso la testina. In questo modo si aumenta il greep alla punta, che facilità l'attacco sulla corda nella posizione più scomoda, dove il peso del braccio aiuta meno. Vedere se i crini sono montati nella direzione giusta è molto semplice, basta osservarne il colore. La fine della coda del cavallo è più scura che all'attaccatura, quindi se i crini sono montati correttamente alla testina saranno più scuri che al nasetto.
Altro fattore molto importante è la quantità di crini utilizzati. Purtroppo per stabilire se i crini montati sono troppi o pochi, è necessario l'occhio esperto dell'archettaio. Il musicista può comunque sentirne l'effetto sonoro. Se sono pochi il suono risulterà molto esile, e se invece sono troppi, fungeranno da sordina. E così abbiamo sfatato la leggenda più crini = più suono.
Piccola postilla per contrabbassisti:
Come saprete, gli archi da contrabbasso vengono montati usando il crine nero, questo perchè anche se meno elastico del bianco, è più grosso e robusto, quindi ideale per mettere in vibrazione delle corde dal diametro così grande. Ma il crine bianco ha comunque la sua bellezza anche in questo strumento, ed è per questo motivo che molto spesso i contrabbassisti, magari sotto suggerimento di chissà chi, fanno incrinare i propri archi con crine misto bianco e nero.
MAI OPERAZIONE FU PIU' SCELLERATA!!!
Il crine, sia bianco che nero, è molto sensibile all'umidità e assorbe acqua e la rilascia secondo la percentuale presente nell'aria. Questo non è un problema se i crini sono tutti bianchi o tutti neri, l'incrinatura si allungherà o accorcerà, ma la pettinatura rimarrà buona. Se invece l'incrinatura è mista si spettinerà velocemente e dovrete cambiarla. Le due tipologie di crine hanno infatti un differente coefficiente di allungamento all'umidità, e quindi appena il cambio diventa sensibile, ad esempio passare dal 90%(Cremona) al 70%(Livorno), i crini si spettineranno, con relativa perdita di aderenza e attacco.
Questi naturalmente sono problemi risolvibili; è stato sufficiente fare un incrinatura come cristo comanda, e l'arco della nostra cliente è tornato perfetto. Ma cambiare i crini può anche diventare un operazione distruttiva o fortemente invalidante per l'arco. La prossima settimana vedremo come.
A presto
Paolo.
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