CRAMER CONTRO CRAMER; OVVERO IL PROCESSO EVOLUTIVO (Parte II)
Mettendo il naso in questo periodo storico dell'archetteria, ci si immerge in una densa e fittissima nebbia. Le informazioni certe disponibili sono pochissime, e quelle che si riescono a reperire, sembrano troppo spesso intonare inni favorevoli alla causa.
Arco da violino modello Cramer 1770 C.ca
Lo so; sono un po criptico e me ne scuso. Ma trattandosi di argomento delicato, è preferibile andare con calma.
Per stabilire chi, o almeno dove sia stata sviluppata l'architettura dell'arco moderno, è necessario decidere quale sia la svolta evolutiva definitiva. Certo le innovazioni introdotte da Francois Xavier Tourte con l'aiuto di Viotti, come la slitta in madreperla e l'anello, sono fondamentali rifiniture, ma rimangono tali, anche se importanti.
Il vero salto evolutivo avviene, come già detto, quando la testina si alza fin quasi come il nasetto. Il quel momento l'arco ha esattamente le stesse misure, o quasi, di quello moderno; stessa lunghezza; stessa curva; e soprattutto fondamentale, è in Pernambuco o legno Ferro. E' il modello Cramer.
Non si sa di preciso se il famoso arco arrivato in mano al violinista nel 1769 a Parigi, fosse in legno Ferro o in Pernambuco, quello che è noto è che la struttura che aveva lo rendeva adatto ad entrambi i materiali, con preferenza per il secondo; meno denso e più elastico del primo.
Dal momento che il legno Ferro proviene dall'Asia, verrebbe naturale pensare che il modello sia nato per questo materiale, anche se a dire il vero il Pernambuco è arrivato in Europa agli inizi del Cinquecento, e poteva essere quindi già ben conosciuto in Germania, o per essere più precisi nella Provincia Austriaca del Sacro Romano Impero Germanico.
Difficilissimo stabilire se il Pernambuco sia stato impiegato per la prima volta in Francia. Considerate che la prima attività dei Conquistadores, fu tagliare e importare questo legno, sia per estrarne la resina, che per costruire. In Portogallo non è difficile trovare in case d'epoca, porte, tavoli e panche costruiti con questo legno tra il '500 e il '600. Sembra addirittura che anche il nome Brasile derivi da Pao Brazil; volgare della Caesalpinia Echinata.
Quello che invece è semplice affermare da esperto, e senza alcun dubbio di essere smentito, è che il modello Cramer è arrivato a Parigi con una curva molto simile a quella degli archi moderni del primo periodo; fino a Voirin per essere precisi. In questo caso parlo non da storico, ma da meccanico. Se un arco con testa e nasetto così alti non avesse avuto la curva, non avrebbe potuto funzionare; vi ricordate il post che ho scritto ormai anni fa che parlava di acrobati sul filo? Tornate a leggere che cosa succede se la tensione è eccessiva qui.
I nostri illustri colleghi Francesi nel loro libro, sostengono, senza alcuna prova a favore, anzi con molte contrarie, che il pernambuco è stato usato in Francia per la prima volta, e soprattutto che la curva del primo periodo moderno è della famiglia Tourte.
E' falso, e lo sanno anche loro. Perché di archi ne hanno fatti tanti e molti bellissimi, quindi vuol dire che sanno benissimo come funzionerebbe un arco con la testina così alta senza curva. Lo sanno talmente bene, che l'unico arco fotografato nel loro libro con i crini tesi allo sfinimento per farlo sembrare dritto, è un modello Cramer di Nicolas Duchaine, precedente ai primi di Nicolas Leonard Tourte (n.d.r.: L'Archet - Millant, Raffin, Gaudfroy, volume I, prima parte, pag. 201). Questo potrebbe ingannare il lettore inesperto, ma come già detto, chi ne sa di meccanica, sa anche che il Cramer aveva la curva concava e probabilmente era in Pernambuco.
Arco da violino Tourte/Cramer 1780
Intendiamoci, i Tourte, tutti e due, perché come ho già scritto il fratello anziano è molto sottostimato a mio parere, sono stati fondamentali sia per come costruivano; Francois Xavier aveva un talento manuale impressionante; che per le innovazioni che hanno stabilizzato definitivamente la struttura.
La prima la vedete nella foto qui sopra. Anche se il Cramer tedesco aveva la curva, il nesetto era troppo alto e allontanava molto il crine dalla bacchetta rendendolo di difficile gestione al tallone. Il primo step fu quello di abbassare il nasetto fino a renderlo poco più alto della testina, così facendo aumentarono il contatto con la corda.
Un altro passo importante fu l'eliminazione della piccola coda posteriore della della testina; in primo luogo per aumentare stabilità, ed in secondo, come dice il mio collega il M° Navea Vera, per non impazzire a farlo; visto che è inutile e difficilissimo da eseguire.
Arco da violino Leonard Tourte 1790
Ed in fine Lui. Uno dei due più grandi talenti dell'archetteria di tutti i tempi, che con la collaborazione di Viotti ha ultimato lo sviluppo; Francois Xavier Tourte dit "Le June".
Si, la curva l'ha molto probabilmente ereditata da qualche collega Tedesco o Italiano, ma rimane comunque un genio di primissima grandezza. Fatta eccezione per il nasetto così come lo conoscete oggi; in ebano e madreperla, con l'anello e la slitta, e con queste proporzioni; è stato colui che ha interpretato l'estetica e la meccanica dell'arco in modo totale. L'unico affiancabile è sicuramente Jean Pierre Marie Persoit.
Arco da viola Francois Xavier Tourte 1820/25
Basta confrontarlo con un arco costruito ben 130 anni dopo. A grandi, anzi grandissime linee, l'oggetto sembra identico, anche se come ricorderete alla metà dell'Ottocento, Francois Nicolas Voirin, iniziò la modifica della curva spostandola gradualmente più avanti.
Arco da violino Emile Auguste Ouchard 1950
La modifica, iniziata per motivi produttivi più che migliorativi, tocca il suo apice e muore nella famiglia Ouchard. Si perché da un lato c'è Emile Auguste, figlio di Emile Francois, che continua e estremizza la scuola Mirecourt del tardo Ottocento. Dall'altro il figlio di Emile Auguste, Bernard, molto più umile e talentuoso del padre, che con 22 anni di duro studio e lavoro da Vidoudez, ha dato un contributo fondamentale alla riscoperta della vera e grande scuola Francese.
Arco da violino Bernard Ouchard 1970/75
Date un occhiata all'arco Tourte e confrontatelo con quello qui sopra di Bernard; non dico che sembrano contemporanei, ma l'arco francese è tornato.
Per approfondimenti vedi anche:
MORBIDEZZA E RIGIDITA'
PECCATTE, SARTORY, E LE GEOMETRIE
A presto
Paolo
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