LA VIOLA DEI MISTERI

Stavo rimuginando su quale fosse il modo più veloce ed esaustivo di rispondere alle domande di un mio lettore Californiano, senza correre il rischio di esser frainteso. Non avendolo trovato, perché per fortuna non esiste, e ritenendo di interesse generale le domande che mi ha posto il sig. Marin ho deciso di dedicargli un post e rispondergli pubblicamente.

Arco da viola D.T. Navea Vera in oro, tartaruga, e madreperla "cuore" - "Il Giuranna"

Domanda 1 :

"I personally would like to learn more about the differences between violin and viola bows.  When I speak of the differences I do not just mean the difference in grams or length,but what are the differences in the mechanics?  Why are viola bows more erratic than violin bows?  And why do some makers think that making a viola bow is just like making a bigger, heavier violin bow?"

La domanda è in verità molto articolata e anche giusta, fatta eccezione per il fatto che parlando esclusivamente di viola e non di strumenti, prevede una risposta ironica; cioè che gli archi per questo strumento sono solo un pochino più grandi e circa dieci grammi più pesanti. Se invece apriamo un po di più l'orizzonte visivo estendendo la domanda a tutti gli strumenti del quartetto la risposta diventa più complessa.

In realtà se parliamo di meccanica gli archi del quartetto sono molto simili perché provenienti tutti dallo stesso concetto fisico. Come già ampiamente scritto i modelli di curva adottati dalla scuola Francese sono due: il primo che nasce con l'arco modello "Cramer" e arriva fino alla seconda metà dell'Ottocento, chiamato comunemente "Curva Peccatte" e il secondo che viene sviluppato da F.N. Voirin e che resisterà con progressive modifiche fino agli anni '70 del Novecento, conosciuto come "Curva Sartory"

Ambedue i modelli possono essere usati sia per violino che viola o violoncello cambiando appunto pesi e misure.

La scelta di uno di questi due modelli determina una diversa resa meccanica e sonora degli archi, ma appunto riguarda tutto il quartetto; quello che veramente fa la differenza tra gli archi tutti, e non solo tra quelli da viola e gli altri, è la qualità del materiale utilizzato per costruirli.

Ogni strumento, violino, viola, o violoncello che sia, ha una differente composizione fisica. Modello e materiale utilizzati, età dello strumento ecc..

La bravura di un archettaio sta nel leggere lo strumento che ha davanti e scegliere l'adeguato legno da abbinarci. Se lo strumento è costruito con legno leggero e tende ad avere una voce luminosa potrà essere abbinato con un arco fatto con legno denso in modo da dare più focus al suono. Di contro se invece gli spessori sono molto grossi, il legno pesante, e di conseguenza il timbro chiuso, si potrà abbinare un arco con un legno di media densità, andando a dare aria al suono.

Poi c'è da tener conto delle capacità di proiezione dello strumento. Mi è capitato un paio di settimane fa di ascoltare dal vivo un magnifico violoncello Strad. Nonostante conosca gli archi del proprietario e sappia che non sono molto performanti, per usare un eufemismo, quello strumento riempiva completamente la sala.

Certo un oggetto del genere non necessita di una grande spinta aggiuntiva e quindi gli si potrebbe affiancare un arco costruito con una bacchetta dalla velocità del suono non elevatissima. Se al contrario lo strumento ha problemi di emissione o rigidità, si potrà intervenire con una bacchetta molto nervosa in modo da bilanciarne e ridurne le carenze.

Almeno per me l'arco da viola non si differenzia in nessun modo da quelli del resto del quartetto; ogni strumento è un mondo a se e va osservato singolarmente.

Per concludere le riflessioni e la risposta alla prima delle due domande lancio una provocazione, funzionale anche come collegamento alla seconda.

Non è tanto lo strumento "viola" il difficile da capire, quanto l'essere umano"violista"!

Arco da viola D.T. Navea Vera in argento e madreperla "cuore"

La viola può apparire come uno strumento ibrido, una via di mezzo tra violino e cello, mentre in realtà ha un suo carattere ben definito. Molto spesso però sono proprio i violisti ad avere gusti ibridi; suonano la viola e vogliono sentire il timbro del violoncello!

Ai violisti piace sovente un timbro scuro, non molto naturale per la viola, almeno a mio parere. Questo particolare timbro lo si ottiene utilizzando del legno molto denso e scuro; il problema è che spesso questo materiale non è abbastanza teso.

Il tannino, che da la colorazione, si comporta meccanicamente come una gomma all'interno del legno e spesso ne inibisce le qualità meccaniche e quindi sonore; anche se ha la capacità di rasserenare tutti.

Si perché questo tipo di legno solitamente, non porta il suono in sala e non da definizione, ma proprio per questo motivo fa felice il violista che sente un bel timbro caldo e rassicurante, anche se moscio, e l'artigiano che fatica molto di meno a lavorare.

Questo tipo di legno fece furore specialmente nella seconda metà dell'Ottocento prima novecento. Essendo molto duttile e quindi facile da lavorare non necessitava ne di molta esperienza e ne di particolare talento, e soprattutto consentiva di produrre più velocemente. E con questo arriviamo alla seconda domanda.

Arco da viola Dominique Peccatte

Domanda 2 :

"Another topic I would like to read about is more about "lesser"/ makers such as JTL and the Lotte family.  You did in fact write an article about the Lottes, but I am curious as to what factors make these bows lesser?"

Tralasciando il fatto che ho già scritto un articolo anche su JTL oltre che sui Lotte, i parametri che danno la valutazione economica degli archi sono molti. Periodo storico, innovazioni introdotte, laboratori e artigiani frequentati, e non per ultimo, tipologia di filiera produttiva.

Nei laboratori fabbriche di Mirecourt lavoravano centinaia di onesti operai che producevano ad una velocità forsennata una quantità di archi e strumenti impressionanti; parliamo di 5/6000 archi all'anno. Pensate che C. N. Bazin in listino aveva anche il prezzo per il mazzetto di archi; li vendeva a dozzine come le uova! 

In questi archi, come nei JTL o nei Lotte, non c'è ricerca meccanica, stilistica, sonora, e non avranno ancora una lunga vita. Mentre un cinese è già in grado di costruire archi equiparabili ai JTL, gli sarà molto difficile riuscire a produrne come quelli che vedete in foto; che per inciso non sono costruiti in legno scuro!

Arco da viola Francois Xavier Tourte (nasetto in copia)

A Andres

Approfondimenti :  

CRAMER CONTRO CRAMER; OVVERO IL PROCESSO EVOLUTIVO (Parte I) 

CRAMER CONTRO CRAMER; OVVERO IL PROCESSO EVOLUTIVO (Parte II) 

PECCATTE vs SARTORY  

MORBIDEZZA E RIGIDITA'  

ARCO DA VIOLINO FRANCOIS NICOLAS VOIRIN 1870 - 75  

LOUIS EMILE JEROME THIBOUVILLE-LAMY; L'AMMINISTRATORE DELEGATO  

FRANCOIS E ROGER LOTTE; UN ALTRA FAMIGLIOLA  

CHARLES NICOLAS BAZIN; IL FONDATORE  

A presto

Paolo