ARCO DA VIOLINO FRANCOIS NICOLAS VOIRIN 1870 - 75
E' da sempre un rapporto di amore e odio che mi lega a quest'uomo. Da un lato gli rimprovero di aver dato inizio alla deriva della scuola Francese del secondo '800, dall'altro però è innegabile che questo signore possedesse delle capacità manuali e un gusto estetico non comuni, che gli hanno consentito di costruire oggetti come quello che vedete e che prontamente andrò ad illustrarvi.
Testa di arco da violino Francois Nicolas Voirin 1870/75 (clicca per ingrandire)
Risale oramai a diversi lustri fa l'articolo che dedicai alla storia di questo sorprendente artigiano e credo che in pochissimi altri casi mi sia capitato di trovare un titolo più calzante: L'equilibrio perfetto.
Le sue testine e i suoi nasetti, soprattutto in casi come questo, sono un continuo inseguirsi di linee, tanto da mettere in secondo piano la stessa forma. Si viene attratti dalla sinuosità del movimento.
Arco da violino Francois Nicolas Voirin 1870 - 75 - innesto "Vuillaume" (clicca per ingrandire)
L'oggetto in questione risale, nella mia personale valutazione, al periodo della maturità lavorativa dell'artigiano; i primi anni 70 del '800.
Francois Nicolas Voirin chiude la propria collaborazione professionale con il cugino J.B. Vuillame durata quindici anni, proprio nel 1870 e inizia a lavorare a suo nome assumendo prima Louis Thomassin e successivamente Joseph Alfred Lamy père, quest'ultimo consigliato dal fratello Joseph, che aveva conosciuto al tempo in cui dirigeva la Maison Pierre Luois Gautrot a Chateau-Thierry.
La datazione dell'arco mi viene suggerita da più di un indizio. Eccezion fatta per l'adattamento del nasetto, un modello "Vuillaume" , che Voirin ha utilizzato prevalentemente in questi anni, c'è anche l'estetica della testina che lo conferma.
Come potete vedere, sia dalle due foto qui sopra che mettono in risalto a fluidità delle linee da qualunque angolazione la si guardi, che da quelle della mezzeria, qui sotto, la mano è assolutamente matura. Il lavoro è pulito e curato fino alla maniacalità anche se la stilistica deve ancora fare un ultima evoluzione seppur minima.
Il materiale con cui è costruito è eccellente, a darne testimonianza la fitta rete di raggi midollari molto lunghi e regolari che si possono vedere sul lato destro della testina.
La densità e il colore sono un classico della scelta di lagni di Voirin. Ancora allievo della vecchia scuola, la più Grande, aveva dei criteri di selezione del materiale diametralmente opposti a quelli degli artigiani dell'ultimo '800 primi '900, classicamente molto densi e scuri; con l'eccezione di Eugene Sartory a dire il vero. "Diamo a Cesare quel che è di Cesare", anche se io avevo un amica che rispondeva: "33 pugnalate!"
Anche se in questo momento il colore tende al marrone scuro, le foto purtroppo non restituiscono la realtà cromatica, all'origine il legno tendeva al chiaro e soprattutto al leggero. F.N. Voirin essendo un ottimo artigiano sapeva che il legno leggero è preferibile per molti motivi.
Il primo è la facilità di realizzazione dell'arco; essendo meno denso la superficie da lavorare è maggiore e consente più libertà di movimento. Secondariamente anche il rapporto peso potenza è maggiore in quanto si riesce grazie alla minore densità, a fare archi leggeri e mantenere spessori non eccessivamente ridotti. Ed in fine, ma non per ultimo, il legno leggero è solitamente più teso di quello denso, consentendo all'arco di vibrare, come nel caso dell'oggetto preso in esame.
La velocità del suono di questo arco è ancora molto alta per l'età che ha e i motivi sono principalmente due. Il primo come già detto la conoscenza del legno di Voirin, il secondo il poco utilizzo; confermato anche dalle condizioni eccellenti del nasetto.
Il nasetto è il più classico dei Voirin. L'adattamento si chiama alla "Vuillaume" e tecnicamente consiste nel fare l'appoggio della bacchetta rotondo anziché ottagonale e nonostante il nome che porta è più che probabile che sia stato Voirin a svilupparlo, da momento che all'epoca era Lui la punta di diamante del laboratorio di Jean Baptiste.
L'appoggio fu studiato al fine di ridurre lo spessore del nasetto e di conseguenza il peso. Come vedete a differenza degli appoggi ottagonali il "Vuillaume" viene alloggiato in un apposito scasso eseguito sulla bacchetta dando la possibilità di ridurre lo spessore di circa un millimetro.
Oltre al particolare appoggio e all'ebano meraviglioso; un classico di Voirin, purissimo Gabon quasi privo di pori, praticamente introvabile ai giorni nostri, c'è anche la sua maestria e soprattutto la sua grande scuola.
Difficile non pensare ad un influenza stilistica di Pierre Simon o Joseph Henry vedendo in che modo raccorda circonferenza della gola alle guance creando una linea di uscita obliqua che porta l'occhio all'angolo posteriore. Certo il disegno della gola è molto diverso da quello dei due Maestri ma la tecnica di realizzazione è identica.
Il bottone è un classico delle montature "Vuillaume"; in tre parti e con il terminale d'argento incapsulato.
Specifiche e misure:
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I timbri di Voirin erano due e praticamente identici eccezion fatta per un punto dopo la parola "Paris", alle volte presente altre, come in questo caso no.
L'oggetto in questione proveniente da una collezione privata è stato recentemente messo in vendita e è disponibile in prova presso il nostro atelier. Chi desiderasse vederlo ci contatti per un appuntamento
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Paolo
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