ARCO DA VIOLONCELLO DOMINIQUE PECCATTE 1850 C.CA

Le prime volte che ci si avvicina a questa professione viene spesso da domandarsi il perché, anche in presenza di prestazioni simili o alle volte superiori, i lavori di alcuni artigiani sono valutati più di altri. La risposta viene da oggetti come quello che vedete. Avere quest'arco tra le mani mi ha fatto pensare alla frase scritta sulla porta d'ingresso della facoltà di ingegneria areonautica dell'università di Cambridge: "Il calabrone, considerando la sua massa corporea, e l'estensione alare, non può fisicamente volare. Lo fa, perché non lo sa!"

Arco da violoncello Dominique Peccatte 1850 c.ca (clicca per ingrandire)

Naturalmente questa simpatica affermazione ha lo scopo di provocare ilarità, ma non dice che per fare una giusta analisi è indispensabile tenere conto della frequenza del battito delle ali, che nel calabrone è molto elevata. Questo il motivo per cui vola.

Anche in questo simile all'oggetto in questione. La bacchetta utilizzata è, "sicuramente" stata difficilissima da lavorare, tanto da spingere anche il più bravo dei costruttori a rinunciare all'impresa. Tutti eccetto uno come Dominique Peccatte.

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Il periodo di costruzione di questo arco è databile non molto lontano da quello della settimana scorsa; la seconda metà degli anni quaranta dell'Ottocento. Probabilmente risale però già agli anni post Parigini.

Dal '47 torna a Mirecourt e si trasferisce nella casa paterna insieme al fratello Francois. Quest'ultimo, non potendo resistere all'incontenibile simpatia, e alla smisurata generosità del fratello maggiore, due anni più tardi si sposterà a Parigi; per non ucciderlo credo!

Se da un lato il caro Dominique era tutto fuorché un simpaticone, dall'altro, come potete ben vedere, con la pialla in mano era veramente qualcuno. Notate come è riuscito a far uscire la specchiatura dei raggi midollari sul lato destro della testina.

La bellezza estetica anche se notevole, non è però la cosa che sorprende di più in quest'arco; il peso lo è.

Il nasetto è in oro, e anche se ovviamente ho notato subito che si tratta di una copia, ero comunque convito che anche l'originale fosse montato così, e mi sbagliavo. Il M° Meneses, che possiede l'originale, mi ha detto che è in argento!

Naturalmente appesantire gli archi troppo leggeri intervenendo sui materiali delle montature non è una pratica inusuale, ma lo si fa sempre in presenza di legno non molto denso, e questo non è proprio il caso.

Il materiale, oltre ad essere molto scuro è anche densissimo, e nonostante la bravura dell'archettaio, un arco montato in argento leggero, cioè con fasciatura in seta e bottone in tre parti, difficilmente potrà scendere sotto gli 81.5/82 gr.. Ricordate che stiamo parlando di meccaniche antiche, che richiedono un pochino di peso in più rispetto a quelle moderne.

Va da se che essendo montato in oro, anche se con bottone in tre parti, non doveva pesare meno di 86/87 gr., eppure l'oggetto che avevo in mano mi sembrava stranamente troppo leggero.

Lo metto sulla bilancia e... 82 gr.!!!

Quando il buon Dominique ha costruito questo arco si è fermato a non più di 77 gr., e la cosa più sorprendente non è il peso, ma come riesca ancora a rimanere insieme questa curva e a reggere il braccio del M° Meneses.

Come ho più volte scritto la grande fortuna che ebbe Peccatte, che invece a altri validi artigiani mancò, fu il maestro. Jean Pierre Marie Persoit, insegnante di Dominique, è l'archettaio le cui curve sono ancora oggi tra le meglio conservate, e la sua grande scuola ha prodotto una grandissima progenie di eccellenti artigiani; Pierre Simon e Joseph Henry ad esempio, allievi di Peccatte.

In questa bacchetta Peccatte da sfoggio della grande scuola e della maestria. Come gli ha insegnato Persoit, continua a togliere legno fino a che non ritiene che sia abbastanza flessibile, ma deve esser stata veramente potente a giudicare dagli spessori.

Piccola parentesi: la scarpetta naturalmente non originale, e oltre ad essere non bellissima, per non esagerare, è in osso, e un arco così credo che si meriti almeno un piccolo pezzettino di avorio. Spero che il Maestro la faccia sostituire, perché degrada molto la bellezza di questa testa.

Tornando alla bacchetta, capita alle volte di trovarsi davanti ad archi antichi molto leggeri costruiti con legno denso, ma solitamente le curve di questi oggetti sono molto disastrate e rendendoli quasi insuonabili alle volte.

Questa invece è ancora intatta e come già detto regge un braccio non tra i più facili.

Ecco il motivo per cui alcuni artigiani sono valutati più di altri: una cosa così sono stati in grado di farla in pochissimi, e al di la di come suonino o di quanta potenza abbiano sono delle vere accademie della costruzione.

Per assurdo archi di questo livello sono più utili a chi fa il nostro lavoro che ai musicisti, perché è anche studiando oggetti come questo che riusciamo a migliorare il nostro lavoro.

Il nasetto è come già detto una copia in stile. Perfettamente eseguito, probabilmente dallo stesso artigiano che ha fatto l'altro, in questo caso si ispira più puramente a Peccatte rimanendo più pieno sulle guance, anche se accentua l'ingresso sulla parte bassa della gola, richiamando leggermente Simon.

Specifiche e misure:

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Prima di salutarvi è naturalmente doveroso un ringraziamento al M° Meneses, che mi ha consentito di fotografare questo splendido arco e quello della settimana scorsa, e naturalmente di mostrarvelo.

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Approfondimenti:

IL DIO PECCATTE 

FRANCOIS; L'ALTRO PECCATTE 

P  R S; L'UOMO DEL MISTERO 

PECCATTE; LARIBELLIONE SILENZIOSA 

PIERRE SIMON; IL PECCATTE SIMPATICO 

JOSEPH HENRY; L'ENFANT PRODIGE 

LA GENIALE UMILTA'

ARCO DA VIOLINON DOMINIQUE PECCATTE 1840 - 45 

ARCO DA VIOLINO PIERRE SIMON 1848 - 51; IL PURO 

A presto

Paolo