ARCO DA VIOLINO COLLABORATION OUCHARD Père/Fils 1925 - 30
Come archettaio, e come persona, Emile Auguste Ouchard come sapete non è tra i miei preferiti. Parlando di archi, rappresenta l'estremizzazione della scuola del secondo Ottocento, che ha rovinato decine di ottimi artigiani. Personalmente invece, almeno stando a quel che scrivono e raccontano di Lui, non era esattamente quel che si suol dire uno zuccherino. Con in mano gli utensili però...
Arco da violino collaboration Ouchard Père/Fils 1925 - 30
L'arco che analizziamo oggi rappresenta una rarità e un ottimo spunto di riflessione sulle capacità maturali di Emile Auguste in particolar modo.
La rarità consiste nell'anno di costruzione di questo arco. Ho scritto 1925 - 30 nel titolo del post, perché per prassi si indica il quinquennio, ma in questo caso sono quasi certo che quest'oggetto abbia visto la luce non più tardi del 1928. La certezza che mi consente di dare una datazione così esatta risiede nel modello della testina; stilistica utilizzata per non più di tre anni dagli Ouchard.
In quel periodo Emile Francois aveva appena chiuso il suo rapporto lavorativo con la vedova di Eugène Cuniot-Hury, dopo quasi quarant'anni, e dal 1923 apre la propria attività a Mirecourt insieme al figlio e alcuni operai.
Questo sarà l'unico momento in cui padre e figlio lavoreranno insieme, fino a che le divergenze caratteriali e lavorative nel 1937 ne divisero definitivamente le strade.
Foto cresta
Oltre ad essere una rarità dal punto di vista storico, gli archi con questa geometria sono pochi, questo ci da la possibilità di studiare la mano di un giovanissimo Emile Auguste, che già dava segni da fuoriclasse.
La bacchetta è sicuramente Sua, a confermarlo, oltre hai tagli perfetti, molto più sicuri di quelli del padre, c'è anche una naturale propensione alla forma.
Nonostante Emile Francois fosse un ottimo artigiano, è innegabile che il talento del figlio fosse enormemente superiore. Emile Auguste aveva una visione formale del "tutto", completamente sconosciuta al padre, ma la cosa ancora più impressionante è un altra; sebbene questa testina sia tagliata perfettamente, è anche completamente storta!
Dalle foto è difficile da vedere, a meno di avere un occhio molto ben allenato, e anche avendo l'arco in mano effettivamente non è semplice, ma se osservate bene vi renderete conto che questa testa non è ortogonalmente giusta.
Se tornate a vedere la foto che raffigura la cresta di questo arco, vi accorgerete che nonostante io abbia cercato di ingannarvi ruotando leggermente la foto in senso antiorario, non solo la punta della casetta non è allineata con il vertice della cresta, ma l'angolo tra questa ipotetica linea e l'appoggio della scarpetta, che dovrebbe essere di 90°, in realtà non lo è!
Di tutto questo, il 99.99% degli occhi non vede niente. Non è meraviglioso!
Quest'uomo aveva si un carattere orrendo, che lo separò prima dal padre e poi dal figlio, ma anche un senso della forma, o come il mio collega, il M° Navea Vera direbbe in modo più comprensibile, in linguaggio da puro Artigiano, un "occhio" spaventoso.
Ci sono artigiani, con la lettera minuscola questa volta, che non riusciranno mai a comprendere quali sono le linee "flash", che determinano il successo o l'insuccesso di una forma.
Quelle che chiamo "flash", sono quelle linee, per gli archi non più di quattro, che "accecano" l'occhio alla prima vista e predispongono il nostro sistema nervoso centrale ad accettare più o meno positivamente quello che stiamo guardando.
Parlando di archi, quando queste linee non sono disposte correttamente, anche se il tratto della mono è impeccabile, e la testa non ha difetti ortogonali, la testa sembrerà sciatta ed impersonale, facendo percepire la perfezione come manierismo.
Quando invece si ha, come nel caso di Emile Auguste un grande "occhio", i difetti vengono fatti sparire dall'estrema logicità delle linee principali, e il nostro cervello deve fare particolarmente ricorso alle proprie capacità di decodifica per vederli.
Il nasetto. A prima occhiata mi son detto: "Toh che strano, sembra Ouchard, ma ha una gola quasi fine '700". Poi ho guardato meglio e mi sono accorto che qualche nostro collega, ha sentito la necessità di esprimersi, e facendo una stuccatura ha deciso di dare un tocco di originalità all'oggetto.
Se osservate la gola vedrete che nella parte alta c'è una stuccatura, anche tecnicamente ben fatta devo dire, solo che invece di tirare dritta, la linea di arrivo della paletta scende, dando quel tocco di antico che niente ha a che fare con nessun Ouchard.
L'arco è definibile in "collaborazione", perché Emile Auguste non aveva ancora un attività a suo nome, ma dalla precisione della lavorazione sono convinto che anche il nasetto sia suo e non del padre.
Come sapete il periodo storico in cui è stato costruito questo arco non è dei miei preferiti. A questa famiglia si può imputare di aver proposto le meccaniche moderne più estremizzate, come quelle di Emile Auguste, ma le si deve anche la riscoperta della grande tradizione Francese di fine '700 primi '800, per mano di Bernard; suo figlio.
Comunque, anche se concettualmente a me sgradita, la curva è eseguita perfettamente; nonostante la lavorazione "veloce" della bacchetta.
Rimango contrariato quando vedo archi come questo, perché le brutte persone, materialiste, arriviste, ecc., non mi piacciono, e quindi mi da quasi un fastidio epidermico dovermi complimentare con loro. Ma onestamente lo devo dire; quando uno è bravo, lo è e basta, e Lui lo era.
Arco da violino collaboration Ouchard Père/Fils 1925 - 30
Timbro a fuoco Emile Francois Ouchard
Approfondimenti:
EMILE AUGUSTE OUCHARD; L'ARCHETTAIO DEI DUE MONDI
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BERNARD OUCHARD; L'UMILE EDUCATORE
A presto
Paolo
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