LA MECCANICA E IL SUONO

E finalmente siamo riusciti ad uscire dal laboratorio dell'archettaio con due archi! Dopo aver letto il post della scorsa settimana, sicuramente sarete andati errando come dei provetti "Ulisse" da un atelier all'altro alla ricerca della "Petrosa Itaca", ma una volta posatovi il piede, il vostro compito è assolto solamente per metà. Dovete superare la prova definitiva; quella dell'arco naturalmente.

Giochini epico-poetici a parte, dopo aver escluso gli archi con difetti grossolani di curva, e con materiale non appropriato, è arrivato il momento di capire quale, tra quelli selezionati è più adatto per voi sia dal punto di vista meccanico che sonoro.

Lasciamo per un attimo da parte l'argomento suono, che per la sua vastità e complessità affronteremo nel prossimo post, e occupiamoci della meccanica. Proseguiamo dunque da dove ci siamo fermati. Gli step per stabilire quanto la meccanica dell'arco che stiamo provando sia correta, non sono molto differenti da quelli che abbiamo seguito osservandolo e sono:

- Bilanciamento

- Forza

- Stabilità

- Duttilità

Il Bilanciamento di un arco è possibile intuirlo con l'uso di una semplice bilancia (LA CURVA E IL BILANCIAMENTO), e scrivo"intuirlo" perchè come già detto il risultato di tale prova non è del tutto attendibile, ma in realtà lo si capisce solo la prima volta che lo si prende in mano, dalla sensazione di movimento che vi trasmette. In effetti il bilanciamento è l'inizio e la fine di un arco e va inteso nel senso più ampio del termine, perchè esso è la risultanza di tutte le sue componenti; curva, peso spessori, timbro, materiale, ecc.. Se ad esempio quando lo inpugnate avete la sensazione di avere la testina sotto al dito della mano destra in qualsiasi posizione lo teniate, molto probabilmente anche forza, stabilità, e duttilità, sono buone.

Naturalmente ogniuno di noi è diverso e ha il suo modo di suonare, ma esiste un sistema per riuscire a capire se l'architettura di un arco è ben costruita; se così è può anche svanire dalle vostre mani secondo in che posizione lo mettete. Provate a prendere l'arco con tre dita come vedete nella foto di apertura del post, e tenendolo sulla propria verticale(Foto 1), cercate di trovare il baricentro. L'arco è una finissima architettura di forze e pesi, e se è ben costruito troverete un punto in cui letteralmente sparirà dalle vostre mani, al contrario le vostre dita dovranno continuamente correggere per farlo stare dritto.

La Forza, anche questo argomento già discusso, è un connubio di peso, materiale, e quantità di curva. Il peso dell'arco, come sappiamo, è in relazione molto stretta con il materiale con cui è costruito. Solitamente infatti se il materiale è buono l'arco verrà leggero e resistente, se invece è scadente l'artigiano sarà costretto a costruirne uno pesante per ottenere la stessa forza. In oltre la forza è legata anche alla quantità di curva, quindi se per voi è leggermente troppo debole o troppo forte, potete chiedere all'artigiano di darne o toglierne finchè non sarà giusta per voi. E' importante non giudicare la forza di un arco su due piedi. Potreste essere abituati ad un arco molto forte e sproporzionato, che ha viziato il vostro modo di suonare, e rischiereste di scartarne uno eccezionale solamente pechè siete abituati a spingere in maniera esagerata per ottenere suono. Quindi ascoltate quanto suono produce il vostro e il nuovo, anzi meglio, fateli suonare ambudue da un amico ed ascoltate, possibilmente da una distanza di venti trenta metri quale è il risutato. Se l'arco nuovo ha più suono, forse lo sentite debole perchè forzate troppo.

Anche la Stabilità non è così semplice da capire. Chi cerca un arco solitamente lo fa perchè  non è soddisfatto di quello che ha. E' però abituato a suonare solo con quello, e quando ne prova uno che funziona è normale che non riesca a capire immediatamente. E' per questo motivo che è inutile iniziare a provare eseguendo degli spiccati come sento fare ai più. Iniziate a prendere confidenza con il nuovo, facendo delle cose semplici e cercando di capire come è il suo modo di muoversi, provando a non intervenire con il vostro sapere, e dopo quando avrete più confidenza aumentate gradualmente la difficoltà dei colpi d'arco. In questo modo riuscirete a capire meglio, sia la meccanica dell'arco che state provando, che se avete dei vizi nel vostro modo di tirare l'arco. E' capitato di recentemente nel nostro laboratorio un ragazzo che cercava un arco, gli ho fatto vedere l'unico che mi era rimasto, e lui me lo a ridato dicendomi che tremava alla metà. L'arco in questione era stato provato da musicisti di primissimo livello, nazionale, ed interanzionale, ed ovviamente nessuno dei due aveva riscontrato tremori, ma in compenso questo ragazzo aveva degli evidentissimi problemi di postura. Lui l'arco non lo ha preso, io dalla mia l'ho già venduto e pochi giorni dopo, perchè era eccellente e assolutamente non tremava alla metà, la persona che lo a comprato ha fatto un notevole passo avanti nel migliorare il suo modo di suonare, e invece lui non si è accorto che nel suo modo di tirare l'arco c'è un problema.

La Duttilità è una caratteristica facile da ottenere con il legno scadente, ma difficilissima con quello buono. Il perchè è semplice, e spiega anche il motivo per cui alcuni archi antichi molto ben fatti, ma sfibrati siano così comodi da suonare. Il materiale da costruzione eccellente ha una velocità del suono molto elevata, e di conseguenza la sua rigidezza è molto alta, e è necessario un grande artigiano per far si che l'arco sia duttile e omogeneo in tutti i suoi punti. Spesso infatti il problema degli archi moderni costruiti con buon legno è l'eccessiva rigidità. L'arco perfetto non deve essere rigidissimo, anzi deve cedere sotto la vostra volontà di quel  tanto volete voi, consentendovi di gestire il suono, i colori,e il tempo con estrema facilità.

Questo modo di provare gli archi, proprio perchè molto semplice, consentirà anche ad i meno esperti di avere dei mezzi efficaci per selezionarli. Mi scuseranno quindi i più esperti che sicuramente hanno più mezzi propri per giudicare, ma magari provare può anche riservarvi delle sorprese.

A presto

Paolo.