RODERICH PAESOLD; L'EPOCA DELL'IMITATOR FRANCESE

Non concordo pienamente con la visione espressa da Tacito nel De origine et situ Germanorum, in cui sostiene che la Germania è una terra fredda e inospitale dove nessuno vorrebbe abitare, e che i Tedeschi sono un popolo dedito solamente al lavoro volto al rafforzamento economico e militare. Vedendo come riuscivano, e riescono ancora a creare sistemi produttivi perfetti, sono propenso a credere che un fondo di verità ci sia nella parole del Senatore.

Arco da violino Roderich Paesold

Anche se parleremo di uno dei migliori laboratori di archetteria con produzione massificata della Germania, questa non è la storia di un archettaio, ma di un commerciante molto capace che è riuscito a realizzare quello che è il mio sogno lavorativo; un laboratorio che possa far crescere ragazzi che imparino a costruire non archi assoluti, ma buoni oggetti da professione.

Nato in Boemia, e precisamente a Fleissen, paesino vicino a Schonbach nel 1891, Roderich Paesold viene istruito alla professione direttamente dal padre, che per una volta non era ne liutaio ne archettaio, ma commerciante di strumenti.

Fino al 1924 lavora nell'attività del padre, dopo di che si sposa e apre la propria trasferendosi nel paesino di Bad Brambach, molto vicino a Fleissen. In questo periodo indirizza i suoi interessi commerciali verso gli archi, che commissiona presso i piccoli laboratori a conduzione familiare presenti in gran numero in Boemia.

Naturalmente a causa della Seconda Guerra Mondiale l'attività si dissolve nel nulla, ma Roderich non si perde d'animo e nel 1950 si sposta a Bubenreuth, cittadina che anche grazie a lui diverrà uno dei punti di riferimento per la produzione di archi e strumenti.

L'unico vantaggio delle guerre, seppur magro, è quello che una volta distrutto tutto c'è da ricostruire. Paesold riesce ad agganciarsi perfettamente al treno della rinascita economica ed in breve tempo è in grado di impiegare quindici archettai che producono archi di più livelli; dallo studente al professionista.

Nel 1968, alla tenera età di 77 anni Roderich decide di andare in pensione e cedere l'attività. Da questo momento il laboratorio pur mantenendo lo stesso nome passa di mano più volte.

Il primo ad acquistare il laboratorio Paesold è la compagnia Schreiber & Sohne, che continuerà a produrre archi fino al 1981, quando verrà integrato nella Boosely & Hawkes.

Dal 1997 ad oggi infine, pur mantenendo il nome originale entra a far parte del gruppo Hofner.

Nel corso di tanti anni di attività sono stati molti gli artigiani impiegati da Paesold, tra cui alcuni di ottimo livello come : Richard Grunke (1952 - 1975), Franz Schuster (1953 - 1984), dal 1968 General Manager del laboratorio, Hermann Worl dal 1955, Harald Wonner dal 1974, General Manager dal 1985, e Sebastian Dirr (1988 - 1997).

Gli Archi

Parlando di archi ho deciso di occuparmi di questo laboratorio proprio perché in questi giorni ho avuto la possibilità di fotografarne un prodotto e sono rimasto favorevolmente colpito dal modo in cui questi signori riuscissero ad ottenere un livello qualitativo accettabile pur avendo una produzione massificata appunto.

L'arco in questione stilisticamente è un coacervo di reminiscenze francesizzanti. La testina pur avendo le dimensioni moderne si ispira nei tratti alla suola Francese antica; lo smusso largo che tende a chiudersi all'arrivo sulla scarpetta, in odore di Peccatte direi, e la cresta invece che ricorda molto da vicino il lavoro centrale della produzione di Nicolas Léonard Tourte, e di conseguenza i modelli Cramer, nati come sapete in Germania, molto probabilmente in Boemia.

Sempre parlando della testina, osservandola dall'alto non si può non notare che la curva del profilo non si arresta sul legno come nella scuola Tedesca, ma arriva a toccare l'avorio, imitando il modo Francese appunto.

Meccanicamente l'arco è in ottimo stato di conservazione e la curva utilizzata, anche se non è quella antica è comunque meno estremizzata di quelle dei cugini Francesi di metà Novecento.

Il nasetto ispirato pur esso ai dettami Francesi risente maggiormente della testina dei processi massificati di produzione, anche perché nella maggior parte della volte erano commissionati a ditte esterne.

Anche se nelle intenzioni vorrebbe ricordare Peccatte, la gola a causa dell'eccessivo spessore dell'anello, frutto di un classico modo di pensate Tedesco; se è spesso non si rompe, non riesce a sfogare dando un effetto un po goffo all'insieme.

La placchetta in argento della slitta sembra in apparenza attaccata a quest'ultima, come in uso da Peccatte appunto, ma in realtà è fissata al corpo del nasetto.

Anche per il colletto del bottone si ispira alla scuola Francese, facendolo doppio invece che con il classico profilo ad U Tedesco.

I principali timbri utilizzati dal laboratorio sono : GOTTFRIED STURM, MATHIAS THOMA, RICHARD GRUNKE (1957 - 1975), RODERICH PAESOLD, e ALBERT KRAMLING.

L'arco in questione è timbrato RODERICH PAESOLD più tre stelle ad indicare la massima qualità. Certamente i Grandi Francesi hanno prodotto archi superiori a questo, ma si tratta dei grandi appunto, perché nelle produzioni di massa è innegabile che il prodotto medio Tedesco fosse superiore a quello Francese, e spesso non di poco.

Approfondimenti :

NICOLAS LEONARD TOURTE dit "L'AINE"; IL FRATELLO  

ARCO DA VIOLINO NICOLAS LEONARD TOURTE dit "L'AINE"- 1790 C.CA; GLI ALBORI  

CRAMER CONTRO CRAMER; OVVERO IL PROCESSO EVOLUTIVO (Parte I)  

CRAMER CONTRO CRAMER; OVVERO IL PROCESSO EVOLUTIVO (Parte II)  

A presto

Paolo